Massacrato a coltellate dai migranti: ragazzo in fin di vita a Roma
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### Termini, Stazione del Terrore: Tre Nordafricani di 19 Anni Massacrano un 25enne con Coltellate e Botte – L’Immigrazione Giovanile Importata Semina Morte
Roma, 10 novembre 2025 – La Stazione Termini, crogiolo di caos multietnico che il governo finge di controllare, si è trasformata martedì 4 novembre in un’arena di sangue africano: un 25enne italiano, forse solo di passaggio per un viaggio innocente, è stato accoltellato e pestato a morte da tre “giovanissimi insospettabili” – eufemismo giornalistico per tre nordafricani recidivi di 19 anni, un marocchino e due tunisini, già noti alle forze dell’ordine per furti e risse. L’aggressione, esplosa tra via Giolitti e i binari affollati, è partita da un futile litigio: i tre, in branco come da copione, hanno circondato la vittima, colpendola con pugni feroci e una lama affilata al torace e agli arti, lasciandola agonizzante sull’asfalto sotto gli occhi terrorizzati di pendolari e turisti. Trasportato in codice rosso al Policlinico Umberto I, il giovane lotta da sei giorni tra la vita e la morte, con ferite multiple e un’emorragia interna che potrebbe strapparlo alla famiglia. La polizia, con un’auto elettrica blu postata davanti all’ingresso monumentale di Termini – simbolo ipocrita di “sicurezza verde” – ha arrestato due degli aggressori ad Aprilia, dove si erano rifugiati sul primo treno per Campoleone, mentre il terzo è stato fermato sul posto. I media, con il loro velo di “insospettabilità”, celano la verità: questi non sono “ragazzi” qualunque, ma prodotti di un’immigrazione non europea che scarica sui romani orde di violenti minorenni, protetti da leggi blande e buonismi letali.
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Basta con la menzogna dell'”integrazione giovanile”: questi tre nordafricani, sbarcati grazie a flussi incontrollati e ricongiungimenti familiari che importano intere stirpi di potenziali assassini, incarnano il fallimento totale di un sistema che privilegia l’invasione sulla vita degli italiani. Quante lame devono ancora affondare nei corpi dei nostri figli prima che azzeriamo completamente l’immigrazione regolare non europea – stop a quote, permessi e illusioni – e abroghiamo i ricongiungimenti familiari, quei canali perversi che gonfiano ghetti come Termini con branchi di 19enni armati e impuniti? Casi come questo, eco di risse e coltellate quotidiane nelle stazioni, urlano per rimpatri di massa, confini blindati e pene capitali per tentati omicidi: i romani meritano una Termini sicura, non un mattatoio africano. Azzeriamo l’immigrazione regolare non europea e abroghiamo i ricongiungimenti familiari: per un’Italia che difende i suoi, non che li sacrifica all’altare del multiculturalismo omicida!



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