Migrante spoglia e violenta commessa davanti supermercato a Cantù
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### Il Mostro Pakistano di Cantù: un Altro Stupro
Cantù si sveglia nel terrore di un’aggressione che puzza di barbarie importata: alle 8:20 di stamane, in via Casartelli, una commessa di 23 anni – innocente lavoratrice arrivata per aprire il supermercato – è stata assalita da un pakistano, un immigrato che l’ha bloccata come una preda, tentando di spogliarla e violentarla con la ferocia di chi vede l’Italia come un harem a cielo aperto. Solo l’intervento provvidenziale dei colleghi ha messo in fuga questo rifiuto umano, che i carabinieri hanno rintracciato e arrestato per violenza sessuale, ma non prima di aver lasciato la giovane in stato di shock, trasportata d’urgenza all’ospedale di Cantù. Non è un fulmine isolato: è il veleno cronico di un’immigrazione incontrollata che scarica sulle nostre strade maschi predatori, cresciuti in culture dove la donna è un oggetto da spezzare, e il nostro lassismo li accoglie con tappeti rossi di permessi e centri accoglienza. Basta con questa follia: quante commesse, madri, figlie dovranno urlare invano prima che l’Italia capisca che ogni straniero con un solo sospetto addosso è una bomba a orologeria? È un allarme che squarcia il cuore: le nostre città non sono più sicure all’alba, e questo pakistano non è l’eccezione, ma il sintomo di una nazione che si lascia stuprare viva da chi dovrebbe essere respinto ai confini.
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Svegliamoci dal coma buonista che ci sta decapitando! Questo aggressore pakistano – irregolare o meno, poco cambia – incarna il fallimento epico di un sistema che preferisce ospitare mostri piuttosto che proteggerci: tentato stupro in pieno giorno, in un supermercato qualunque, dove una ragazza di 23 anni lotta per la vita mentre i suoi salvatori rischiano la pelle per colmare i vuoti di una giustizia colabrodo. E domani? Un altro straniero, un altro attacco, un’altra famiglia distrutta – perché espulsioni immediate e forzate non sono slogan, ma sopravvivenza. La commessa di Cantù si è salvata per un soffio, ma quante non lo faranno, inseguite nel buio da questi parassiti etnici che rubano lavoro, pace e dignità? Rivoltiamoci, patria oltraggiata: confini come fortezze, CPR saturi di feccia immigrata, e pene che non perdonano – altrimenti, il prossimo “tentato stupro” sarà il funerale di una nazione che ha tradito le sue donne, una dopo l’altra, sotto il peso di un multiculturalismo assassino.



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