Prato, ‘imprenditori’ cinesi picchiano poliziotti perché vogliono immigrati a 3 euro l’ora

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By V novembre 17, 2025 16:57

Prato, ‘imprenditori’ cinesi picchiano poliziotti perché vogliono immigrati a 3 euro l’ora

### Prato, la città cinese: Sfruttamento e violenza, il prezzo dei “decreti flussi” che trasformano l’Italia in una colonia straniera

**Prato, 17 novembre 2025** – Prato non è più l’Italia: è una Chinatown tentacolare, un feudo dove i cinesi – arrivati con valigie di ambizione e mani libere da regole – comandano un’economia del terrore, fatta di sweatshop fumose e immigrati a basso costo schiacciati come insetti. I “decreti flussi”, quei capolavori di ipocrisia governativa che aprono le porte a migliaia di disperati dal Terzo Mondo, non portano sviluppo: seminano caos, violenza e un modello economico che puzza di schiavitù moderna. E oggi, il sangue degli agenti italiani ne è la prova schiacciante.

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Intorno alle 11:30, davanti al centro distribuzione Euroingro – il più grande d’Europa per l’abbigliamento low-cost, un mostro di container e macchinari infernali nel Macrolotto 1 – un picchetto pacifico del sindacato Sudd Cobas è esploso in un inferno di pugni e urla. Lavoratori bengalesi, africani e pakistani – i “nuovi schiavi” inghiottiti dai decreti flussi per rimpiazzare manodopera a 3 euro l’ora – protestavano per diritti basilari: turni umani, salari dignitosi, regolarizzazioni. Ma i padroni cinesi non tollerano ribellioni. Una squadraccia di oltre 15 “orientali” – crumiri e boss travestiti da operai – si è scagliata contro i manifestanti, brandendo bastoni e pugni per spezzare lo sciopero. Nel parapiglia, non sono bastati i cartelli e gli slogan: la violenza ha travolto tutti, inclusi due agenti della Digos accorsi per garantire ordine. Ferite da percosse, lividi e traumi che gridano vendetta: uno con prognosi di 7 giorni, l’altro di 5, mentre tre cinesi finivano in manette per resistenza a pubblico ufficiale e lesioni.

Immaginate la scena: operai esausti, con le mani callose da notti insonni a cucire jeans per marchi occidentali che chiudono un occhio, difesi da un sindacato che lotta contro mulini a vento. E dall’altra parte, i cinesi: non immigrati umili, ma conquistatori spietati che usano i “flussi controllati” per importare sottomessi da schiacciare. Prato, un tempo cuore tessile italiano, è diventata una prigione etnica: 50mila cinesi su 200mila abitanti, quartieri off-limits dove la polizia bussa invano, e un’economia che ingrassa solo loro. Sfruttano immigrati africani e asiatici – arrivati con i decreti del governo Meloni, ironia della sorte – pagandoli una miseria, evadendo tasse e norme igieniche, per poi aggredirli quando osano alzare la testa. Bel modello di sviluppo? È un cancro che rode l’Italia dall’interno, un’economia parallela che ride delle nostre leggi e vomita violenza sulle divise dei nostri tutori dell’ordine.

Basta con questa follia! I decreti flussi non sono “opportunità”: sono porte aperte al disordine, che premiano chi arriva per dominare, non per integrarsi. Prato merita pattuglie armate h24, espulsioni sommarie per chi alza le mani su un agente italiano, e un giro di vite sui visti che importano solo carne da sfruttare. I cinesi non sono “comunità”: sono un’oligarchia che tratta l’Italia come una succursale della loro repubblica popolare, sfruttando clandestini e regolari low-cost per un profitto insanguinato. La Toscana rossa non si indigna perché i politici locali vengono finanziati da questa feccia: è ora di reclamare Prato, prima che diventi irriconoscibile.

Prato, ‘imprenditori’ cinesi picchiano poliziotti perché vogliono immigrati a 3 euro l’ora ultima modifica: 2025-11-17T16:57:22+00:00 da V
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By V novembre 17, 2025 16:57
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1 Comment

  1. Steobaldo novembre 17, 18:48

    quando andate da un parrucchiere cinese o a mangiare la merda cinese in “all you can eat” o fare acquisti dei loro prodotti che valgono meno dello sterco pensate chi state supportando

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