Costretti a rifugiarsi in chiesa per non essere stuprati dai migranti
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# Cassino 2025: la guerra è già cominciata e i nostri figli sono le prede
Una giovane coppia di ragazzi italiani, che passeggia tranquilla in centro, viene circondata, insultata con frasi volgari, palpeggiata, poi colpita con calci, schiaffi e pugni da un gruppo nutrito di immigrati di seconda generazione. Non è la prima volta. Stavolta però superano ogni limite: la violenza è tale che i due adolescenti devono scappare e rifugiarsi vicino a una chiesa per non finire all’ospedale… o peggio. Uno dei due dovrà operarsi per le ferite riportate.E non è un caso isolato. Roberta, madre di un 17enne del posto, lo dice senza giri di parole:
«Mio figlio andava in palestra da solo, anche alle 20-21. Ora non più. Lo hanno seguito, gli hanno tirato via il borsone, l’hanno minacciato. Lo accompagno io e vado a riprenderlo. A 17 anni vorrebbe essere libero di fare sport, invece ha paura».
Dopo le 20 il centro di Cassino diventa terra di nessuno: ragazzi in bici spinti a terra, ragazze insultate e toccate e vie deserte trasformate in zone off-limits.
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Una coppia di adolescenti italiani passeggia in centro.
Arriva il branco di seconda generazione – figli di immigrati extraeuropei nati qui grazie ai ricongiungimenti familiari – e li circonda. Insulti, mani addosso, poi la pioggia di calci, pugni e schiaffi. I due scappano terrorizzati e si rifugiano vicino a una chiesa, come in un film di cent’anni fa, mentre uno dei due finisce sotto i ferri per le botte prese.
Non è la prima volta. È la norma.
Dopo le 20 Cassino è loro: ragazzi italiani spinti giù dalla bici, ragazze palpeggiate, chiunque cammini da solo è selvaggina. Le madri devono fare da scorta ai figli di 17 anni che vanno in palestra, perché altrimenti tornano con il borsone rubato o con la faccia spaccata.
Questi non sono “ragazzi difficili”.
Sono colonizzatori cresciuti con i nostri soldi, nutriti dal nostro welfare, scolarizzati con i nostri insegnanti, e che hanno imparato una sola lezione: l’italiano è debole e si può colpire impunemente.
E mentre loro spaccano ossa, i nostri tribunali si limitano a una denuncia e a un daspo urbano, quando va bene.
Perché sono “minori” o “figli di immigrati” o “vittime della società”.
E intanto i nostri figli si nascondono dietro le chiese.
Basta con questa farsa.
I ricongiungimenti familiari hanno creato mostri, non cittadini.
Revoca immediata di ogni permesso ai genitori di questi branchi.
Rimpatrio forzato dell’intero nucleo familiare al primo pugno.
Espulsione automatica, anche per chi è nato qui, se alza le mani su un italiano.
Cassino non è più una città italiana dopo le 20.
È territorio occupato.
E se non chiudiamo subito le porte, domani l’unico posto sicuro per i nostri figli sarà il camposanto.



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