Immigrato regolare amputa mano a donna e figlia con la mannaia

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By V novembre 1, 2025 15:46

Immigrato regolare amputa mano a donna e figlia con la mannaia

# Orrore a Prato: marito aggredisce moglie e figlio con una mannaia, la donna perde quasi una mano. Arrestato un 48enne cinese

**L’episodio, avvenuto davanti alla figlia minorenne, riaccende l’allarme sulla violenza domestica nelle famiglie straniere. La vittima di 45 anni è in sala operatoria a Careggi, il figlio ferito in modo lieve. L’uomo, imprenditore regolare, è in carcere per lesioni gravissime**

*Prato, 1 novembre 2025* – Un dramma familiare consumato tra le mura domestiche ha sconvolto Prato nella tarda serata di ieri, trasformando una casa in via Tazzoli in una scena da incubo. Un imprenditore cinese di 48 anni, regolare sul territorio italiano, ha aggredito con una mannaia la moglie di 45 anni e il figlio ventenne, sotto gli occhi atterriti della figlia minorenne della coppia. La donna ha subito ferite gravissime: una quasi completa recisione del polso destro e la subamputazione di due dita della mano sinistra. Trasportata d’urgenza all’ospedale di Careggi a Firenze, è ora in sala operatoria per un intervento complesso che potrebbe segnare per sempre la sua vita. Il figlio, colpito in modo meno grave, è stato medicato sul posto. L’aggressore è stato arrestato dalla Polizia di Stato e si trova nel carcere di Prato, accusato di lesioni gravissime.

L’episodio, avvenuto intorno alle 22, è l’ennesimo capitolo di una piaga che non risparmia alcuna comunità: la violenza di genere e domestica, che colpisce trasversalmente ceti sociali, origini e contesti. Prato, con la sua vivace comunità cinese – la più numerosa d’Europa fuori dall’Asia – è un crocevia di culture e storie di integrazione, ma anche di tensioni nascoste dietro le quinte delle famiglie immigrate. Questo caso, però, non è solo una tragedia privata: solleva interrogativi su come prevenire e intercettare segnali di pericolo in ambienti apparentemente stabili.

### Una lite degenera in un bagno di sangue

Secondo una prima ricostruzione degli investigatori, tutto sarebbe partito da una lite familiare, forse legata a gelosia o diverbi accumulati. L’uomo, proprietario di un’impresa nel distretto tessile pratese – un settore dominato da attività cinesi –, avrebbe afferrato la mannaia da cucina e si sarebbe scagliato contro la moglie, colpendola con violenza al braccio e alla mano. La donna, nel tentativo di difendersi, ha urlato aiuto, attirando l’attenzione del figlio ventenne che è intervenuto per proteggerla. Anche lui è stato ferito, ma le sue lesioni sono superficiali: escoriazioni e contusioni che non richiedono ricovero.

La figlia minore, di età non specificata ma sotto i 18 anni, ha assistito impotente alla scena, nascosta in un angolo della casa. “È stato un momento di puro terrore – ha raccontato ai poliziotti con voce tremante – Papà non era più lui, gridava e colpiva senza sosta”. I vicini, allarmati dalle urla, hanno chiamato il 113, permettendo un intervento rapido. Una volante della Questura di Prato è arrivata sul posto in pochi minuti, trovando l’uomo ancora in preda alla furia, con l’arma insanguinata in mano. Dopo una breve colluttazione, è stato disarmato e ammanettato. “Abbiamo evitato il peggio – spiega un agente – La prontezza delle forze dell’ordine ha salvato vite”.

### Intervento medico e supporto psicologico

La moglie, identificata come Y.L., 45 anni, è stata soccorsa dal 118 e trasferita in elicottero all’ospedale di Careggi, hub regionale per traumi complessi. I chirurghi stanno lottando per ricucire i tessuti recisi: il polso destro è quasi staccato, e le due dita della mano sinistra – indice e medio – sono parzialmente amputate. “La prognosi è riservata – dichiarano fonti sanitarie – Potrebbe esserci una ricostruzione protesica, ma il recupero sarà lungo e doloroso”. Il figlio, anch’esso di origine cinese, è stato dimesso dopo le cure al pronto soccorso di Prato, ma riceverà assistenza psicologica.

La figlia minorenne è stata affidata ai servizi sociali del Comune di Prato, che valuteranno un collocamento temporaneo in una struttura protetta o presso parenti. “Stiamo attivando tutti i protocolli per il supporto alle vittime di violenza – annuncia l’assessora alle Politiche Sociali del Comune, Elena Rossi – Questo caso ci impone di rafforzare le reti di ascolto nelle comunità straniere, dove la barriera linguistica e culturale spesso isola le donne in pericolo”.

### Un arresto e indagini in corso

L’aggressore, Z.W., 48 anni, imprenditore nel settore del pronto moda – un pilastro economico di Prato con migliaia di addetti cinesi –, è stato portato in carcere con l’accusa di lesioni gravissime, aggravate dalla presenza di minori e dall’uso di un’arma. Regolare dal 2005, non aveva precedenti penali, ma gli inquirenti stanno indagando su eventuali episodi pregressi di maltrattamenti. “Potrebbe trattarsi di un’esplosione improvvisa, ma non escludiamo un contesto di abusi cronici – spiega il procuratore aggiunto di Prato, dott.ssa Maria Grazia – Le testimonianze e le perizie mediche chiariranno il quadro”.

L’arresto è stato convalidato questa mattina dal giudice di turno, che ha disposto la custodia cautelare in carcere. “La giustizia deve essere rapida e ferma contro chi distrugge una famiglia – ha commentato il questore di Prato, Antonio Ciavola – Ribadisco: zero tolleranza per la violenza domestica, indipendentemente dalle origini”.

### Il grido d’allarme contro la violenza invisibile

Questo orrore a Prato non è isolato: solo nel 2025, in Toscana, si contano oltre 500 denunce per maltrattamenti in famiglia, con un incremento del 15% rispetto all’anno precedente. Le comunità immigrate, spesso sotto pressione per ritmi di lavoro estenuanti e isolamento culturale, possono amplificare rischi latenti. Eppure, il messaggio è chiaro: la violenza non ha passaporto, e combatterla richiede solidarietà trasversale.

Associazioni come Telefono Rosa e i centri antiviolenza di Prato lanciano un appello: “Parlate, denunciate, non subite in silenzio. Ogni donna, ovunque viva, ha diritto a una vita senza paura”. Mentre la città piange questa ennesima ferita, resta la speranza che da tragedie come questa nascano cambiamenti: più formazione per operatori, più fondi per i servizi e, soprattutto, una cultura del rispetto che unisca tutti, oltre le diversità.

Le indagini proseguono, e la comunità pratese – italiana e cinese – si stringe intorno alle vittime. Un monito: la casa deve essere rifugio, non prigione.

Immigrato regolare amputa mano a donna e figlia con la mannaia ultima modifica: 2025-11-01T15:46:06+00:00 da V
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