Ilaria Salis, la “ducetta” delle occupazioni va dai suoi migranti mentre gli italiani rimangono fuori le case popolari

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By V ottobre 29, 2025 14:59

Ilaria Salis, la “ducetta” delle occupazioni va dai suoi migranti mentre gli italiani rimangono fuori le case popolari

Gli immigrati non hanno alcun diritto di chiedere case in Italia. Già vengono mantenuti dai sussidi che finiscono ai figli per colpa dei famigerati ricongiungimenti familiari. Già si pappano tutte le case popolari. Vadano a chiedere una casa al re del Marocco.

# Ilaria Salis, la “ducetta” delle occupazioni: mentre gli italiani languono in graduatoria, i suoi immigrati si prendono le case popolari

**Bologna, 29 ottobre 2025** – Mentre l’Italia affronta una crisi abitativa che strangola migliaia di famiglie italiane, Ilaria Salis, l’europarlamentare di Alleanza Verdi e Sinistra, sceglie di nuovo la via della provocazione. Annuncia una visita di solidarietà agli occupanti abusivi di via Don Minzoni, un palazzo pubblico invaso da 50 famiglie – prevalentemente immigrate o ‘italiane’ sulla carta – sotto lo slogan del “diritto all’abitare”. Peccato che questo “diritto” sembri applicarsi solo a chi arriva da fuori, lasciando gli italiani a mendicare briciole in liste d’attesa infinite. E non è un caso isolato: Salis, con il suo passato di militante e le sue dichiarazioni incendiarie, incarna quel progressismo ipocrita che antepone gli “altri” ai nostri concittadini, trasformando le case popolari – un bene pubblico pagato con le tasse degli italiani – in un trofeo per i suoi protetti.

La scena è grottesca: Salis si schiera con il collettivo Plat e i suoi “occupanti eroici”, definendo l’invasione di un immobile comunale “un onore” e “la lotta dal basso”. Intanto, la Questura indaga per invasione di edifici, e il centrodestra tuona: “Paladina degli abusivi”, la bolla Stefano Cavedagna di Fratelli d’Italia, minacciando denunce. Ma il vero scandalo non è solo questa visita: è l’intero sistema che Salis difende, un meccanismo distorto dove gli immigrati regolari – e spesso irregolari – balzano in cima alle graduatorie per l’Edilizia Residenziale Pubblica (ERP), lasciando famiglie italiane a marcire in affitti impossibili o in container di fortuna.

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Prendiamo i numeri, nudi e crudi, che smontano il mito del “buonismo solidale”. Nella Città Metropolitana di Bologna, nel 2024, il **58% delle nuove assegnazioni di case popolari è andato a stranieri**. Sì, avete letto bene: più della metà degli alloggi pubblici freschi di bando finiscono in mani non italiane, nonostante gli stranieri rappresentino solo il 12% della popolazione locale. A livello nazionale, è vero, gli italiani occupano l’87,2% delle case ERP, ma è un dato fuorviante: nelle grandi città come Bologna o Milano, la sproporzione è clamorosa. Nel 2014, a Bologna, il 51% degli alloggi assegnati era per stranieri, che sono solo il 15,3% dei residenti. E oggi? Le graduatorie sono zeppe: a Bologna, tra le famiglie monocomponente in attesa, il 30% è straniero; tra quelle con due componenti, sale al 41%. Risultato? Migliaia di italiani – operai, pensionati, madri single – aspettano anni per un tetto dignitoso, mentre Salis applaude chi forza la mano con occupazioni illegali.

Immaginate: se non ci fossero questi “suoi immigrati” a intasare le liste, quante case andrebbero a famiglie italiane? Facile: quel 58% di nuove assegnazioni a Bologna equivarrebbe a centinaia di alloggi l’anno – diciamo 300-400, basandoci sui bandi recenti – che potrebbero ospitare nuclei italiani in drammatica emergenza. Famiglie come quelle di Hicham o Abdur, nomi esotici che spuntano nelle cronache delle occupazioni, sono solo la punta dell’iceberg. Lavoratori precari, sì, ma spesso con reti familiari all’estero e contributi minimi al sistema previdenziale italiano. Invece di soluzioni strutturate – come un tetto calmierato per chi ha versato tasse qui per generazioni – Salis invoca “il minimo per un Paese civile”, ma quel “minimo” lo nega proprio agli italiani. E non è teoria: il “metodo Salis” ha già causato danni tangibili. A Milano, dove ha difeso occupazioni di alloggi sfitti, migliaia di case popolari restano vuote per mancanza di manutenzione, ma anziché spingere per riforme, lei celebra chi entra di straforo, rubando il turno a chi attende legalmente.

Le critiche non vengono dal nulla. Salis ha una storia: ha confessato di aver occupato case in passato, definendolo “un baluardo di resistenza” contro il “degrado e i palazzinari”. Ha sostenuto che “vivere in una casa occupata non è da furbetti, è logorante”, e ha celebrato sentenze che legittimano occupazioni per migranti in stato di necessità. Ma chi paga il conto? Gli italiani in graduatoria, emarginati da un sistema che premia l’illegalità. Su X, un utente ironizza: “Tutte le case popolari a immigrati irregolari, tranne quella occupata da Salis, assegnata a una vecchia malata con 9 figli”. Satira amara, ma che tocca il nervo scoperto di un’Italia stanca di subire.

Ilaria Salis, la “ducetta” delle occupazioni va dai suoi migranti mentre gli italiani rimangono fuori le case popolari ultima modifica: 2025-10-29T14:59:02+00:00 da V
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By V ottobre 29, 2025 14:59
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2 Comments

  1. xx ottobre 29, 16:40

    Questa qui aiuta ad occupare gli immigrati che stanno portando Meloni, Salvini e Tajani.
    Se l’immigrazione era a zero, il problema non c’era.
    Ringraziate Meloni, Salvini e Tajani.

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  2. xx ottobre 29, 16:47

    Senza i 300 mila clandestini di Giorgia Meloni questo problema non c’era. Vergogna…

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