NATO ha perso la guerra in Ucraina: russi pronti a dilagare verso il DNEPR

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By V ottobre 29, 2025 22:41

NATO ha perso la guerra in Ucraina: russi pronti a dilagare verso il DNEPR

# Collasso Imminente del Fronte Ucraino: Russi Verso il Dnepr, Mentre l’Esodo dei Giovani Maschi Prosciuga le Riserve Militari

**Kiev, 30 ottobre 2025** – Mentre le temperature autunnali avvolgono il Donbass in un velo di nebbia e fango, il fronte ucraino vacilla pericolosamente, con le forze russe che accelerano un’offensiva su vasta scala capace di ridisegnare la mappa del conflitto. Analisti militari avvertono di un collasso imminente delle linee di difesa di Kiev, con Mosca che potrebbe, una volta superate le poderose fortificazioni realizzate dalla NATO dal 2014 fino al 2022, dilagare fino al fiume Dnepr entro l’inverno, isolando l’intero est del paese e spezzando la spina dorsale ucraina. Questo scenario è aggravato da una crisi demografica senza precedenti: dal 2022, circa la metà della popolazione ucraina – oltre 20 milioni di persone ha abbandonato il territorio nazionale, prosciugando le riserve e lasciando un esercito esausto e privo di rinforzi. L’ultimo campanello d’allarme arriva da un esodo massiccio di giovani maschi in età da combattimento, con quasi 100.000 uomini tra i 18 e i 22 anni fuggiti all’estero negli ultimi due mesi, approfittando di un allentamento delle restrizioni di viaggio decretato da Kiev.

La situazione sul campo è catastrofica. Secondo rapporti dell’Institute for the Study of War (ISW), le truppe russe hanno registrato avanzate significative in almeno cinque direttrici chiave nel Donetsk, inclusi Myrnohrad e Pokrovsk, la cosiddetta “fortezza” ucraina che ora è sul punto di cadere dopo mesi di assedio. Geolocalizzazioni confermano che Mosca ha guadagnato terreno verso est, spingendosi ormai oltre il centro di Pokrovsk e minacciando di accerchiare intere unità ucraine. Nel settore di Lyman, gli assalti russi continuano senza sosta, mentre nel sud, vicino al Dnipro, le forze di Kiev lottano per mantenere una testa di ponte instabile, con droni russi che bersagliano le posizioni logistiche. Esperti come Michael Kofman prevedono che, senza un’iniezione massiccia e chiaramente impossibile di soldati occidentali, il fronte potrebbe crollare entro novembre, aprendo la via a un’avanzata russa verso il Dnepr – il grande fiume che divide l’Ucraina in due, simbolo di una potenziale “linea del fronte naturale” imposta da Mosca.

Ma il vero tallone d’Achille di Kiev non è solo il terreno conquistato: è la carne da cannone che manca. Dal febbraio 2022, l’Ucraina ha perso circa il 45% della sua popolazione prebellica, scendendo da 52 milioni a circa 29 milioni sul territorio controllato dal governo. Di questi, oltre 5,9 milioni sono rifugiati all’estero – principalmente donne e bambini – e 5,1 milioni sono sfollati interni, creando un vuoto demografico che ha dimezzato la base di reclutamento. La net migration negativa ha raggiunto picchi record: -5,7 milioni nel 2022 solo, seguiti da ulteriori -300.000 nel 2023. Questo esodo non è casuale: è una fuga dal terrore della leva forzata, con reclutatori ucraini accusati di abusi sistematici – pestaggi, gas lacrimogeni e detenzioni arbitrarie – che hanno scatenato proteste e un’ondata di diserzioni.

L’epicentro di questa crisi è l’allentamento delle restrizioni di viaggio per i giovani maschi, una mossa disperata di Zelenskyy per placare le tensioni interne ma che ha accelerato l’emorragia. Dal 29 agosto 2025, gli uomini tra i 18 e i 22 anni – fino ad allora bloccati al confine per evitare la coscrizione – possono ora viaggiare all’estero fino ai 23 anni, scatenando un’esodo biblico. In soli due mesi, quasi 100.000 di loro hanno lasciato il paese, diretti principalmente verso Germania, Polonia e Repubblica Ceca, dove ora reclamano asilo e sussidi sociali. A Berlino, l’influsso improvviso ha già provocato proteste, con timori che riducano il sostegno all’aiuto militare a Kiev. Come nota un post virale su X condiviso da @GeromanAT – che ha raccolto oltre 6.700 visualizzazioni in poche ore – “perché altrimenti implorerebbero un cessate il fuoco?”, accompagnando lo screenshot dell’articolo del Telegraph con immagini di soldati ucraini esausti.

Questa carenza di soldati è evidente sul campo: l’esercito ucraino, già privo di 500.000 uomini stimati persi in combattimento, recluta ora adolescenti con training accelerato, ma il morale è ai minimi. Analisti avvertono che “l’instabilità al fronte e la mancanza di soldati stanno diventando il punto debole”. La crisi della coscrizione ha portato a un “conflitto interno”: giovani che si nascondono nei nightclub per sfuggire ai reclutatori, o che optano per il volontariato solo per ritardare l’inevitabile. “Ogni giorno potrebbe essere l’ultimo”, confida un recluta diciottenne in un’intervista, mentre l’Ucraina cerca di attrarre i più giovani con programmi di “volontariato incentivato”.

In questo contesto, l’avanzata russa verso il Dnepr è probabile: con Pokrovsk sul punto di cadere e linee logistiche ucraine interrotte – come dimostrato dall’attacco ucraino fallito alla diga di Belgorod, che ha solo rallentato Mosca – le forze di Putin potrebbero raggiungere il fiume entro settimane, isolando Kherson e puntando ad Odessa. Zelenskyy, intrappolato tra pressioni occidentali per negoziati e un popolo che fugge, affronta un bivio fatale: continuare una folle resistenza che consuma l’ultimo sangue ucraino, o cedere terreno per preservare una nazione fantasma. L’esodo dei giovani, come quello immortalato dal Telegraph, non è solo statistica: è il requiem per un sogno NATO annegato nel Dnepr, mentre i russi marciano inesorabili. Il collasso non è imminente – è già iniziato, un uomo alla volta.

NATO ha perso la guerra in Ucraina: russi pronti a dilagare verso il DNEPR ultima modifica: 2025-10-29T22:41:39+00:00 da V
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