“Fanc… Hamas”: blogger arrestato per odio razziale dopo post contro i pro-Pal

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By V ottobre 1, 2025 13:44

“Fanc… Hamas”: blogger arrestato per odio razziale dopo post contro i pro-Pal

# Orwell Avvertiva: il Regno Unito di Oggi è una Distopia Democratica. Arresti per Meme: il Caso Shock di Pete North e il Pericolo che Bussa alle Porte d’Italia

**Londra, 1 ottobre 2025** – George Orwell, quel genio inglese che annusò l’aria mefitica del declino imperiale, deve rivoltarsi nella tomba. Lui, che scrisse *1984* respirando l’odore di un’Inghilterra già incrinata dal totalitarismo strisciante, oggi vedrebbe il suo incubo fatto realtà: un governo “democratico” che arresta i cittadini per un semplice “Fanculo Hamas”. Non è finzione, è il Regno Unito del 2025, un regime totalitario camuffato da multiculturalismo progressista, dove esprimere un’opinione sgradita ti catene al muro della repressione. E attenzione, amici italiani: leggi simili sull’odio razziale – quelle che criminalizzano il dissenso sotto il pretesto della “tolleranza” – infestano anche il nostro Paese. Se non ci svegliamo, il Grande Fratello busserà anche alle nostre porte.

Immaginate la scena: è una sera qualunque a Easingwold, un paesino sonnacchioso del North Yorkshire. Sono le 21:30 di un giovedì qualunque, e Pete North, blogger di 47 anni affetto da autismo e sindrome di Tourette, sta tranquillo in casa. Improvvisamente, un colpo alla porta: la polizia irrompe, manette pronte, per un crimine imperdonabile. Non un furto, non una violenza: un post su X (ex Twitter) datato 5 agosto. Un’immagine banale, un meme politico con una bandiera palestinese e la scritta cruda: “Fanculo la Palestina. Fanculo Hamas. Fanculo l’Islam. Volete protestare? Fanculo il paese musulmano e protestate”. Un urlo di rabbia contro i terroristi di Hamas e i manifestanti pro-Palestina che paralizzano le strade britanniche. Per questo, North finisce ammanettato e trascinato al penitenziario di Harrogate, accusato di aver violato la Sezione 19 della legge sull’Ordine Pubblico: pubblicazione di “materiale scritto minaccioso o offensivo” che “fomenta l’odio razziale”.

Sì, avete letto bene. In un Paese che si vanta di essere la culla della libertà di espressione – pensate alla Magna Carta, ai Comuni ribelli contro il re – oggi un meme contro il terrorismo islamista ti trasforma in un criminale. North, rilasciato su cauzione fino al 21 dicembre, ha filmato l’intero arresto e l’ha condiviso online, un atto di ribellione digitale che grida al mondo: “La polizia non ha nulla di meglio da fare che terrorizzare i cittadini per un post su social media”. Al *Telegraph*, il blogger ha tuonato: “Sono fermamente convinto che le vignette e i meme politici che pubblico sui social media non siano affari della polizia. Nessuno dovrebbe essere indagato per aver pubblicato meme su Twitter. Sarà interessante vedere se mi incrimineranno. Non credo che lo faranno, ma non credo che gli importi, perché lo scopo di questa operazione non è ottenere condanne. È terrorizzare persone come me, spingendole a pensarci due volte prima di pubblicare meme controversi”.

Terrorizzare. Ecco la parola chiave. Questo non è policing, è persecuzione. Il governo laburista di Keir Starmer, con il suo multiculturalismo forzato e la sua ossessione per il “politicamente corretto”, ha trasformato la polizia in una milizia del pensiero unico. Ricordate la Stasi della DDR? O il Ministerio della Verità orwelliano? Stiamo lì, a un passo. North non è un caso isolato: è l’ultimo anello di una catena di arresti che puzza di dittatura “democratica”. Pensate a Lucy Connolly, una madre di famiglia che ha passato **più di un anno in prigione** per un tweet che “incitava all’odio razziale” dopo gli omicidi di Southport del 2024 – omicidi commessi da un migrante illegale, ma taciuti per non “offendere” la narrazione multiculturale. O a Graham Linehan, il celebre commediografo irlandese di *Father Ted*, trascinato via da cinque agenti armati all’aeroporto di Heathrow a inizio settembre. Motivo? Commenti su X contro un’attivista transgender. Cinque pistole puntate per parole “sgradite”. È la “giustizia a due livelli” al suo peggio: se urli “Allahu Akbar” in una folla pro-Hamas, sei un “vittima del colonialismo”; se osi criticare il terrorismo o l’immigrazione selvaggia, sei un razzista da neutralizzare.

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E qui entra in gioco l’Italia, quel Paese che – ahimè – ha importato il veleno britannico con leggi come la Mancino del 1993, aggiornata e gonfiata da anni di retorica “antifascista”. L’articolo 4 punisce la “propaganda di idee basate sulla superiorità o sull’odio etnico o razziale”, un bavaglio perfetto per silenziare chiunque osi dire che l’invasione migratoria sta distruggendo le nostre città, o che l’islamismo radicale non è “diversità” ma pericolo. Pensate ai nostri arresti per post su Facebook: mamme che finiscono in manette per aver scritto “basta invasione”, o giornalisti indagati per aver citato statistiche sull’immigrazione. È lo stesso copione: un multiculturalismo totalitario che, sotto il manto della “democrazia inclusiva”, schiaccia il dissenso. In Italia, come in UK, la polizia bussa alle porte non per crimini reali, ma per opinioni “sbagliate”. E mentre i terroristi di Hamas godono di parate per le strade di Londra e Roma, i cittadini onesti vengono marchiati come “odiatori”.

Questo è il declino che Orwell fiutò negli anni ’40: un’Occidente che, fingendo di combattere il fascismo, instaura un totalitarismo soft, dove il nemico non è più il re o il dittatore, ma il cittadino pensante. Il governo britannico, con le sue leggi draconiane sull’odio, non protegge le minoranze: le arma contro la maggioranza silenziosa, creando una società divisa e terrorizzata. Starmer e i suoi accoliti multiculturisti non tollerano il dibattito; lo criminalizzano. E noi italiani? Guardiamo e trepidiamo, perché il vento porta lo stesso odore: leggi sull’odio che si gonfiano, procure zelanti, e una sinistra che sogna di importare il modello UK per “civilizzarci”.

Basta! È ora di alzare la voce prima che le manette arrivino anche qui. Pete North non è un eroe, è un martire della libertà che stiamo perdendo. Orwell lo sapeva: “Se la libertà significa qualcosa, è il diritto di dire alla gente ciò che non vuole sentire”. Diciamolo forte: fanculo la censura, fanculo il totalitarismo democratico. O rischiate di svegliarvi in un 1984 made in Europe.

“Fanc… Hamas”: blogger arrestato per odio razziale dopo post contro i pro-Pal ultima modifica: 2025-10-01T13:44:23+00:00 da V
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