«Hai molestato le bambine». Padre picchia immigrato e distrugge il suo negozio

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By V novembre 20, 2025 17:09

«Hai molestato le bambine». Padre picchia immigrato e distrugge il suo negozio

# Modena, l’orrore dietro le caramelle: il bangladese sbarcato a Lampedusa che palpeggiava bambine di 11 anni nel suo negozietto etnico – denunciato a piede libero, perché “in attesa di rinnovo”

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È il pomeriggio di un giorno qualunque di novembre 2025 a Modena, in uno di quei negozietti etnici che ormai spuntano come funghi in ogni quartiere italiano. Due sorelline, una di undici anni e l’altra poco meno, entrano come fanno spesso: sono bambine del posto, abituate a quel signore gentile che parla con l’accento pesante e regala sempre una caramella o un lecca-lecca.

Quel signore è un quarantenne del Bangladesh.
È arrivato anni fa a Lampedusa su uno dei tanti barconi, è stato fotosegnalato, ha ricevuto il permesso di soggiorno per motivi umanitari (scaduto a settembre 2025 ma, come succede quasi sempre, “in attesa di rinnovo”), e adesso ha un lavoro regolare dietro il bancone di un market etnico.

Quel pomeriggio le caramelle non bastano più.
Quando le bambine sono sole nel negozio, lui chiude la porta a chiave per un attimo, le attira verso il retro, le tocca ripetutamente nelle parti intime. Le bambine urlano, si divincolano, scappano terrorizzate. Corrono a casa, piangendo, e finalmente raccontano tutto.

Un uomo – il padre o un conoscente – entra nel negozio poco dopo e lo massacra di botte. Vetrine distrutte, scaffali a terra, urla che fanno accorrere i vicini.
Arriva la polizia.
Le telecamere del negozio confermano ogni parola delle bambine.
L’accusa è violenza sessuale aggravata su due minori di undici anni.

E la risposta dello Stato italiano?
Denuncia a piede libero.
Il bangladese è tornato a casa sua ieri sera.
Oggi è di nuovo dietro quel bancone, o in giro per il quartiere.
Libero di scegliere le prossime due bambine.

È la fotocopia esatta di quello che è successo decine di volte negli ultimi anni:
il barcone di Lampedusa, il permesso umanitario regalato, il negozietto etnico o il market aperto con i soldi del contribuente italiano, le caramelle per attirare le bambine, le mani addosso, la denuncia a piede libero, il “in attesa di rinnovo” che rende tutto eterno.

È successo a Caivano con le cuginette violentate per mesi.
È successo a Palermo, a Reggio Emilia, a Torino, a Roma, in decine di altri negozietti etnici dove il signore gentile regala dolcetti e poi chiude la porta.

E ogni volta la stessa domanda:
quante bambine di undici anni devono ancora essere toccate da questi “ospiti” prima che qualcuno abbia il coraggio di fermare la catena?

Perché la catena è sempre la stessa:
barcone → Lampedusa → permesso umanitario → lavoro → caramelle → violenza → denuncia a piede libero → nuovo permesso “in attesa di rinnovo”.

Questa non è accoglienza.
È la consegna programmata delle nostre figlie a predatori che lo Stato italiano accoglie, fotografa, mantiene e protegge.

Le caramelle avvelenate di Modena non devono essere l’ultimo regalo.
Chiudiamo subito la filiera che trasforma Lampedusa nella porta d’ingresso degli stupratori delle nostre bambine.
Altrimenti domani il prossimo negozio etnico avrà ancora un signore gentile con l’accento pesante e una caramella in mano.
E dietro la porta ci saranno ancora due sorelline di undici anni.

«Hai molestato le bambine». Padre picchia immigrato e distrugge il suo negozio ultima modifica: 2025-11-20T17:09:36+00:00 da V
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By V novembre 20, 2025 17:09
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3 Comments

  1. Kurly novembre 20, 17:59

    Ha fatto bene il papà delle due bimbe, bisogna ribellarci al marciume che ci sta inondando, non l’abbiamo né chiesto né tantomeno invitato a romperci le pa@@e!

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  2. WLMHH8 novembre 20, 20:52

    Il genitore ha fatto bene!
    Fiducia nella “giustizia” e nello Stato zero!

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