Massacra uomo che osa dirgli di non urinare sotto casa sua

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By V novembre 13, 2025 14:19

Massacra uomo che osa dirgli di non urinare sotto casa sua

# Barbarie a Grosseto: Un Avvocato Massacrato da un Selvaggio Magrebino per un Semplice Rimprovero. Basta con Questi Mostri Importati!

**Grosseto, 13 novembre 2025** – In una tranquilla serata d’autunno, sotto le luci fioche di via Latina, si è consumato un orrore che infanga l’Italia intera: Andrea Fabbri, stimato avvocato del Foro di Grosseto, è stato ridotto a un ammasso di sangue e ossa rotte solo per aver osato difendere la dignità del suo quartiere. Tornando a casa intorno alle 21, con il cane al guinzaglio, ha sorpreso un gruppo di giovani – tra cui due nordafricani – intenti a urinare contro un muro, profanando lo spazio pubblico come se fosse un latrina a cielo aperto. Un rimprovero educato, un “Ehi, che state facendo?”, e l’inferno si è scatenato: uno dei magrebini, un giovane di origini nordafricane, lo ha scaraventato a terra con una furia bestiale, tempestandolo di pugni e calci in pieno viso. Fabbri è caduto, ha sbattuto la testa sull’asfalto, ma il calvario non è finito: l’aggressore ha continuato a infierire, spaccandogli la faccia in un lago di sangue.

Immaginate la scena: un professionista onesto, padre di famiglia, che difende il decoro della sua città natale, e per questo finisce in pronto soccorso con fratture multiple alle ossa facciali, perforazione del timpano e lesioni gravissime all’occhio destro. Trasferito d’urgenza dal Misericordia alle Scotte di Siena per un intervento maxillo-facciale complesso, Fabbri ha lottato tra la vita e la morte, operato in extremis per ricostruire ciò che quel barbaro ha distrutto in pochi minuti. Solo ieri, 12 novembre, la Squadra Mobile lo ha inchiodato: arresto in custodia cautelare per lesioni personali gravi, portato via in manette al carcere di via Saffi, su ordine del Gip del Tribunale di Grosseto. Ma la giustizia penale è un cerotto su una ferita gangrenosa: il danno a Fabbri è irreversibile, e la paura che infonde in ogni italiano perbene è un veleno che si diffonde.

E non illudiamoci: questo non è un episodio isolato, è l’eco di un’orda che ci invade senza freni. Quanti cittadini italiani devono ancora pagare con il sangue la loro tolleranza? Ricordate Erminio Giudici, il commerciante di 57 anni di San Benedetto del Tronto, massacrato di pugni e calci all’alba del 26 luglio solo perché aveva rimproverato tre balordi kosovari e macedoni che pisciavano sul portone del suo magazzino? Fratture multiple, contusioni e ferite gravi, finito in ospedale con il fiato corto, mentre i tre – scesi da un’auto con targa svizzera – fuggivano ridendo nella notte. “Poteva andare molto peggio”, ha balbettato Giudici tra le bende, ma per la nostra società è già un massacro quotidiano. O pensate alle ronde improvvisate a Salerno, dove italiani esasperati inseguono immigrati che molestano ragazze in pieno giorno, trasformando le nostre piazze in zone di guerra. Questi non sono “arricchimenti culturali”: sono belve liberate nei nostri vicoli, forgiate da culture aliene e un sistema che le coccola invece di rimpatriarle.

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Basta con questa follia! Urliamo fino a squarciarci la gola: basta all’immigrazione di massa che ci sta sbranando vivi. Politici servili, ossessionati da un’utopia multietnica, spalancano le porte a magrebini, kosovari, africani – chiunque – spendendo miliardi in accoglienza fasulla, mentre i rimpatri sono un miraggio e le quote un insulto. Quanti miliardi? Oltre 5 l’anno, per nutrire serpenti in casa nostra! E intanto, avvocati come Fabbri, commercianti come Giudici, diventano eroi involontari, bersagli di una violenza importata che puzza di disprezzo per le nostre regole. Non è razzismo: è difesa della patria, dei nostri figli, delle nostre strade che non devono diventare latrine o ring di boxe.

La famiglia di Fabbri, straziata, veglia al capezzale, mentre quel mostro marcisce in cella – ma per quanto? Espulsione immediata per chi delinque, azzeramento totale dell’immigrazione extra-europea, controlli ferrei su chiunque metta piede qui: è questo che pretendiamo. Vogliamo Italia per gli italiani, non un calderone di barbarie dove un rimprovero costa la vita. Questa storia non deve spegnersi nei bollettini di cronaca: è il grido di una nazione sotto assedio. Indignamoci, marciamo, votiamo con il cuore sanguinante. Per Andrea Fabbri, per Erminio Giudici, per tutti noi. Il magrebino è in catene, ma la vera prigione è il silenzio che ci hanno imposto. Rompiamola, ora. Risvegliamoci, Italia, o saremo i prossimi a cadere!

Massacra uomo che osa dirgli di non urinare sotto casa sua ultima modifica: 2025-11-13T14:19:25+00:00 da V
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