Anziano massacrato da tre immigrati perché non vogliono i suoi cani vicino
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**UN INCUBO A CANICATTÌ: IL PESTAGGIO DEI DUE FRATELLI E LA PAURA CHE SERPEGGIA NELLE NOSTRE STRADE**
Canicattì è stata teatro di un episodio di violenza che ha scosso l’intera comunità. Un canicattinese poco più che sessantenne si trova ricoverato in prognosi riservata all’ospedale Sant’Elia di Caltanissetta, dove è stato trasferito dopo un primo ricovero all’ospedale Barone Lombardo. Sarebbe stato pestato da almeno tre immigrati, in quello che sembra una vera e propria spedizione punitiva, anche se la vicenda è ancora da chiarire. Ferito anche il fratello sessantacinquenne dell’uomo.
L’uomo è stato ritrovato privo di sensi a terra, con evidenti traumi e ferite alla testa, un’immagine che ha fatto gelare il sangue a chiunque l’abbia vista. Ad occuparsi delle indagini sono i poliziotti della Squadra Mobile della Questura di Agrigento, del Commissariato di Canicattì e quelli della Scientifica, che stanno lavorando senza sosta per fare luce su quanto accaduto. Ma quello che emerge è un quadro drammatico, un quadro che ci costringe a riflettere su una realtà che sta diventando sempre più insostenibile.

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Secondo le prime ricostruzioni, il sessantenne qualche ora prima del pestaggio avrebbe avuto una discussione con la moglie di uno degli aggressori e si sarebbe difeso contro uno di loro con un coltello. Da qui sarebbe scattata la vendetta. Il canicattinese sarebbe stato pestato sotto casa, in un’escalation di violenza che lo ha lasciato a terra, incapace di difendersi. Sul luogo dell’aggressione sono stati ritrovati e sequestrati due coltelli, un dettaglio che aggrava ulteriormente la situazione e che ci fa domandare: dove siamo arrivati? Dove stiamo andando?
Ma ciò che rende questa vicenda ancora più inquietante è il fatto che gli aggressori sono come al solito immigrati. L’iniziale discussione sarebbe scoppiata per motivi di vicinato, forse per la presenza di alcuni cani che i fratelli canicattinesi tenevano in un casolare. E mentre noi ci indigniamo, mentre scriviamo articoli, mentre commentiamo sui social, loro continuano a vivere le loro vite, protetti da una giustizia che sembra sempre più impotente di fronte a questi episodi.
È tempo di suonare l’allarme. L’Italia non può più permettersi di chiudere un occhio. Non possiamo più tollerare che episodi di violenza come questo diventino la norma. Non possiamo più accettare che i nostri cittadini vivano nel terrore, che le nostre strade si trasformino in campi di battaglia. Questo non è un problema di integrazione. È un problema di sicurezza nazionale. È un problema che ci riguarda tutti, e che non possiamo più ignorare.
Chiediamo a gran voce che si prendano misure concrete. Che si rivedano le leggi sull’immigrazione, che si rafforzino i controlli, che si puniscano severamente chi commette reati. Perché se non lo faremo, saremo destinati a subire altre violenze, altri pestaggi, altre umiliazioni. E non potremo più dire di non essere stati avvertiti. L’Italia merita di meglio. Le nostre strade meritano di essere sicure. I nostri cittadini meritano di vivere senza paura. È ora di agire, prima che sia troppo tardi. Prima che l’Italia non esista più.
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