Immigrati assaltano i bus: violenza cieca contro autisti
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# La paura sale sugli autobus: a Monza e in Brianza quattro conducenti aggrediti da maranza
## Sulla Monza-Muggiò due maghrebini sorpresi senza biglietto se la prendono con il controllore. A Mariano Comense un netturbino minaccia di rompere i denti a un autista. Il referente dei lavoratori del trasporto pubblico Salvatore Russo: “Situazione insostenibile”
Cittadinanza subito per l’ottimo curriculum
Linea Monza-Muggiò, due tunisini, un ragazzo e una ragazza, hanno seminato il panico sull’autobus e aggredito il controllore dopo la richiesta del biglietto (del quale erano sprovvisti) e dei documenti: erano reduci da un’udienza per… pic.twitter.com/1tTaMJ5bDU
— Francesca Totolo (@fratotolo2) November 1, 2025
**Monza, 1 novembre 2025** – Un’onda di terrore sta travolgendo il trasporto pubblico in Brianza, dove gli autobus – un tempo simbolo di routine quotidiana – si trasformano in scenari di violenza incontrollata. Nei soli ultimi dieci giorni, **quattro aggressioni brutali** hanno colpito autisti e controllori, lasciando i lavoratori nel panico e i passeggeri atterriti. È un’emergenza che urla per un intervento immediato: la sicurezza è un miraggio, e ogni corsa rischia di diventare un incubo.
Immaginate di partire all’alba per un turno di lavoro, solo per ritrovarvi intrappolati in un inferno di minacce e insulti. È quanto è accaduto sulla linea da Mariano Comense verso la Brianza, alle 5:30 del mattino. L’autobus, diretto a raccogliere i ragazzi per portarli a scuola, supera un veicolo della raccolta rifiuti fermo sulla strada. Ma il netturbino, accecato dalla rabbia, non ci sta: ferma il suo mezzo di traverso, bloccando tutto, e sale sul pullman come un toro infuriato. “Ti rompo i denti, ti spacco la faccia, hai rischiato di tamponarmi!”, urla all’autista, scatenando un confronto da far gelare il sangue. Dieci minuti di ritardo, cuori in gola, e la corsa riprende – ma il trauma resta, un’ombra che aleggia su ogni volante.
Non è un caso isolato, ma l’inizio di una catena di follia. Pochi giorni dopo, a Brugherio, un ragazzino su monopattino – inseguito dal bus già partito – si lancia all’inseguimento con un amico, ostacolando la marcia e scaricando una raffica di insulti volgari sull’autista. I passeggeri, testimoni impotenti, assistono sgomenti mentre la tensione sale alle stelle. Solo l’arrivo dei carabinieri placa la tempesta, ma il danno è fatto: la paura si insinua come un veleno lento.
E poi, il 29 ottobre, il centro di Monza diventa teatro di un’altra scena da film horror. In via Manzoni, un **maranza** su monopattino, frustrato per aver perso la fermata, insegue il bus e riversa minacce mortali sull’autista. L’uomo, paralizzato dal terrore, non riesce più a guidare: chiama le forze dell’ordine e si mette in malattia, un altro soldato caduto in questa guerra invisibile contro la civiltà. “Per paura non riusciva più a guidare”, denuncia con voce tremante Salvatore Russo, autista lui stesso e referente del Dipartimento Trasporti di Monza e Brianza per Fratelli d’Italia.
Il colpo di grazia arriva il 30 ottobre, sulla linea Monza-Muggiò, all’altezza del Rondò dei Pini. Su un autobus da 18 metri, un controllore scopre due tunisini – un ragazzo e una ragazza, freschi di un’udienza per spaccio di stupefacenti – senza biglietto. La reazione? Un’esplosione di violenza: minacce di morte, ingiurie e resistenza feroce. Solo l’intervento della polizia evita il peggio, con i due nordafricani denunciati. Ma chi garantisce che non succeda di nuovo domani?
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“Situazione insostenibile”, tuona Russo, voce di un coro di lavoratori terrorizzati. “Non mi vengono neanche a raccontare tutte le aggressioni per vergogna – sbotta – è inconcepibile: ci vuole un freno. Quattro in un mese, altre tre il precedente. Bisogna intervenire per far vedere che lo Stato c’è!”. Le sue parole non sono un lamento, ma un allarme rosso: la Brianza, terra di laboriosità, sta cedendo al caos, con autisti che guidano con il cuore in gola e passeggeri che esitano a salire a bordo.
Che futuro attende il trasporto pubblico se non si agisce ora? Più controlli, più steward armati di autorità, più pene severe per chi semina terrore. La paura sale, e con essa il rischio di una paralisi totale: autobus vuoti, ritardi cronici, una città soffocata. Monza e Brianza non possono più permettersi di voltare lo sguardo. È ora di reagire, prima che il prossimo autobus diventi una trappola mortale.



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