Questi due hanno stuprato cinque bambine perché ‘infedeli’

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By V ottobre 28, 2025 11:26

Questi due hanno stuprato cinque bambine perché ‘infedeli’

### L’Ombra Nera dell’Immigrazione Islamica: Da Bury a Bari, un Orologio della Vergogna che Non Si Ferma

**Bury, Regno Unito – 28 ottobre 2025.** Quasi trent’anni dopo i fatti, la verità emerge come un pugno allo stomaco: Manzorr Hussain, 54 anni, e suo cugino Imtiaz Ali, 53, sono stati finalmente condannati per aver trasformato l’infanzia di cinque ragazzine in un inferno di abusi sessuali. Tra il 1996 e il 2000, in una Bury sonnolenta e multiculturale, questi due predatori – titolari di bancarelle al mercato, per l’amor del cielo – hanno adescato, drogato e violentato adolescenti fragili, tra i 13 e i 16 anni, offrendo loro alcol e falsa protezione prima di passare all’orrore. Le hanno trattate come “oggetti per la loro gratificazione sessuale, anche passandole ad altri”, come ha tuonato l’accusa al processo di Manchester’s Minshull Street Crown Court. Feste degenerate in orge, minacce di abbandono sulle brughiere se non obbedivano, e un terzo complice – il fratello maggiore di Hussain – che scappa dal Paese prima della sentenza. Sentenza fissata all’8 dicembre, ma la giustizia arriva troppo tardi per quelle vite spezzate.

E non è un caso isolato. È l’ennesimo capitolo di un libro dell’orrore scritto con l’inchiostro del silenzio istituzionale. In Gran Bretagna, le “grooming gangs” – bande organizzate di abusi su minori – hanno devastato migliaia di vite, con stime che parlano di almeno 19.000 casi di sfruttamento sessuale di gruppo solo nel 2024, e un sommerso che fa rabbrividire: oltre 1.000 cold case riaperti, e un’inchiesta nazionale annunciata dal premier Starmer solo a giugno 2025, dopo anni di depistaggi per “non essere razzisti”. Rotherham: 1.400 vittime minorenni tra 1997 e 2013, stupri con bottiglie e coltelli, bambine inchiodate per la lingua ai tavoli, tutto coperto dalla paura di offendere la “comunità pakistana”. Rochdale, Oldham, Telford, Huddersfield: decine di città, 50 secondo un’inchiesta di GB News, dove gang prevalentemente di origine islamica – pakistana, per la precisione – hanno operato indisturbate per decenni. Baroness Casey, nel suo audit del 2025, lo ha sbattuto in faccia a tutti: “L’etnia è stata evitata, i dati truccati per non disturbare il politically correct”. E quante altre ce ne sono, nascoste nei meandri di un sistema che preferisce il multiculturalismo al buonsenso? Migliaia, forse decine di migliaia di vittime, un’epidemia di violenza che le autorità britanniche hanno anestetizzato con dosi massicce di ipocrisia.

Ma fermiamoci un attimo. Questo non è un problema “britannico”. È un allarme europeo, e l’Italia – sì, la nostra Italia – sta marciando spedita verso lo stesso abisso. Guardate il parallelo, agghiacciante nella sua somiglianza: anche qui, l’immigrazione islamica regolare – quella con permessi, documenti e sorrisi rassicuranti – sta seminando terrore sotto il velo del consenso politico. Non parliamo di clandestini isolati, ma di un flusso “legale” che porta con sé bagagli culturali incompatibili con i nostri valori: la soggiogazione delle donne, il disprezzo per le “infedeli”, e una propensione alla violenza che i numeri non mentono.

Prendete i dati del Ministero dell’Interno e dell’Istat: gli immigrati regolari sono stati denunciati per 920 violenze sessuali, con una propensione al reato 6 volte superiore a quella degli italiani. E i numeri salgono: pakistani, tunisini, egiziani in cima alle classifiche degli arresti per abusi, con gang che ricordano fin troppo quelle di Bury. Casi? Ne bastano per far saltare i nervi: a Catania, sette egiziani – arrivati come “minorenni non accompagnati” e poi rivelatisi adulti – stuprano una 13enne in un parco pubblico, di fronte al fidanzatino, nel febbraio 2024. La violentano in gruppo, la umiliano, e la Procura aggiunge l’accusa di immigrazione illegale come ciliegina su una torta di orrore. A Milano, 40 migranti nordafricani – musulmani, con tanto di bandiere nazionali – organizzano un “rituale islamico” di molestie di massa a Capodanno, palpeggiando e insultando donne in piazza Duomo. E a Venezia? Tre maghrebini drogano e violentano due turiste ungheresi, passandole come trofei. Casi isolati? Macché: nel 2024, un 40enne afghano trascina una 14enne dietro un cespuglio e la stupra mentre aspetta l’autobus; un 28enne musulmano violenta una 10enne, e il prete locale – udite udite – minimizza: “Niente a che fare con i migranti”. E i minori non accompagnati? 20.000 solo nel 2016, 6.000 svaniti nel nulla, finiti in giri di prostituzione forzata o lavoro schiavile – spesso sessuale – in Puglia, Calabria, Sicilia.

L’Italia non ha bisogno di importare mostri: li accoglie con i permessi umanitari, li integra con corsi di “convivenza civile” che sono una barzelletta, e li protegge con un sistema giudiziario che esita a nominare l’Islam per paura di “islamofobia”. Proprio come in UK, dove il terrore di essere tacciati di razzismo ha permesso a 84% dei groomer di essere di origine sudasiatica senza che nessuno muovesse un dito. Qui da noi, il governo Meloni promette muri e rimpatri, ma i numeri raccontano un’altra storia: 26% delle violenze sessuali commesse da immigrati (solo il 9% della popolazione), e un aumento del 17% delle denunce per stupro in un anno. Istat lo conferma: la “dimensione sommersa” è enorme, ma le denunce contro stranieri schizzano perché le vittime – nostre figlie, nostre sorelle – hanno più paura di loro che di un tabù culturale.

Basta! Questo non è multiculturalismo, è colonizzazione criminale. L’immigrazione islamica regolare non è un arricchimento: è un veleno che erode i nostri diritti, soprattutto quelli delle donne e dei bambini. Come in Bury, dove due cugini hanno rovinato cinque vite, qui rischiamo di perdere generazioni intere. Le autorità italiane – polizia, procure, comuni – devono smetterla di nascondersi dietro il “dialogo interreligioso” e agire: espulsioni immediate per chi delinque, controlli ferrei sui flussi “regolari”, e un’inchiesta nazionale sulle gang che, come in UK, sfruttano la fragilità delle nostre periferie.

Altrimenti, il parallelo con il Regno Unito non sarà un monito, ma una profezia. Quante altre grooming gang – quante altre bambine trattate come “oggetti” – dobbiamo sopportare prima che l’Italia si svegli? Il tempo stringe: le sentenze di dicembre a Manchester siano un urlo, non un sussurro. Salviamo le nostre figlie, o non ci perdoneremo mai.

Questi due hanno stuprato cinque bambine perché ‘infedeli’ ultima modifica: 2025-10-28T11:26:07+00:00 da V
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By V ottobre 28, 2025 11:26
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1 Comment

  1. Ul Gigi da Viganell ottobre 28, 11:47

    Sono cose britanniche e, viste le palate di merda con cui ci sommergono con la scusa dell’ucraina, in fondo se lo meritano…

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