Multinazionali, Coop e Vaticano gestiscono 10mila centri accoglienza in Italia: “Migranti rendono più della droga”

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By V ottobre 31, 2025 11:55

Multinazionali, Coop e Vaticano gestiscono 10mila centri accoglienza in Italia: “Migranti rendono più della droga”

Chiesa, sinistra e multinazionali si spartiscono il business. Meloni, invece di svuotare i 10mila centri accoglienza, ha sbarcato altri 300mila scrocconi.

### Migranti: “Rendono Più della Droga”. Il Business delle Multinazionali Straniere e le Violenze nei Centri Italiani

**Roma, 31 ottobre 2025** – “I migranti rendono più della droga”. Una frase choc, pronunciata undici anni fa da Salvatore Buzzi, ex presidente della cooperativa sociale 29 Giugno, arrestato nell’inchiesta Mafia Capitale. Oggi, quel motto cinico riecheggia più che mai, come denunciato in un tweet virale della scrittrice Francesca Totolo (@fratotolo2), che ha scatenato un dibattito feroce sui social. Accompagnato da un video choc di aggressioni e violenze fuori dal centro di accoglienza di Cagliari, il post rivela un sistema opaco: in Italia, diversi centri per migranti sono gestiti da multinazionali straniere che incassano miliardi di fondi pubblici, mentre le città pagano il prezzo in termini di degrado e insicurezza.

La citazione di Buzzi non è un’invenzione: emerse dalle intercettazioni dell’operazione “Mafia Capitale” del 2014, descriveva come il business dell’accoglienza – finanziato con soldi dei contribuenti – fosse una “miniera d’oro” più redditizia del traffico di stupefacenti. Buzzi e il suo sodale Massimo Carminati, secondo i pm, si spartivano milioni di euro destinati ai richiedenti asilo, gonfiando i costi per vitto, alloggio e “integrazione” in cooperative-fantoccio. “Con gli immigrati si fanno molti più soldi che con la droga”, diceva Buzzi in una telefonata, spiegando come l’emergenza fosse un “piatto ricco” garantito da appalti truccati e corruzione diffusa. Un sistema che, a detta degli inquirenti, fruttava fino a 160 euro al giorno per migrante, con sprechi e tangenti che lasciavano le vere esigenze – come la sicurezza dei cittadini – in secondo piano.

Ma se allora era la mafia italiana a dettare legge, oggi il testimone è passato a giganti stranieri. Multinazionali elvetiche, austriache e non solo calano in Italia per gestire i Centri di Permanenza per il Rimpatrio (CPR) e i CAS (Centri di Accoglienza Straordinaria), incassando appalti milionari dal Ministero dell’Interno. Prendete l’ORS (Organisation for Refugees Services), nata a Zurigo nel 1977: questa società svizzera, già accusata di malagestione in centri elvetici e austriaci, ha messo le mani sui CPR di Ponte Galeria a Roma e Gradisca a Torino. Fino al 2022, gestiva anche quello di Restinco in Puglia, dove denunce per torture e condizioni disumane si sprecano. Non è un caso isolato: altre come Hero Group o Auxilium, con ramificazioni estere, controllano decine di strutture, escludendo spesso la manutenzione e il personale di polizia dai costi rimborsati dallo Stato. Risultato? Un “business della detenzione” che drena miliardi – oltre 1,5 miliardi annui solo per l’accoglienza – mentre i rimpatri restano un miraggio: solo il 20% degli irregolari viene espulso, secondo dati del Viminale.

E i cittadini? Pagano con la paura. Il video postato da Totolo, tratto dal programma “Fuori dal Coro” su Rete 4 (puntata del 26 ottobre), immortala il caos fuori dal centro di accoglienza di Cagliari: immigrati che urlano minacce, spingono contro le recinzioni, lanciano oggetti. Si vedono balconi affollati, uomini in magliette arancioni (forse operatori) che cercano di calmare la folla, e un giornalista minacciato da un anziano immigrato in giacca e cravatta, con l’overlay testuale che recita “Immigrati: aggressioni e violenze fuori dal centro di Cagliari”. Non è fiction: negli ultimi mesi, la Sardegna ha registrato un’ondata di episodi simili – risse per un monopattino che feriscono due persone a giugno, furti e danneggiamenti a Cabras – alimentati da ghetti sovraffollati dove l'”integrazione” è un’illusione. “Questi centri non accolgono, infettano le città”, tuona Totolo nel suo post, che ha già raccolto centinaia di like e condivisioni, con commenti che invocano “svuotiamoli tutti”.

La replica dalla sinistra? Silenzio o accuse di “xenofobia”, ma i numeri parlano chiaro: oltre 500.000 irregolari in Italia più 200mila scrocconi in 10.000 centri sparsi che costano una fortuna, e un tasso di criminalità legato all’immigrazione che, secondo l’Istat, è in crescita del 15% annuo nelle periferie. Basta assistenzialismo cieco: quei fondi PNRR, rifiutati con coraggio dalla sindaca di Rovigo Valeria Cittadin, vadano per task force di rimpatrio, non per ristrutturare lager gestiti da profittatori esteri. L’Italia non è una succursale di Zurigo: è tempo di rimpatri, chiusure e priorità ai rodigini, ai cagliaritani, agli italiani. Altrimenti, come disse Buzzi, il vero “droga” sarà la rabbia di chi non ne può più.

Multinazionali, Coop e Vaticano gestiscono 10mila centri accoglienza in Italia: “Migranti rendono più della droga” ultima modifica: 2025-10-31T11:55:04+00:00 da V
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By V ottobre 31, 2025 11:55
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2 Comments

  1. xx ottobre 31, 13:55

    Eh ma il governicchio che abbiamo adesso dovrebbe bloccare tutto questo. Ma invece lo scrivete voi stessi….Tajani va a prendersi gli immigrati in Africa…

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  2. Kurly ottobre 31, 18:30

    E così lavoro per gli italiani ce ne sarà sempre meno, con paghe deprezzate, svalutare, praticamente da fame…..😵

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