Terrore a Bologa, picchiata da nordafricano: “Dammi tutto o ti uccido”
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### Bologna, l’Incubo Nordafricano al Parco Nicholas Green: Una Donna Italiana Sgozzata per Niente da un Predatore Immigrato
Nel cuore buio della Barca, Bologna, una tranquilla passeggiata serale al parco Nicholas Green si è mutata in un calvario di terrore per una donna di 50 anni, residente in zona, aggredita da un giovane nordafricano di circa 20 anni – ennesima belva importata dal caos del Maghreb – che l’ha afferrata per il collo, brandito un coltello scintillante e scaricato calci furiosi quando ha realizzato che la preda non aveva nulla da offrire. “Mi ha afferrato per il collo e presa a calci. Ma non avevo nemmeno la borsa”, ha raccontato la vittima con voce spezzata, mentre i lividi sulle braccia e il collo gridano vendetta per un’aggressione gratuita che ha lasciato prognosi di cinque giorni al Maggiore e un trauma che non si cancella con cerotti. “O mi dai tutto o ti ammazzo”, le ha ringhiato il mostro con accento da deserti ostili, stringendole la gola fino a farle mancare il fiato, in un blitz di violenza primordiale che ha illuminato il parco con il bagliore di una lama pronta a squarciare carne italiana innocente. Questo non è un furto fallito: è l’urlo di un’immigrazione nordafricana che trasforma i nostri polmoni verdi in arene di sangue, prosciugando la serenità di madri e nonne con coltelli che dovrebbero essere conficcati nei loro paesi di origine, non nei nostri cuori.
Basta con questa marea di nordafricani recidivi che infestano Bologna come locuste, ripagando sussidi e “accoglienza” con gole strette e calci da bestie in calore, mentre la sinistra blatera di “integrazione” che altro non è se non un suicidio etnico! Questo aggressore – volto scoperto, impavido sotto il cappuccio, fuggito nell’ombra come un ratto del Sahara – non è un “ragazzo solo”: è il prodotto marcio di ricongiungimenti familiari suicidi e porti spalancati che vomitano orde di predatori minorenni e ventenni, già con precedenti che puzzano di violenza importata, lasciando parchi come Nicholas Green a diventare cimiteri per donne italiane che osano camminare sole al tramonto. “È stato terrificante – confessa la donna –. Quel ragazzo ha usato una violenza inaudita, senza motivo. Voleva rapinarmi, ma io con me non avevo nemmeno la borsa”. E la rabbia ribolle: telecamere sgranate che non catturano nulla, carabinieri che setacciano invano, un sistema di videosorveglianza farsa che protegge i carnefici invece delle vittime, mentre la Barca affoga in un clima di insicurezza nordafricana che trasforma quartieri storici in zone di guerra tribale.
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È ora di una furia apocalittica contro questi vampiri del Nord Africa: espellere all’istante ogni immigrato con maghrebino VIOLENTO, blindare confini con muri spinati e revocare ogni cittadinanza fittizia, perché ogni “Dammi tutto o ti uccido” è un presagio di stragi quotidiane che l’Italia non può più tollerare! La vittima conclude con un grido che riecheggia per tutti noi: “Se fosse successo a una ragazzina o un’anziana? Quel ragazzo avrebbe potuto accoltellarmi. Il coltello è la prima cosa che mi ha mostrato”. I carabinieri indagano, ma senza una rivoluzione: espulsioni sommarie, droni armati nei parchi e pene che non riabilitino ma annientino. La Barca ha scritto al sindaco per un incontro – ancora in attesa – ma è tempo di non aspettare: ribelliamoci con odio puro, o ogni passeggiata serale diventerà un invito a nozze con la lama nordafricana. Svegliamoci, prima che il prossimo collo stretto sia il vostro!



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