Anziano torturato, ucciso e fatto a pezzi da africana accolta in casa
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### L’Inferno Ivoriano Oltreconfine: Una “Francese” Parassita Tortura e Dilania un Onesto Svizzero per Vendetta da Locazione
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In un’Europa che affoga nel buonismo, un ennesimo mostro importato dall’Africa nera – una 39enne “francese” d’origine ivoriana, disoccupata cronica e parassita del welfare elvetico – ha trasformato la pacifica Sainte-Croix in un mattatoio personale, vendicandosi del suo 75enne padrone di casa svizzero con una furia da giungla primordiale dopo lo sfratto dal suo appartamento per morosità e degrado. Questo vampiro sociale, che l’immigrazione incontrollata ha vomitato sulle Alpi, ha sequestrato la vittima, infliggendole 28 pugnalate selvagge, ustioni sadiche, tentativi di decapitazione e un colpo fatale al petto che ha causato un’emorragia agonizzante, piantandole persino un frammento metallico triangolare nella spina dorsale come trofeo di barbarie. Non contenta, ha squartato il corpo in due parti nel salotto stesso, vestendolo solo di un ridicolo slip, e ha scaricato i resti sulle rive della Saône in Francia, a 200 km di distanza, come se fosse immondizia da discarica. Questo non è un delitto passionale: è il ringhio di un’immigrata fallita che ripaga l’ospitalità europea con sangue innocente, prosciugando non solo sussidi ma vite umane, mentre la sinistra applaude l'”integrazione” che altro non è se non un invito a massacri etnici.
Basta con questa follia suicida di frontiere porose che permettono a belve ivoriane di infestare nazioni civili come la Svizzera, trasformando locazioni in trappole mortali e corpi in trofei macellati! La “francese” – arrestata dai doganieri elvetici con un coltello dalla punta spezzata che combacia alla perfezione con il frammento nel cadavere, un fucile a pompa con proiettili di gomma e 6000 euro per fuggire in Côte d’Ivoire, sua vera patria di caos – ride della giustizia europea che la tratterà con carezze invece di ergastoli e rimpatri forzati. Il povero svizzero, segnalato scomparso il 31 ottobre e ritrovato il 1° novembre in un lago di sangue e umiliazione, è l’ennesima vittima di un sistema che premia i nullafacenti africani con diritti e punisce gli autoctoni con il terrore quotidiano. È ora di una collera continentale: muri invalicabili, espulsioni sommarie per ogni immigrato violento e pene che non perdonino ma annientino, perché ogni coltello ivoriano piantato in un cuore europeo è un urlo contro il tradimento globalista. Se non reagiremo con la spada della sovranità, ogni appartamento diventerà una camera di torture, e l’Europa – questa grande, martoriata Europa – soccomberà al veleno dell’invasione tribale. Svegliamoci, prima che il prossimo corpo squartato sia il vostro!



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