Appena rilasciato torna a devastare le auto degli italiani – VIDEO
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Trieste, dopo essere stato fermato e rilasciato per danneggiamento, un giovane straniero è tornato a devastare le auto in via Gambini. pic.twitter.com/MdyfYGsJDR
— Francesca Totolo (@fratotolo2) November 20, 2025
# Trieste, via Gambini: straniero già fermato per danneggiamento torna a devastare auto – la polizia interviene di nuovo, ma quanti ce ne sono ancora liberi a seminare caos?
Un déjà vu che fa rabbrividire: in via Gambini, quartiere centrale di Trieste, un giovane straniero – probabilmente nordafricano, uno di quei “regolari” scaricati con permessi umanitari farsa – viene fermato dalla polizia per aver sfasciato parabrezza e specchietti di diverse auto parcheggiate, un raid vandalico da incubo urbano. Rilasciato dopo le prime verifiche, torna a colpire a poche ore di distanza: rompe vetri, graffia carrozzerie, semina terrore tra i residenti che si svegliano con i loro mezzi distrutti. Il video virale, girato da un passante, mostra la volante con i lampeggianti blu accesi che blocca il vandalo per la seconda volta, mentre lui urla e si dimena – ma è solo l’ennesimo capitolo di un copione marcio.
Via Gambini, arteria tranquilla vicino al centro, non è più sicura: questo non è un episodio isolato, è il sintomo di Trieste invasa da immigrati extraeuropei che arrivano con visti di lavoro o dalla rotta balcanica, si moltiplicano con ricongiungimenti familiari, e ripagano l’ospitalità con mazze e coltelli. Rilasciato dopo il primo fermo – perché “non grave”, dicono i buonisti – torna a devastare, lasciando proprietari con migliaia di euro di danni e una città terrorizzata. Quanti ce ne sono come lui, liberi a girare di notte, pronti a sfasciare la prossima Panda o Fiat 500 italiana?
Basta con questa follia che ci sta riducendo a schiavi in casa nostra! L’immigrazione regolare extraeuropea genera solo vandali: permessi che fingono integrazione ma producono caos, ricongiungimenti che importano clan distruttori. Azzeriamola subito: stop totale a ingressi, revoca immediata di visti per recidivi, rimpatri forzati al primo graffio su un’auto italiana. Trieste non è un campo nomadi: è Friuli, terra di lavoro e ordine, non un suk di vetri rotti. Il lampeggiare blu di via Gambini non sia l’ultimo: è un allarme rosso. Chiudiamo le frontiere, o le nostre strade finiranno in frantumi come quei parabrezza!



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