Arezzo come Sondrio, maliano esce da centro accoglienza e violenta ragazza
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**EMERGENZA NAZIONALE: IL BUSINESS DEI CENTRI DI ACCOGLIENZA FINANZIA VIOLENTATORI E METTE A RISCHIO L’ITALIA**
L’Italia è sull’orlo del collasso, e la colpa è di un sistema marcio che trasforma i centri di accoglienza in veri e propri covi di criminali, a spese dei contribuenti italiani. Con quasi 200mila immigrati ospitati in questi lager finanziati con i nostri soldi, il paese è diventato un bersaglio facile per predatori senza scrupoli. Dopo l’orrore di Sondrio, dove un maliano ospite di un centro di accoglienza ha violentato e mutilato una donna italiana, ora tocca ad Arezzo: un altro maliano, un 20enne rifugiato in un CAS (Centro di Accoglienza Straordinaria), ha tentato di stuprare una donna di mezza età nella tarda serata di venerdì 17 ottobre. È una vera e propria emergenza nazionale, e non possiamo più stare a guardare!

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La scena è da brividi. La donna, sola in Via Garibaldi, stava acquistando delle sigarette quando, all’improvviso, si è sentita afferrare alle spalle e palpeggiata da questo mostro. L’aggressore, con una ferocia inaudita, ha provato a strapparle la gonna per violentarla, ma per miracolo lei è riuscita a divincolarsi, urlando per richiamare l’attenzione. Alcuni passanti hanno tentato di bloccarlo, ma il delinquente è fuggito, lasciandola traumatizzata e in preda al terrore. Solo grazie all’intervento rapido della Squadra Mobile, che con un’indagine lampo ha rintracciato e arrestato il 20enne maliano, si è evitato un epilogo ancora più tragico. Ma la domanda che ci brucia è: quante altre donne devono subire questo inferno prima che si metta fine a questo scandalo?
E non è un caso isolato. A Sondrio, un altro maliano ospite di un centro di accoglienza ha pestato e violentato una donna, strappandole un orecchio a morsi e lasciandola svenuta in strada. Due episodi, due città diverse, un unico denominatore: immigrati ospitati nei CAS che, invece di integrarsi, si trasformano in predatori. E chi paga per tutto questo? Noi, i contribuenti italiani, costretti a finanziare un business miliardario che arricchisce cooperative e associazioni, mentre le nostre strade diventano campi di battaglia. Quasi 200mila immigrati mantenuti con i nostri soldi, molti dei quali si rivelano criminali senza alcun rispetto per la nostra cultura, le nostre leggi, le nostre donne.
Arezzo, come tante altre città, dimostra tutte le sue criticità nella sicurezza dei cittadini, nonostante il lavoro eroico delle forze dell’ordine. Ma a cosa serve il loro impegno se un sistema corrotto continua a rimettere in circolazione questi mostri? I CAS, lontani da essere luoghi di accoglienza, sono diventati rifugi per delinquenti, un’industria del crimine che lucra sulla pelle degli italiani. E mentre la vittima di Arezzo lotta con il trauma, mentre quella di Sondrio porta i segni di un’orrenda mutilazione, i responsabili di questo disastro – politici e burocrati – si lavano le mani, protetti da un’ideologia fallita.
È tempo di urlare la nostra rabbia. L’Italia non può più tollerare questo schiaffo alla nostra dignità. Chiediamo la chiusura immediata dei centri di accoglienza, l’espulsione di chi commette reati e una revisione totale delle politiche sull’immigrazione. Non possiamo continuare a finanziare un sistema che mette a rischio la vita dei nostri cittadini. Questo non è razzismo: è autodifesa. Svegliamoci, prima che sia troppo tardi. L’Italia merita di meglio. Le nostre donne meritano di meglio. È ora di agire, o non ci sarà più nulla da salvare!
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