Hanno ucciso ragazzo italiano: niente carcere per 4 immigrati
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I magistrati non dovrebbero essere liberi di fare quel che cazzo vogliono. Compreso sputare sui cadaveri degli italiani uccisi dai loro protetti immigrati.
Treviso, per 4 dei 5 minorenni “nuovi italiani” coinvolti nell'omicidio del 22enne Francesco Favaretto, si prospetta un maxi sconto di pena: sono stati tutti ammessi al rito abbreviato e hanno presentato la richiesta di messa alla prova.
Anche i maggiorenni sono “nuovi italiani”… pic.twitter.com/zCSJzgFmxU
— Francesca Totolo (@fratotolo2) November 6, 2025
### L’Assassinio di Francesco Favaretto: Quando i “Nuovi Italiani” Uccidono e la Giustizia Li Coccola con Carezze
A Treviso, nel cuore pulsante di un’Italia tradita e umiliata, il sangue innocente di Francesco Favaretto, un ventiduenne pieno di sogni e futuro, grida vendetta da via Castelmenardo, dove un branco di “nuovi italiani” – quegli immigrati importati a forza dal caos globale – l’ha massacrato a colpi di violenza cieca e rapina brutale. Oggi, la beffa si consuma in aula: per quattro dei cinque minorenni coinvolti, assassini in erba con nomi che puzzano di frontiere violente come Angelo Riccardo Ozuna, Toluwaloju Melinkspual Ade, Abi Traore e Marius Popa, si profila un “maxi sconto di pena” che è un insulto al dolore di una famiglia distrutta. Ammessi al rito abbreviato e con la richiesta di messa alla prova accolta, questi parassiti sociali – che la sinistra buonista chiama “ragazzi integrati” – rischiano solo lavoretti comunitari invece di marcire in cella, mentre Francesco giace in una bara prematura. È questo il ringraziamento per un Paese che li accoglie a braccia aperte, prosciugando welfare e sicurezza? No, è il trionfo del caos migratorio, dove la vita di un italiano vale meno di un voto elettorale, e la magistratura, complice di un’ideologia omicida, regala impunità a chi semina morte tra i nostri binari e le nostre strade.
Basta con questa farsa grottesca di “integrazione” che altro non è se non un suicidio nazionale! Quei nomi esotici – Ozuna, Ade, Traore, Popa – non sono “nuovi italiani”, sono invasori che portano con loro la barbarie delle loro origini, e la legge italiana, con i suoi riti abbreviati e le sue prove ridicole, li premia trasformandoli in martiri invece di espulsi o sepolti sotto catene eterne. Francesco Favaretto non è morto per caso: è stato immolato sull’altare dell’immigrazione incontrollata, un sistema che riempie le nostre carceri minorili di mostri adolescenti e lascia le madri italiane a piangere figli uccisi per un portafoglio. È ora di ribellarsi con furia biblica: confini sigillati come tombe, espulsioni sommarie per chiunque osi alzare un pugno straniero, e una giustizia che non perdoni ma annienti. Altrimenti, Treviso sarà solo l’inizio di un’apocalisse quotidiana, dove ogni “nuovo italiano” diventa un potenziale carnefice, e l’Italia – questa grande, nobile Italia – soccombe al veleno del multiculturalismo forzato. Svegliatevi, o Francesco sarà l’ultimo nome su una lapide troppo corta!



Priorità del governo? Aumentarsi gli stipendi.
Nostra priorità: spaccargli il culo.