Il prete benedice la scuola, gli alunni islamici si tappano le orecchie
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**L’Islamizzazione avanza: a Cerea i bambini stranieri sfidano la nostra fede**

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Un gesto scioccante, un affronto intollerabile alla nostra identità cristiana. A Cerea, in provincia di Verona, durante la cerimonia di inaugurazione dei lavori di riqualificazione della scuola media “Dante Alighieri”, quattro ragazzini stranieri hanno compiuto un atto di aperta ribellione culturale: si sono tappati le orecchie mentre il parroco impartiva la benedizione. Un gesto deliberato, giustificato con un’arroganza che gela il sangue: “La nostra fede religiosa ci vieta di ascoltare la benedizione cattolica”. Questo episodio non è un caso isolato, ma un campanello d’allarme che squarcia il velo sul pericolo dell’islamizzazione strisciante che minaccia l’Italia.
### Un insulto alla nostra cultura
La scena, avvenuta sotto gli occhi increduli dei presenti, non può essere derubricata a bravata. Come ha dichiarato la dirigente scolastica Silvia De Mitri al *Giornale di Vicenza*, il comportamento dei quattro studenti è “inqualificabile” e rappresenta una palese mancanza di rispetto verso la religione cattolica, pilastro della nostra identità nazionale. Questi ragazzi, convocati dalla preside, hanno avuto l’audacia di difendere il loro gesto invocando i “principi del loro Dio”. Quale Dio? Quello di una cultura che rifiuta di integrarsi, che disprezza le nostre tradizioni e che si permette di sfidare apertamente la nostra fede in casa nostra?
Il sindaco Marco Franzoni, presente alla cerimonia, non ha usato mezzi termini: “Questo offende la nostra fede cattolica. Il rispetto deve essere reciproco”. Parole sacrosante, ma che non bastano. La dirigente ha promesso sanzioni, ma serve molto di più: serve un segnale forte contro chi osa calpestare i nostri valori. Questi episodi non sono incidenti, sono sintomi di un’invasione culturale che avanza senza freni, alimentata da un’immigrazione incontrollata che porta con sé valori incompatibili con i nostri.
### L’Europa sotto attacco: Verona epicentro dell’islamizzazione
L’onorevole Anna Maria Cisint, esponente della Lega al Parlamento Europeo, ha colto il cuore del problema: “Se qualcuno non sopporta le nostre tradizioni e la nostra cultura fortemente ancorata a radici cristiane, allora è meglio che torni a casa sua”. Non si tratta di intolleranza, ma di sopravvivenza. E il caso di Cerea non è casuale. Come rivela un report dell’intelligence francese, proprio nella provincia di Verona opera la più importante scuola di formazione per imam d’Europa. Coincidenza? No, è la prova che l’Italia sta diventando un terreno fertile per l’Islam radicale, un laboratorio dove si formano le menti che vogliono sostituire la nostra cultura con la sharia.
### Fermare l’invasione ora
Questo episodio è la goccia che fa traboccare il vaso. Non possiamo permettere che i nostri figli crescano in scuole dove la nostra fede viene derisa, dove la nostra identità viene calpestata da chi non ha alcuna intenzione di integrarsi. L’Italia è una nazione cristiana, e chi non accetta le nostre tradizioni non ha posto qui. La proposta di sanzioni è un primo passo, ma non basta. Serve una politica di tolleranza zero: stop all’immigrazione islamica regolare, espulsione di chi non rispetta i nostri valori e chiusura di ogni struttura che promuova l’Islam radicale, a partire dalle scuole per imam.
### Un grido di allarme
L’episodio di Cerea è un monito: l’islamizzazione non è un’ipotesi, è una realtà. Ogni giorno, nelle nostre città, assistiamo a segnali di una colonizzazione culturale che non possiamo più ignorare. Bambini che si tappano le orecchie davanti a una benedizione cattolica sono solo l’inizio. Se non agiamo ora, presto ci troveremo stranieri in casa nostra, costretti a chinare il capo davanti a una cultura che non conosce il rispetto reciproco. L’Italia deve svegliarsi: la nostra fede, la nostra identità, il nostro futuro sono in pericolo. Non c’è tempo da perdere: dobbiamo fermare l’invasione islamica prima che sia troppo tardi.
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