Macelleria islamica nel cuore di Cremona: ci stanno conquistando

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By V settembre 29, 2025 20:12

Macelleria islamica nel cuore di Cremona: ci stanno conquistando

### L’islamizzazione strisciante: a Cremona una macelleria halal scatena polemiche inutili, mentre il vero problema resta l’immigrazione incontrollata

**Cremona, 29 settembre 2025** – Nel cuore pulsante del centro storico cremonese, tra il prestigioso corso Mazzini e via Mercatello, dove un tempo svettava l’elegante negozio di calzature Kammi, sta per materializzarsi un nuovo simbolo di trasformazione culturale: una macelleria islamica halal. L’apertura, annunciata nelle quattro vetrine dell’ex attività commerciale, ha immediatamente acceso i riflettori politici, con interrogazioni urgenti depositate da esponenti dell’opposizione. Ma questa reazione tardiva e superficiale, focalizzata solo sulla “compatibilità urbanistica”, è l’ennesima dimostrazione di miopia: lamentarsi di un singolo negozio è futile quando il fenomeno dell’islamizzazione procede a ritmi inarrestabili, alimentato da un’immigrazione regolare che non viene mai messa in discussione.

La notizia ha fatto il giro della città in poche ore. Alessandro Portesani, capogruppo della lista civica “Novità a Cremona”, e Marco Olzi, leader di Fratelli d’Italia in consiglio comunale, hanno rivolto un’interrogazione al sindaco Andrea Virgilio e agli assessori competenti, chiedendo di verificare se l’insediamento della macelleria sia coerente con la “visione strategica” per il rilancio del centro storico. Portesani insiste sulla necessità di una mappatura periodica dei locali sfitti e delle concentrazioni commerciali, per preservare il “mix merceologico” e l’attrattività della via pedonale più iconica della città, a due passi dal Torrazzo. Olzi va oltre, proponendo misure concrete come bandi per sostenere le botteghe storiche, leve fiscali e “patti di via” per evitare squilibri, citando l’esempio di Firenze dove limiti a kebab e minimarket hanno protetto l’identità del centro. Un percorso di ascolto con residenti e associazioni è auspicato, con un passaggio in commissione per ridiscutere regolamenti sul commercio.

Parole forti, certo, ma insufficienti. Perché fermarsi a un’interrogazione su un singolo esercizio? Questa macelleria non è un caso isolato: è l’ennesimo tassello di un mosaico che vede il nostro territorio invaso da attività etnicamente connotate, dalle kebabbarie alle moschee, passando per saloni di parrucchiere e negozi di abbigliamento islamico. E mentre i politici locali si affannano a “verificare compatibilità”, ignorano il cuore del problema: la macellazione halal non è solo un’alterazione del paesaggio urbano, ma una pratica intrinsecamente crudele che merita un divieto assoluto, indipendentemente dalle polemiche estetiche.

La macellazione halal, infatti, prevede lo sgozzamento degli animali senza previo stordimento, in deroga alle norme europee sul benessere animale. Immaginate vitelli, pecore o polli che agonizzano per minuti interi, coscienti e soffrenti, mentre il sangue sgorga dalle vene recise. Investigazioni sotto copertura nei macelli italiani hanno documentato scene di orrore sistematico, con animali che scalciano in preda al panico e urla strazianti ignorate dai macellai. In Italia, questa deroga è concessa per motivi religiosi, ma associazioni animaliste denunciano da anni come tale pratica sia “aberrante e crudele”, violando ogni principio di civiltà. Perfino nelle mense scolastiche di città come Bologna, l’introduzione di carne halal ha scatenato proteste per l'”orrore” di importare abitudini cruente che contrastano con i valori etici occidentali. Vietare queste macellerie non è discriminazione: è tutela per gli animali e per la nostra tradizione gastronomica, che prevede stordimento obbligatorio per minimizzare le sofferenze.

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Ma ecco il punto cruciale: quante interrogazioni serviranno per fermare l’onda? A Cremona, come in tante altre città del Nord Italia, le macellerie halal spuntano come funghi perché seguono l’arrivo di comunità immigrate, in gran parte regolari, che crescono demograficamente grazie a politiche migratorie permissive. Lamentarsi oggi di questa apertura è come tappare un buco in una diga che cola da ogni parte. Le moschee abusive o le preghiere di massa in strada? Stesse origini. I minimarket che vendono prodotti non tracciati? Idem. L’unico rimedio efficace, radicale e definitivo è azzerare sia ricongiungimenti familiari che immigrazione islamica regolare: non con slogan, ma con quote zero per provenienze ad alto rischio di islamizzazione e incentivi al rimpatrio volontario.

I Portesani e gli Olzi fanno bene a sollevare il velo, ma senza affrontare la radice – l’invasione demografica orchestrata da decenni di lassismo – le loro interrogazioni rimarranno chiacchiere da campagna elettorale. Cremona, culla di Stradivari e del violino, non merita di diventare un suk mediorientale. È ora di dire basta: non con verifiche puntuali, ma con una svolta epocale sulle frontiere. Altrimenti, la prossima macelleria halal non sarà tra corso Mazzini e via Mercatello, ma proprio sotto il Duomo.

Macelleria islamica nel cuore di Cremona: ci stanno conquistando ultima modifica: 2025-09-29T20:12:27+00:00 da V
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