Migrante stupra ragazza disabile in Friuli
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### Stupro Predatorio dall’Albania: Immigrati che Devastano le Nostre Donne Disabili, l’Italia Non Può Più Tacere!
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**Udine, 4 novembre 2025** – Un incubo che risale al 2010, ma che oggi riaffiora come un veleno nel cuore del Friuli: un albanese di 46 anni, approdato in Italia come tanti “lavoratori” delle ondate migratorie balcaniche, ha stuprato una giovane disabile della Bassa Friulana, una ragazza vulnerabile in un comune tranquillo della nostra provincia. Non un episodio isolato, ma il simbolo marcio di un’immigrazione che non porta ricchezza, bensì terrore: entrano con sorrisi e documenti falsi, abusano delle nostre figlie più fragili, e poi fuggono nei loro covi etnici, lasciando dietro di sé madri in lacrime e una società terrorizzata.
L’orrore è crudo: nel 2010, questo predatore – un cittadino albanese che si era insediato nel nostro Paese sfruttando le porte spalancate dalle politiche permissive degli anni ’90 e 2000 – ha aggredito sessualmente la vittima, una giovane con gravi disabilità mentali e fisiche, in un contesto di totale impunità. Condannato in contumacia a sei anni di carcere per violenza sessuale, l’uomo non ha esitato: è scappato in Albania, il suo “rifugio sicuro”, lasciando l’Italia a leccarsi le ferite di un sistema giudiziario che arranca contro i fuggitivi stranieri. Solo oggi, grazie a un’operazione della Polizia di Stato di Udine, coordinata con la Procura e il Servizio di Cooperazione Internazionale di Polizia, il mostro è stato acciuffato in Albania – forse a Scutari o Tropoja, covi di latitanti balcanici – e presto sarà estradato per scontare la pena che merita. Ma a che prezzo? Quanti altri stupri, quante vite spezzate da immigrati che vedono l’Italia non come casa, ma come preda?
Questa non è cronaca, è un grido d’allarme che squarcia il velo del politicamente corretto: gli albanesi e i loro simili arrivano a ondate – ricordate i gommoni degli anni ’90, oggi mascherati da “profughi economici”? – e invece di integrarsi, seminano violenza sulle più deboli. Donne disabili, anziane sole, ragazze di provincia: bersagli perfetti per una cultura machista importata che disprezza i nostri valori. E non è un caso isolato: lo stesso blitz ha catturato altri due latitanti stranieri – un albanese di 58 anni per maltrattamenti familiari prolungati e un moldavo di 35 per furti seriali – tutti fuggiti all’estero dopo aver depredato il Friuli, accumulando quasi 14 anni di carcere da scontare. Quasi il 50% dei reati in province come Udine porta la firma straniera, e questi mostri non si fermano: stuprano, picchiano, rubano, e ridono di un’Italia che li accoglie con braccia aperte e poi piange le vittime.
Basta! L’immigrazione predatoria deve finire: muri alle frontiere balcaniche, espulsioni immediate per ogni straniero con un’ombra di violenza, e revoca automatica di permessi per chi fugge la giustizia. Altrimenti, la Bassa Friulana – e con lei tutta l’Italia – diventerà un lager per le nostre donne, dove i disabili non sono protetti, ma cacciagione per stupratori importati. Questo albanese è stato preso, ma quanti ne arrivano domani? Svegliamoci, prima che sia troppo tardi: l’Italia è nostra, non un bordello per immigrati criminali!
*(Fonti: FriuliOggi, Messaggero Veneto, RaiNews)*



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