La città italiana dove islamici quasi maggioranza – VIDEO CHOC

**Ferrara, 11 novembre 2025** – Un viaggio agghiacciante nel cuore emiliano: Portomaggiore, sonnolenta cittadina di 12.000 anime in provincia di Ferrara, sta diventando la “New York d’Italia”, un calderone multietnico dove l’immigrazione islamica dilaga, trasformando piazze storiche in bazar mediorientali e imponendo usi che annientano la nostra identità cristiana. Lo rivela un’inchiesta esclusiva di “Quarta Repubblica” su Rete 4, andata in onda lunedì 10 novembre, che paragona questo avamposto ferrarese alla Grande Mela post-Mamdani: un boom demografico musulmano – pakistani, bengalesi, albanesi – che gonfia la popolazione al 30%, con famiglie numerose che erodono il tessuto sociale e moschee abusive che seminano radicalismo. “È una città sempre più islamica”, tuona Nicola Porro dal studio, mostrando immagini choc di veli per bambine nei negozi, come a Molenbeek, e cortei pro-Hamas che sventolano bandiere terroristiche sotto i portici rinascimentali. Testimonianze locali urlano l’allarme: “Le nostre feste patronali sono invase da preghiere ad alto volume, e le donne italiane si sentono straniere in casa propria”. Non è integrazione: è conquista silenziosa, con permessi di soggiorno regolari che portano operai low-cost da paesi a maggioranza musulmana, radicalizzati in centri finanziati dal Qatar e dal Superbonus, pronti a imporre la sharia su scuole e quartieri.

Portomaggiore non è un’eccezione isolata, ma l’anello di una catena che stringe l’Italia in una morsa islamica: guardate Monfalcone, il cantiere friulano di Gorizia dove il 40% della popolazione è musulmana, con quartieri come San Polo che pullulano di moschee abusive e tensioni sociali esplosive – aggressioni antisemite, spaccio e “no-go zones” dove la polizia esita a entrare, come denunciato da inchieste di Report. O Brescia, la Leonessa lombarda travolta da oltre 50.000 immigrati islamici: il quartiere di San Polo è un ghetto bengalese-pakistano dove veli per bambine e prediche wahhabite dilagano, con reati in aumento del 200% negli ultimi cinque anni e cortei pro-Palestina che inneggiano a Hamas sotto la statua di Garibaldi. Queste città, un tempo baluardi operai, sono ora avamposti della sharia soft: famiglie numerose che sovrastano la natalità italiana, welfare prosciugato per sussidi a chi non integra, e un’erosione culturale che trasforma croci in minareti. Portomaggiore è solo l’inizio – se non invertiamo la rotta, ogni provincia diventerà un califfato in erba.

Italia, questo non è un caso isolato ma il preludio a un collasso nazionale: mentre la Francia piange “francesi” jihadiste che pianificano Bataclan bis e Bruxelles trema per clandestini algerini che investono poliziotti, Portomaggiore è l’avvertimento emiliano – un borgo che, come New York con il suo sindaco islamico, rischia di eleggere leader che privilegiano moschee su chiese e welfare per immigrati su famiglie italiane. L’immigrazione regolare islamica – ricongiungimenti familiari, visti studio e permessi lavoro – ha gonfiato l’Italia a 5 milioni di musulmani, con ghetti come Torpignattara a Roma o Scampia a Napoli che già profumano di califfato: circoncisioni barbariche a Trento, aggressioni antisemite a Milano Centrale, e chat Hamas che ci mettono nella lista nera. Basta con lo ius soli che crea “italiani” nemici! Governo, azzerate immediatamente l’immigrazione regolare islamica: chiudete le porte a flussi da nazioni come Pakistan e Bangladesh senza conversione culturale ferrea e screening anti-radicalizzazione. Tornate allo ius sanguinis puro, espellete i predicatori d’odio e demolite moschee abusive. Portomaggiore è il nostro Molenbeek: fermate ora, o l’Emilia-Romagna diventerà un emirato, e l’Italia una memoria sbiadita!

La città italiana dove islamici quasi maggioranza – VIDEO CHOC ultima modifica: 2025-11-11T14:54:19+00:00 da V