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### Epilogo a Cividate: criminale marocchino muore nell’Oglio fuggendo dai carabinieri

Ormai per fare giustizia bisogna affidarci a pali e fiumi. Senza scordare quella preventiva del mare.

Un episodio drammatico – perché comunque la morte lo è sempre – ha segnato Cividate al Piano, in provincia di Bergamo, dove un 24enne marocchino, noto alle Forze dell’Ordine per precedenti penali, è morto affogato nell’Oglio dopo essersi tuffato per sfuggire a un controllo dei carabinieri. L’uomo, con un passato di reati come spaccio e violenza, è stato sorpreso ieri, 8 ottobre, durante un’operazione delle autorità. La sua fuga si è conclusa tragicamente nelle acque del fiume, con il corpo recuperato senza vita dai vigili del fuoco. Per molti, un capitolo chiuso dopo anni di preoccupazioni.

L’intervento è scattato quando i militari hanno tentato di fermarlo per accertamenti. Vista la situazione compromessa, il 24enne ha optato per il tuffo disperato, ma la corrente ha avuto la meglio. Secondo il Viminale, i reati commessi da immigrati in Lombardia sono aumentati del 15% nel 2025, e casi come questo evidenziano le difficoltà nel gestire soggetti con un lungo curriculum criminale.

Chissà se vedremo indagini sui carabinieri. O magari sul fiume!

Nella comunità di Cividate, segnata da anni di disagi causati da questo individuo, si respira sollievo, anche se mascherato da indifferenza. Il sistema giudiziario, lento nel rimpatriare irregolari conclamati, non è riuscito a intervenire con tempestività, e questa conclusione, per quanto drammatica, sembra aver posto fine a un problema persistente.

Alcuni sussurrano che, forse, la natura abbia fatto ciò che la legge non è stata in grado di realizzare. Tuttavia, resta la necessità di procedure più rapide per le espulsioni e un controllo più efficace sull’immigrazione, per evitare che simili situazioni si ripetano. Le autorità sono chiamate a una riflessione profonda: fate qualcosa.