Disabile massacrato da africani: “Ho visto la morte nei miei occhi”

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By V ottobre 7, 2025 22:15

Disabile massacrato da africani: “Ho visto la morte nei miei occhi”

### FURIA A SANREMO: AGGRESSIONE CHOC A UN RAGAZZO DISABILE DA PARTE DI IMMIGRATI – GIUSTIZIA NEGATA, L’ITALIA SOTTO SCACCO!

IL ragazzo disabile di 21 anni brutalmente aggredito a Sanremo da un branco di giovani immigrati che rischiano di rimanere impuniti! L’ennesima prova che l’immigrazione incontrollata sta trasformando le nostre città in zone di guerra, dove i più deboli sono prede facili e la giustizia è un miraggio!

La vicenda è un pugno nello stomaco: il 21enne, con disabilità motoria, era in compagnia di due amici quando, la scorsa settimana, è stato accerchiato da quattro giovani in una via adiacente a un locale. Mentre i suoi amici sono riusciti a fuggire, lui, impossibilitato a muoversi, è stato picchiato selvaggiamente fino all’arrivo della polizia. Le immagini della vittima, soccorsa dal 118 e trasportata al pronto soccorso con gravi ferite, parlano da sole: un atto di viltà che grida vendetta! I tre arrestati, ‘monegaschi’ di origine magrebina tra i 18 e i 21 anni, sono stati identificati, ma la lentezza della giustizia lascia presagire un’ennesima beffa.

La mamma di Matteo, il disabile massacrato da africani: aveva appena ripreso a camminare

“Vedere queste immagini mi fa molto male, ma ancora di più mi fa scaturire in me rabbia e nervosismo, in quanto mi ha limitato la mia vita, perché prima avevo una vita bellissima che io amavo, una vita come tutti”. Sono le parole di Matteo, il 21enne di Alba pestato nella notte tra il 6 e il 7 settembre a Sanremo, il quale domenica sera ha raccontato in diretta su Rete4 la sua esperienza a Fuori dal coro, ospite insieme alla mamma Silvana. Il conduttore Mario Giordano ha ricordato le difficoltà superate dal giovane prima dell’aggressione: “Perché tu, diciamo, prima hai una disabilità motoria, ma hai fatto tanta fatica, tanta riabilitazione e stavi recuperando, insomma, e invece questo ti ha fatto riprecipitare”.

“Esattamente – ha risposto Matteo – mi ha fatto ricominciare da capo, però mi mette ancora molta tristezza il fatto che una persona che ha una vita normale, lotta per avere una vita normale, non può stare tranquillo quando va in giro con i propri amici, o anche per andare a scuola o a lavoro”. Il momento più drammatico del racconto riguarda i secondi in cui Matteo ha creduto di morire: “Sì, quando ho visto questi quattro ragazzi attorno a me, ho visto la morte nei miei occhi, soprattutto quando vedevo che attorno a me questi ragazzi stessero ridendo. Mi hanno buttato per terra e io non so come, però sono riuscito a riparare la mia faccia con le mie mani, altrimenti avrei ricevuto i colpi pesanti alla testa”.

Giordano ha sottolineato in diretta: “Infatti, Silvana, loro pensavano di averlo ammazzato, però la cosa incredibile, scandalosa che mi fa arrabbiare, è che al momento non sono imputati per tentato omicidio, ma solo per lesioni. Ma l’hanno detto loro: ‘è morto’, quindi è chiaro che stavano pensando di averlo ucciso. Com’è possibile?”.

La madre del giovane, Silvana, ha parlato con parole durissime: “Ecco, io sono qui per questo, per chiedere giustizia, perché comunque non è, tra virgolette, una semplice aggressione, è un tentato omicidio. Perché riguardando questo video la mia sensazione è quella di assistere a una battuta di caccia dove la preda viene inseguita, poi seguono comunque le persone più fragili e poi viene buttata per terra, picchiata con l’intento di uccidere. Lo dicono, lo dicono. Ecco, lo dicono anche, quindi io sono arrabbiatissima perché voglio giustizia”. E ancora: “Provo tanto dolore, tanto dolore e tanta paura. Dolore perché mio figlio poteva morire, paura perché non possiamo più vivere tranquilli”.

Giordano ha concluso l’intervista promettendo battaglia: “Grazie Silvana e grazie Matteo, noi ci batteremo perché a noi gli impuniti non piacciono e se queste persone saranno incriminate solo per lesioni significa che la faranno franca. I responsabili di questa violenza inaudita su un ragazzo fragile rischiano di farla franca. Grazie per il vostro coraggio, a noi quelli che la fanno franca non piacciono”.

La ricostruzione dell’aggressione. Matteo, universitario di Alba affetto da una patologia neurologica che limita i suoi movimenti, era a Sanremo con gli amici quando, all’uscita di una discoteca sul lungomare Italo Calvino, è stato accerchiato e colpito da più persone. Impossibilitato a fuggire, è stato pestato con calci e pugni fino a riportare la frattura della mandibola, una nuova lesione alla gamba sinistra già compromessa, oltre a lividi ed escoriazioni. La prognosi medica è stata fissata in 45 giorni. Secondo le indagini, la spedizione punitiva sarebbe nata dopo un diverbio: uno dei giovani francesi coinvolti avrebbe ricevuto un pugno da un ragazzo italiano e, richiamati gli amici, si sarebbe consumata la violenza. Le telecamere comunali e i video registrati dai residenti hanno confermato le dinamiche. Le immagini – le stesse mostrate in tv – hanno impressionato l’opinione pubblica.

Gli sviluppi giudiziari. Tre ragazzi sono stati fermati e portati in carcere a Sanremo: Florian Adam Faudel Zeghdar, 19 anni, residente a Monaco; Yassine Oulhint, 18 anni, anche lui residente nel Principato; e Zinedine Calderone, 21 anni, francese domiciliato a La Turbie. Nell’udienza di garanzia del 10 settembre il giudice Anna Bonsignorio ha convalidato l’arresto, disponendo la custodia cautelare in carcere per Zeghdar e Oulhint, mentre ha rimesso in libertà Calderone. I tre hanno chiesto scusa in aula, affermando di non essersi accorti della disabilità della vittima e negando collegamenti con l’altra aggressione, avvenuta quella stessa notte, ai danni di un 47enne. Le indagini, coordinate dalla Procura di Imperia, proseguono. Sono in corso analisi sui filmati e sui telefoni cellulari sequestrati. Parallelamente è stata avanzata la proposta di applicare un Daspo urbano per impedire agli imputati di accedere a Sanremo in futuro. La Procura valuterà ora se chiedere il rinvio a giudizio, l’archiviazione o un rito immediato, a seconda degli elementi raccolti.

La città e la famiglia chiedono giustizia. L’aggressione di Sanremo non ha lasciato indifferente la città né l’opinione pubblica nazionale. Le parole di Matteo e di sua madre a Fuori dal coro hanno restituito il volto umano di una vicenda che, al di là delle carte giudiziarie, racconta la fragilità e il coraggio di una famiglia che chiede giustizia. Silvana lo ha detto senza esitazioni: “Non possiamo più vivere tranquilli”. E Matteo, che lotta da sempre per una vita normale, ha ricordato a tutti cosa significa essere privati di questa possibilità: “Mi mette tristezza che una persona che lotta per avere una vita normale non possa stare tranquillo quando va in giro con i propri amici o per andare a scuola o al lavoro”.

Disabile massacrato da africani: “Ho visto la morte nei miei occhi” ultima modifica: 2025-10-07T22:15:23+00:00 da V
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