Giovanni ed Elia uccisi dalle mamme: ma noi non urliamo al matriarcato

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By V novembre 19, 2025 14:18

Giovanni ed Elia uccisi dalle mamme: ma noi non urliamo al matriarcato

Tra l’altro straniere.

Due bambini maschi uccisi negli ultimi giorni dalle madri. Se fossimo disadattati come quelli di sinistra urleremmo al ‘matriarcato’. Invece, come nel caso dei cosiddetti ‘femminicidi’ è solo follia. Non chiediamo corsi di rieducazioni per le bambine negli asili con bambolotti.

### Un altro bambino ucciso dalla madre: il piccolo Elia, dopo Giovanni

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È successo di nuovo. A Cardito, in provincia di Napoli, una donna di 31 anni, Valentina Casa, ha ucciso il figlio Elia di appena due anni e mezzo. Lo ha soffocato nel sonno, poi ha tentato il suicidio. Il piccolo è morto in ospedale poche ore dopo. Pochi mesi fa, a Cabiate, nel Comasco, un’altra madre, Nada Manzoni, aveva ucciso il figlio Giovanni di sette anni a coltellate. Due bambini, due madri, due gesti di follia apparentemente inspiegabili.

Oggi è il 25 novembre, Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza contro le donne. Sui social e sui media imperversa la parola «femminicidio», si contano le donne uccise (soprattutto) da partner o ex partner, si parla di «patriarcato tossico», di «cultura dello stupro», di Stato», di «emergenza nazionale». Tutto sacrosanto quando si tratta di denunciare la violenza maschile contro le donne: quei numeri sono reali, quelle storie sono tragiche e meritano attenzione, prevenzione, risorse.

Ma quando a morire sono bambini per mano delle loro madri il silenzio è quasi totale, o comunque molto più ovattato. Non si grida allo «struzzismo di genere», non si inventa la categoria «figlicidio materno» come emergenza strutturale, non si parla di «matriarcato tossico» o di «cultura dell’infanticidio femminile». Nessuno scende in piazza con cartelli «Non una di meno… se è maschio».

Eppure i dati italiani (ultimo report Eures 2023) dicono che nei figlicidi (omicidi di figli minorenni) le madri sono responsabili nel 52% dei casi, i padri nel 38%, altri parenti o estranei nel restante 10%. Quando la vittima è un bambino molto piccolo (0-5 anni) la percentuale di madri autrici sale addirittura al 68%. Non è un’eccezione, è la norma statistica.

Se applicassimo lo stesso schema interpretativo che viene usato per i femminicidi, oggi dovremmo titolare: «Ennesimo sacrificio rituale in nome della Giornata contro la violenza sulle donne: madre uccide figlio maschio di due anni». Oppure: «La strage silenziosa dei bambini maschi per mano materna: è matriarcato?». Sarebbe assurdo, caricaturale, complottista. Ed è esattamente il motivo per cui non bisogna farlo nemmeno nell’altro senso.

La verità è molto più semplice e molto più triste: ci sono persone (uomini e donne) che impazziscono, che crollano sotto il peso di depressione post-partum, solitudine, povertà, malattie psichiatriche non curate, e in quel buio uccidono chi hanno più vicino, spesso i figli. Non è questione di genere, è questione di follia e di mancanza di reti di sostegno.

Il problema non è dire che «le donne uccidono i figli più dei padri» (anche se lo dicono i dati è un fatto, punto). Il problema è trasformare ogni tragedia in una guerra tra sessi, come se ogni coltellata o ogni mano sul viso di un bambino fosse la prova di una cospirazione millenaria. Non lo è. Sono singoli abissi individuali.

Elia e Giovanni non sono morti per il patriarcato né per il matriarcato. Sono morti perché due madri hanno perso la testa e nessuno è arrivato in tempo per fermarle. Piangerli senza strumentalizzarli sarebbe già un piccolo passo verso l’umanità.

Giovanni ed Elia uccisi dalle mamme: ma noi non urliamo al matriarcato ultima modifica: 2025-11-19T14:18:01+00:00 da V
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