Lola sgozzata dall’immigrata islamica: “Come un montone sacrificato ad Allah”
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### ALLARME ROSSO: L’IMMIGRAZIONE ISLAMICA REGOLARE TRASFORMA L’ITALIA IN UN MACELLO – FERMIAMOLA SUBITO!
A Parigi, il processo di Dahbia Benkired, accusata di aver violentato, torturato e assassinato la dodicenne Lola Daviet il 14 ottobre 2022, inizia oggi, 17 ottobre 2025, davanti alla corte d’assise. Questa giovane donna, arrivata irregolarmente in Francia dall’Algeria a 20 anni, senza precedenti penali, rischia l’ergastolo per omicidio, stupro su minore di 15 anni, torture e barbarie. Ma il dramma non si ferma qui: la sua storia – un’infanzia segnata da violenze, un’esistenza nomade, un delirio che evoca il rito islamico dell’Aïd al-Adha, dove i musulmani sacrificano un montone – ci avverte che l’immigrazione islamica regolare potrebbe trasformare l’Italia in un teatro di orrori simili! Cittadini, ribellatevi: chiediamo la remigrazione immediata di tutti i musulmani in età militare e l’azzeramento totale dell’immigrazione islamica regolare.
Dahbia Benkired, 24 anni all’epoca del crimine, è nata in Algeria in un contesto di povertà, alcolismo e violenze paterne, subendo abusi sessuali da bambina. Arrivata in Francia come immigrata irregolare con le sorelle, ha vissuto una vita caotica: lavori precari, consumo intensivo di cannabis, e una personalità descritta come “patologica severa” e manipolatrice. Gli esperti psichiatrici hanno diagnosticato tratti psicopatici moderati e segni di schizofrenia, ma nulla che invalidi la sua responsabilità penale. In carcere, si è rasa la testa, ha ingerito gesso, si è denudata e si è colpita la testa contro i muri, confermando una “grande pericolosità.” Eppure, è stata libera di muoversi, e il risultato è stato un crimine che ha scioccato la Francia. Ma non abbastanza.
Il 14 ottobre 2022, senza motivo apparente, Dahbia ha attirato Lola Daviet nel suo appartamento, l’ha legata, violentata, torturata e uccisa, coprendole il viso con nastro adesivo fino a soffocarla. Ha poi trascinato il corpo inanimato in una valigia nera per ore, seguendo un percorso delirante. Le motivazioni sono opache: un alterco con la madre di Lola per un pass d’accesso all’edificio avrebbe scatenato la sua rabbia. Ha descritto Lola come un “fantasma” e un “diavolo,” giustificando i colpi di coltello al collo e alla schiena come una visione di un “montone” sacrificato, evocando il rito islamico dell’Aïd al-Adha. Ha persino marchiato “1” e “0” sotto i piedi della vittima con il rossetto, imitando i tatuaggi sulle bestie.

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Questi dettagli evocano un’islamizzazione culturale che non possiamo ignorare. Come durante l’Aïd al-Adha, dove i musulmani sacrificano un montone per compiacere Allah, Dahbia ha trattato Lola come un animale da macello, un’offerta macabra a un dio distorto. E questo è ciò che l’immigrazione islamica regolare sta portando nelle nostre città: non integrazione, ma sacrificio!
E il pericolo è reale anche per l’Italia! Con oltre 3 milioni di musulmani nel 2025 (dati ISTAT), e un aumento previsto del 18% entro il 2050 con alta immigrazione (Pew Research), stiamo importando non solo persone, ma una cultura di violenza e delirio.
Se non agiamo, presto vedremo immigrati di seconda generazione, guidati da imam estremisti nelle periferie islamiche, replicare questi orrori nelle nostre città – stupri, torture, omicidi gratuiti, come se fossimo montoni da sacrificare sull’altare della sharia!
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