Dopo la prima violenza l’hanno ammonito e lui ha deciso di violentare studentessa
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# Rieti, il molestatore seriale nigeriano colpisce ancora: beccato a pedinare una studentessa universitaria, posto ai domiciliari… e scappa!
Rieti, il molestatore seriale è un 34enne nigeriano: dopo essere stato già ammonito per aver molestato una donna, è stato beccato a seguire e molestare una studentessa universitaria.
Posto ai domiciliari, il nigeriano è evaso.
Trasferito in carcere? Remigrato?
Ma figuriamoci!… pic.twitter.com/diixMNLzts
— Francesca Totolo (@fratotolo2) November 20, 2025
Un 34enne nigeriano, già ammonito per molestie a una donna, viene sorpreso a seguire e molestare una studentessa universitaria per le strade di Rieti. La polizia lo arresta, perquisisce il telefono e trova filmati nascosti girati all’interno dell’università. Risultato? Domiciliari.
E lui? Evade.
Scompare nel nulla.
Non è in carcere.
Non è stato rimpatriato.
È libero di tornare a cacciare tra le vie di Rieti, pronto a scegliere la prossima vittima.
Questo non è un caso isolato: è il copione dell’immigrazione regolare africana.
Arrivano con permessi umanitari, ricongiungimenti familiari o protezioni sussidiarie, poi molestano, violentano, scappano. E il sistema italiano li protegge: domiciliari invece di galera, galera invece di rimpatrio.
Quante studentesse devono ancora tremare prima di capire che questi non sono “casi singoli”, ma un pattern?
Un nigeriano molestatore seriale, già noto, già ammonito, già evaso.
Basta.
Azzeriamo subito l’immigrazione regolare extraeuropea, soprattutto africana.
Stop totale a ogni permesso umanitario, revoca immediata di tutte le protezioni, rimpatrio forzato per ogni molestatore straniero – anche se “solo” ai domiciliari.
Rieti non è una giungla.
Le nostre studentesse non sono prede.
Il prossimo filmato sul suo telefono non deve essere quello della prossima vittima.
Chiudiamo le porte, o le nostre figlie cresceranno con la paura negli occhi.



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