Preparava attentati dal centro accoglienza dove viveva a spese italiani
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Accolto e mantenuto dagli italiani, il 33enne tunisino Slah Omri pubblicava video sui social che inneggiavano alla morte degli infedeli da un centro di accoglienza in provincia di Salerno. @amendolaraf pic.twitter.com/gxiUTe6IAB
— Francesca Totolo (@fratotolo2) October 22, 2025
### L’Influencer della Jihad a Domiciliari: il Caso Scioccante di Slah Omri, Ospite di un Centro d’Accoglienza a Salerno
Una notizia che scuote l’Italia fino alle fondamenta emerge oggi da Salerno, gettando una luce inquietante sull’attuale gestione dei centri d’accoglienza. Slah Omri, un 33enne tunisino, è stato posto agli arresti domiciliari dopo che le autorità hanno scoperto che, dall’interno di un centro d’accoglienza nella provincia salernitana, pubblicava video su TikTok inneggianti alla morte degli “infedeli”. Accolto e mantenuto a spese degli italiani, Omri ha trasformato il rifugio offerto dal nostro Paese in una piattaforma per la propaganda jihadista, realizzando oltre 200 video carichi di odio e incitamento alla violenza. La denuncia, rilanciata su X dall’utente @fratotolo2 e supportata dal giornalista Fabio Amendolara, ha scatenato un’ondata di indignazione e richieste di chiusura immediata di questi centri.
#### La Scoperta Shock: Video di Odio dal Centro d’Accoglienza
Le indagini, condotte dalla Digos e coordinate dalla Procura di Salerno, hanno portato alla luce un profilo TikTok gestito da Omri, dove l’uomo, definito un “influencer del terrorismo”, pubblicava contenuti estremisti. Nei video, girati all’interno del centro d’accoglienza che lo ospitava, Omri inneggiava alla lotta armata contro gli “infedeli”, esaltava il sacrificio e la vittoria islamica, e incitava i suoi follower a unirsi alla jihad. Tra i materiali sequestrati, anche un coltello e un telefono con registrazioni che documentano la sua attività online. Secondo le fonti, Omri vantava legami con ambienti radicali islamici e aveva cercato di reclutare giovani, condividendo i suoi messaggi anche su WhatsApp e altre piattaforme.
L’ordinanza di custodia cautelare, emessa sulla base di prove schiaccianti, descrive un individuo che, pur vivendo a carico dello Stato italiano, ha sfruttato la sua posizione per seminare odio. “È un paradosso intollerabile”, ha dichiarato un alto funzionario della Digos, “che un terrorista potenziale venga mantenuto con i soldi dei contribuenti italiani, mentre trama contro di loro”.
#### Domiciliari: una Sanzione Ridicola per un Pericolo Globale
La decisione di assegnare gli arresti domiciliari a Omri ha scatenato un’ondata di proteste sui social e nelle strade. “Ai domiciliari significa che continuerà a vivere nel centro d’accoglienza, sempre a nostre spese?”, si chiede sdegnata l’utente @BarMalacca su X, riassumendo il sentimento di molti. Altri, come @Marcell92741535 e @marisa159235254, chiedono a gran voce il rimpatrio immediato, definendo la misura “un insulto alla sicurezza nazionale”. La Procura ha motivato la scelta con la necessità di evitare il rischio di fuga, ma l’opinione pubblica vede in questa sanzione una clamorosa sottovalutazione del pericolo rappresentato da Omri.
Il tunisino, giunto in Italia come richiedente asilo, era stato inserito in un centro d’accoglienza dopo un iter che, secondo le autorità, non aveva rilevato i suoi legami con ambienti estremisti. Ora, il caso solleva interrogativi sulla capacità delle strutture di screening e sulla gestione dei migranti irregolari, che in Italia ammontano a circa 200mila persone ospitate in oltre 10mila centri.
#### L’Ipocrisia dei Centri d’Accoglienza: un Sistema da Smantellare
Il caso di Slah Omri non è isolato. Ricorda l’aggressione di Roma di questa mattina, quando una donna è stata minacciata con un coltello da un africano, probabilmente uno spacciatore che bivaccava in piazza Pepe. Proprio in quella piazza, un mese fa, la sinistra aveva organizzato la serata “Cucina meticcia” per celebrare la società multiculturale, ignorando il degrado che la circonda. Allo stesso modo, i centri d’accoglienza si stanno rivelando non luoghi di integrazione, ma incubatori di criminalità e radicalismo.
A Salerno, Omri viveva in una struttura finanziata con fondi pubblici, godendo di vitto, alloggio e assistenza medica, mentre tramava contro il Paese ospitante. “È una bomba a orologeria che abbiamo acceso noi stessi”, tuona un residente locale in un’intervista a *Il Mattino*. “Questi centri vanno chiusi, e chi predica odio deve essere rimpatriato, non premiato con domiciliari”.
#### La Richiesta Popolare: Chiusura e Rimpatrio Immediato
L’indignazione dilaga. Gli italiani, stanchi di finanziare un sistema che sembra favorire i criminali a scapito della propria sicurezza, chiedono a gran voce un cambiamento radicale. “Basta con i 200mila scrocconi mantenuti nei 10mila centri d’accoglienza”, scrive @FraPao70 su X. “Rimandiamoli a casa loro e riprendiamoci le nostre città”. Il caso di Omri, unito agli episodi di violenza quotidiana come quello di Roma, rafforza la narrativa di un Paese sotto assedio, dove la tolleranza si è trasformata in una pericolosa ingenuità.
#### Conclusione: Sveglia, Italia!
L’Italia non può più permettersi di ospitare chi la odia e la minaccia. Il caso di Slah Omri, l’influencer della jihad domiciliato a Salerno, è la prova definitiva che i centri d’accoglienza sono falliti. È tempo di smantellarli, rimpatriare gli irregolari e ripristinare la sicurezza nelle nostre strade. Roma e Salerno sono solo l’inizio: se non agiamo ora, il prossimo coltello potrebbe essere troppo vicino. Sveglia, Italia, prima che sia troppo tardi!
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