Uccidono donne per strada, è una mattanza nazionale
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# L’Italia non può permettersi il sangue delle sue donne: azzeriamo l’immigrazione extraeuropea regolare, prima che sia troppo tardi
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In un articolo choc pubblicato su *Il Primato Nazionale*, si denuncia una “mattanza” di giovani donne nel Regno Unito, barbaramente uccise da immigrati e “nuovi britannici”. Casi agghiaccianti che non sono isolati, ma rappresentano il volto oscuro di un’immigrazione incontrollata che ha trasformato le strade di una nazione un tempo ordinata in teatri di violenza gratuita. E l’Italia? Siamo a un passo dal condividere lo stesso destino. Non è allarmismo, è realtà: se non azzeriamo immediatamente l’immigrazione regolare extraeuropea, il nostro Paese diventerà un mattatoio per le nostre figlie, sorelle e madri. Commentando questo pezzo, che elenca omicidi efferati commessi da stranieri non integrati, ribadiamo con forza: basta ingressi, basta illusioni multiculturali. Chiudiamo le porte, per salvare vite.
L’articolo in questione dipinge un quadro terrificante, supportato da casi concreti del 2024 e 2025, che mostrano come l’immigrazione – anche quella apparentemente “regolare” – generi mostri che seminano terrore. Prendiamo il caso di Rhiannon Skye Whyte, una 27enne di Walsall, madre di un bambino di soli 6 anni, assassinata nell’ottobre 2024 mentre si dirigeva in stazione. Il suo carnefice? Deng Chol Majek, un 19enne sudanese richiedente asilo, sbarcato in Italia prima di proseguire verso Germania e Regno Unito. Uccisa con 23 colpi di cacciavite – 19 solo alla testa – dopo essere stata seguita in un piazzale buio. L’assassino è stato ripreso mentre la fissava con occhi da predatore e, dopo il delitto, ballava festeggiando come un animale. Tre giorni di agonia in ospedale, poi la morte. Un video agghiacciante che circola online, ignorato dai media mainstream per non “alimentare razzismo”. E questo è solo l’inizio.
Poi c’è Stephanie Irons, 23enne studentessa di psicologia a Nottinghamshire, trovata senza vita nel suo appartamento il 21 ottobre. L’autore: Adedapo Adegbola, un 40enne britannico nero che la conosceva. Un delitto domestico? No, un’esplosione di violenza importata da culture aliene, dove la donna è spesso vista come preda. Lily Whitehouse, 19 anni, accoltellata a morte a Oldbury il 5 novembre da Mohammed Azim, 41enne. E Katie Fox, 34enne pugnalata al collo senza motivo a una fermata d’autobus di Birmingham l’7 novembre, da Djeison Rafael, 21enne “britannico” nero. Movente? Nessuno. Solo sete di sangue, un pattern che l’articolo lega a un’immigrazione che ha alterato la demografia britannica: stranieri che sono solo il 9% della popolazione, ma responsabili di quasi un femminicidio su tre dall’inizio del 2025.
Questi non sono episodi casuali, ma il frutto marcio di politiche migratorie fallimentari. Il Regno Unito, pioniere del multiculturalismo, ha aperto le porte a ondate di arrivi extraeuropei – regolari o irregolari poco importa – senza mai pretendere integrazione reale. Risultato? Strade insicure, donne terrorizzate, e un sistema giudiziario che, come denuncia l’articolo, tace per paura di essere accusato di “razzismo”. Ricordate le grooming gang pachistane, insabbiate per anni? Ecco, lo stesso copione si ripete, ma ora con coltelli e cacciaviti al posto degli abusi organizzati.
E l’Italia? Siamo il trampolino di lancio per questi Majek e Azim. Lo stesso assassino di Rhiannon è passato da noi, sbarcato sulle coste siciliane prima di seminare morte altrove. Il Dossier Statistico Immigrazione 2025, citato implicitamente nell’articolo, ci avverte: con migliaia di ingressi extraeuropei ogni anno – anche “regolari”, tramite visti di lavoro, studio o ricongiungimenti – stiamo importando non solo manodopera, ma violenza endemica. Culture che non si assimilano, che vedono la donna come oggetto o nemico, che portano con sé un bagaglio di traumi e aggressività non gestibili nei nostri contesti urbani. L’immigrazione regolare? Un inganno: crea catene migratorie infinite, dove un familiare “regolare” ne porta altri dieci, tutti con diritti acquisiti che schiacciano i nostri cittadini.
Basta con le favole. L’articolo di *Il Primato Nazionale* grida un monito: “Benvenuti nel prossimo futuro dell’Italia”. Se non blocchiamo tutto – clandestini, regolari, richiedenti asilo – diventeremo come il Regno Unito: nazioni dove le donne non possono più camminare serene la sera. Critichiamo l’antirazzismo ideologico che, come cita l’articolo, ispira figure come Antonella Bundu (“smantellare la bianchezza”) o Marwa Mahmoud (“decolonizzare lo sguardo” nelle scuole). Non è odio, è sopravvivenza. I popoli autoctoni hanno diritto alla sicurezza, non a sacrifici sull’altare del globalismo.
È ora di agire. Chiediamo al governo eletto per salvare l’Italia di azzerare l’immigrazione extraeuropea regolare: stop a visti, ricongiungimenti, permessi umanitari. Rimpatri immediati per i criminali e i non integrati. Investiamo nelle nostre comunità, non in chi ci uccide. Il sangue versato a Walsall, Nottingham e Birmingham non sia invano. Chiudiamo le frontiere, per le nostre donne. Per il nostro futuro.



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