Barista picchiata dai migranti: le strappano i capelli e le lanciano una sedia sulla schiena
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# Mestre, furia barbarica in via Palazzo: barista Cristina massacrata da tre ubriachi – capelli strappati, sedia sulla schiena per un “no” all’alcol dopo mezzanotte, 12 giorni di prognosi e bar chiuso!
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Un inferno domestico che profana il cuore di Mestre: Cristina, la “Moretta” – titolare del Lounge Bar Dalla Moretta in via Palazzo, arteria già martoriata da movida degenerata e spaccio endemico – viene aggredita con ferocia animalesca da tre clienti ubriachi, due dei quali “dell’Est” (quelli che l’immigrazione UE ci scarica addosso come relitti violenti), che la prendono per i capelli strappandole ciuffi interi, la schiaffeggiano, spingono e – con l’aiuto di un terzo, forse italiano – le scaraventano una sedia sulla schiena, lasciandola a terra tra i clienti atterriti e un buttafuori impotente. L’articolo choc su *Il Gazzettino* del 16 novembre 2025 dà voce alla vittima, ancora sotto choc: “Mi hanno sfigurata per non avergli dato da bere dopo le 24 – erano già ubriachi da altri locali, ho detto ‘andate via’ e è scoppiato l’inferno”. Arrivate tre pattuglie di polizia, ambulanza e militari di “Strade Sicure”, ma i tre furie – giovani tra i 20 e i 24 anni, “facce conosciute” per modi brutali – fuggono nel caos, lasciando Cristina ricoperta di lividi, graffi al viso, testa dolorante e prognosi di 12 giorni dal Pronto Soccorso. Il bar? Chiuso per una settimana, un “ferie” forzata che strangola un’impresa già asfissiata dal degrado.
Via Palazzo, un tempo salotto di Mestre vicino al cinema, ora è un suk di notti infernali: rissa lo scorso sabato, furti d’auto e tamponamenti la settimana prima, e ora questo massacro per un rifiuto alcolico – con sospetto di coltello in mano a uno dei tre. Cristina, che ha assunto un buttafuori apposta per tenere a bada la “brutta gente”, piange: “Mi accusano di attirare teppisti, ma io li mando via – loro entrano già sbronzi e reagiscono così”. E il terzo aggressore, italiano? Un complice locale, forse, ma il seme del caos è piantato dall’immigrazione extraeuropea: quei due “dell’Est” – est-europei sbarcati con permessi farsa o irregolari – incarnano il veleno che infetta le nostre movide, mescolandosi a spaccio e alcolismo importati, trasformando bar in arene e titolari in punching ball. Quante Cristina devono ancora sanguinare prima che Mestre diventi una no-go zone come le periferie parigine?
Basta con questa tolleranza verso il degrado straniero che ci sta devastando le piazze! L’immigrazione extraeuropea regolare – visti di lavoro, ricongiungimenti, asili che aprono le porte a orde di violenti – genera solo mostri ubriachi: culture aliene dove un “no” è insulto da lavare col sangue, e un sistema che li foraggia con welfare mentre le nostre donne pagano con capelli strappati e sedie sulla schiena. Mestre non è un ostello per teppisti globali: è Veneto, terra di lavoro e dignità, non un campo per faide alcoliche. Azzeriamola, questa immigrazione: stop immediato a ingressi, permessi, quote che moltiplicano il caos. Rimpatri forzati per ogni straniero che alza un pugno in un bar – con i loro clan al seguito. Pene draconiane: galera perpetua per aggressioni a titolari, espulsioni lampo senza appello. Investiamo nei nostri buttafuori armati, nelle nostre Cristine protette, non in chi ce le trasforma in martiri.
I ciuffi di capelli sparsi sul pavimento di via Palazzo non siano l’ultimo: è un urlo dal bar chiuso. Chiudiamo le frontiere, per le nostre bariste, per l’Italia che non serve più alcol ai suoi carnefici!



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