Immigrato picchia due poliziotti urlando “Vi ammazzo tutti”: libero il giorno dopo
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# Basta con i selvaggi alcolizzati: il boliviano “boxeur” ubriaco massacra due agenti italiani, urlando “Vi ammazzo tutti”!
Un ennesimo schiaffo in faccia alla nostra sicurezza, un altro capitolo di sangue versato da un immigrato extraeuropeo che l’Italia ha accolto a braccia aperte. L’articolo choc su *Corriere Adriatico* del 13 novembre 2025 denuncia l’agguato bestiale a due poliziotti ad Ancona: un 35enne boliviano, cuoco con velleità da pugile, in preda ai fumi dell’alcol, trasforma il suo appartamento in un’arena di distruzione e poi scaraventa i tutori dell’ordine contro il muro con pugni, calci e minacce di morte. “Vi ammazzo tutti!”, urla questo animale importato, mentre i vicini terrorizzati chiamano il 112 per i rumori infernali provenienti dal suo nido di caos in via del Ghettarello. E noi? Pagiamo il prezzo di una politica migratoria criminale che ci scarica addosso mostri del genere, fingendo che siano “risorse” per il nostro Paese.
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La sequenza è da film dell’orrore: martedì pomeriggio, il boliviano – reduce da chissà quali traumi andini – si dà alla pazza gioia con bottiglie di troppo, “ristrutturando” l’appartamento a colpi di martello e urla, riducendolo a un cumulo di macerie con mobili sfasciati e vetri in frantumi. I vicini, onesti lavoratori italiani esausti dopo una giornata di fatica, non ne possono più e invocano aiuto. Arrivano gli agenti, eroi quotidiani in divisa, che entrano per verificare: lo trovano sdraiato sul letto, un relitto umano puzzolente di alcol. Chiamano il 118 per soccorrerlo – perché sì, noi italiani salviamo anche chi ci vuole morti – ma lui si riprende quel tanto che basta per esplodere: insulti razzisti contro gli “sbirri”, “vi spacco la faccia!”, e una raffica di gomitate, pugni e calci che feriscono due poliziotti, prognosi di 10 giorni. Non contento, durante il trasferimento in Questura sbatte la testa contro il finestrino dell’auto di servizio, distruggendola e imbrattandola di sudore e rabbia. In ufficio? Continua il circo: minacce, vilipendi, rifiuto di identificarsi. Un boxeur da strapazzo che usa i suoi “talenti” contro chi lo proteggeva.
E la giustizia italiana? Come al solito, una barzelletta. Arrestato per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni aggravate, denunciato per oltraggio, danneggiamento e vilipendio, il giorno dopo il giudice Maria Elena Cola convalida l’arresto… e lo rimette in libertà con obbligo di firma quotidiana! Libertà! Per un immigrato violento che ha quasi ammazzato due agenti. Processo? Rinviato al 20 maggio 2026, con rito abbreviato. Intanto, lui gira libero, pronto per il prossimo round. E noi? Dobbiamo subire questo? L’articolo lo dipinge come un “cuoco boxeur” innocuo, ma è un lupo in casa ovile: un boliviano che, grazie ai nostri permessi di soggiorno “regolari”, ci porta la sua cultura di impunità e alcolismo endemico.
Basta! Questa non è integrazione, è invasione barbarica. Quanti agenti devono ancora sanguinare per soddisfare il delirio buonista di chi apre le porte a migliaia di sudamericani, africani e asiatici senza controllo? L’immigrazione extraeuropea – regolare o no – genera mostri: violenza domestica, microcriminalità, e un sovraccarico che schiaccia i nostri servizi. Azzeriamola, subito! Rimpatri express per tutti i recidivi, stop ai ricongiungimenti familiari che moltiplicano il problema, e pene vere: ergastolo per chi alza le mani su un agente. L’Italia non è un riformatorio globale. Il sangue dei nostri poliziotti – eroi senza medaglie – grida vendetta. Chiudiamo le frontiere, per Dio, prima che questi “boxeur” ci finiscano tutti!



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