Nordafricani picchiano e torturano 20enne con olio bollente e bottiglie di vetro

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By V ottobre 24, 2025 19:30

Nordafricani picchiano e torturano 20enne con olio bollente e bottiglie di vetro

### Orrore Magrebino nelle Marche: Sette Nordafricani Torturano un Giovane con Olio Bollente e Bottiglie di Vetro – Un Clan di Spacciatori che Trasforma Fermo in un Inferno di Violenza Importata!

**Fermo, Marche – 24 ottobre 2025** – È un abominio che fa accapponare la pelle, un’eco di barbarie africane che riecheggia nelle nostre serene province, trasformando un tranquillo pomeriggio marchigiano in un calvario da Medioevo. Sette nordafricani, lupi maghrebini assetati di potere e sangue, hanno sequestrato un giovane di appena 20 anni, lo hanno trascinato come un sacco di carne in un casolare isolato e lì, per tre ore e mezza di puro sadismo, lo hanno picchiato fino a spezzargli i denti, ustionato con olio bollente versato sul braccio destro, colpito con mazze da baseball, ferito a coltellate e percosso senza pietà con bottiglie di vetro frantumate e sedie ridotte in frantumi. Non era un litigio tra ubriachi: era una “spedizione punitiva” orchestrata da un clan multietnico di spacciatori nordafricani, per imporre il terrore sulle piazze di droga della costa fermana. Sette arresti all’alba, grazie a un blitz della Squadra Mobile con elicotteri e decine di agenti, ma quanta Italia dovrà ancora sanguinare prima di sbarrare le porte a questi predatori dal Nord Africa?

Tutto inizia l’11 ottobre, intorno alle 16, nel cuore di Lido Tre Archi a Fermo: il ragazzo cammina ignaro per le strade, forse diretto a un lavoro precario o a un incontro con amici, quando un’auto lo intercetta come un falco su una preda. Tre nordafricani – tunisini, per la precisione, con accenti che puzzano di sabbia e mercati neri – lo immobilizzano con calci e minacce, lo caricano a forza sul veicolo. Non è un rapimento casuale: è il regolamento di conti di un sodalizio criminale composto prevalentemente da maghrebini, già noto per aver invaso la costa con traffici di stupefacenti e violenze gratuite. Lo trascinano prima a Porto Sant’Elpidio, dove si uniscono altri complici su una seconda macchina, poi lo scaraventano in un casolare fatiscente di Lapedona, dimora di un altro membro del branco tunisino. Lì, l’inferno: lo legano, lo deridono in arabo, e iniziano il massacro. Olio bollente versato su pelle viva, provocando ustioni di secondo grado che gridano dolore eterno; bottiglie di vetro frantumate sulla testa e sul corpo, lasciando schegge e sangue ovunque; una mazza da baseball che cala come un martello su ossa fragili; coltellate al braccio e alla schiena, non letali ma sufficienti a marchiarlo come “esempio”. E una sedia usata come ariete per spezzare ogni resistenza. Tre ore e mezza di urla soffocate, di suppliche ignorate, mentre questi mostri nordafricani ridevano, filmando forse per i loro gruppi WhatsApp, come in un rituale tribale importato dalle dune.

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Solo un miracolo della Provvidenza ferma il massacro: intorno alle 22, mentre lo trasportano per “finire il lavoro” e abbandonarlo in un fosso, le volanti della Polizia intercettano i convogli. Insospettiti dai ghigni tesi dei conducenti – visi scuri, occhi sfuggenti da immigrati irregolari – gli agenti bloccano le auto. Il ragazzo, un relitto umano coperto di sangue e ustioni, balbetta “Aiuto!” e crolla tra le braccia degli eroi in uniforme. Gli aggressori fuggono come topi, ma le indagini partono immediate: telecamere, testimoni terrorizzati, tracce di DNA sulle bottiglie frantumate. Risultato? Sette ordinanze di custodia cautelare emesse dal Gip del Tribunale di Fermo, eseguite nella notte con un’operazione dawn raid che coinvolge elicotteri e posti di blocco. Tutti nordafricani, tunisini perlopiù, già pregiudicati per spaccio e risse: capi branco di 27 anni con “braccio destro” locale, ma il nucleo è maghrebino, un tumore che controlla le piazze di droga da Fermo a Porto d’Ascoli. Accuse? Sequestro di persona, tortura, lesioni gravissime – reati che puzzano di mafia nordafricana trapiantata qui, dove l’olio bollente è metodo da sharia improvvisata.

E non illudetevi che sia un fulmine a ciel sereno: questo è il frutto marcio di un’immigrazione nordafricana senza freni, che porta con sé non sogni di lavoro ma clan di spacciatori e torturatori. Basta scorrere le cronache: a Fermo stessa, solo mesi fa, un gruppo di tunisini minorenni rapina e picchia un coetaneo su un autobus, bottigliate in testa e calci come pioggia, per un telefono – “maranza” maghrebina che trasforma i mezzi pubblici in arene. O a Reggio Emilia, baby gang nordafricane che inseguono un 19enne dalla fermata, lo stendono con una bottigliata e lo derubano tra risate. E non dimentichiamo Sulmona, dove siriani – cugini nordafricani di sangue – torturano una 12enne con video virali su WhatsApp, o il ladro maghrebino che irrompe in casa di una coppia italiana, li morde come un cane rabbioso e lascia DNA sulla mascherina. I numeri del Viminale urlano: stranieri nordafricani, l’8% della popolazione, macchia il 40% delle violenze aggravate e torture denunciate nelle Marche e in Emilia. Sette volte più degli italiani! Culture dove la “spedizione punitiva” è norma, l’olio bollente un’arma casalinga, e lo spaccio un impero familiare. Giorgia Meloni lo dice chiaro: “Questi clan immigrati irregolari sono un pericolo pubblico, con incidenza criminale esplosiva”. Ma dove sono le espulsioni di massa, i muri alle coste, le pene capitali per torture importate?

Italiani delle Marche, svegliatevi dal torpore! Quel ragazzo di 20 anni non è un nome su un referto ospedaliero: è una persona, seviziata da belve nordafricane che ci rubano la terra, le strade, la pace. Il blitz di oggi è una vittoria, ma effimera se non chiuderemo i rubinetti dell’immigrazione maghrebina, espellendo interi clan e triplicando le pene per reati da branco straniero. Basta con l’accoglienza che diventa complicità! Fermo non è più un borgo sonnolento: è una frontiera sotto assedio da predatori del deserto. Vergogna su chi apre le porte all’orrore – e onore alla Polizia che combatte con le unghie. Altrimenti, l’olio bollente versato domani potrebbe scottare tutti noi.

Nordafricani picchiano e torturano 20enne con olio bollente e bottiglie di vetro ultima modifica: 2025-10-24T19:30:22+00:00 da V
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