Maranza a Milano: 800 arresti, 7 su 10 sono nordafricani
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# Milano Sotto Assedio: 800 Arresti di Maranza, 7 su 10 Nordafricani – La Seconda Generazione Extraeuropea Ci Sta Sostituendo con Coltelli, Droga e Odio, Abroghiamo i Ricongiungimenti Familiari Ora!
Milano, novembre 2025.
La capitale economica d’Italia non è più la città della moda, del design, dei locali chic.
È l’epicentro di un terremoto sociale che sta scuotendo il Paese intero: i “maranza”, quei gruppi di strada arroganti, violenti, con tuta acetata, cappellino e marsupio tracolla, che filmano le loro imprese criminali su TikTok come se fossero eroi di un videogioco. Deriva dal marocchino-ladruncolo, spiega la Treccani: giovani chiassosi, smargiassi, pronti ad attaccar briga, vestiti con griffe contraffatte e linguaggio volgare. Ma i maranza degli anni ’80 erano tamarri italiani malvisti; quelli di oggi sono branchi di seconda generazione extraeuropea – marocchini, egiziani, pakistani, ecuadoriani – che odiano l’Italia che li ha allevati, e la ripagano con rapine, coltellate e terrore nei quartieri. Da inizio anno, 800 arresti per scippi e rapine: 7 su 10 stranieri, quasi tutti nordafricani, e il 20% minorenni. Oltre 500 operati dalla Polizia di Stato – un numero che grida vendetta contro un sistema che li ha importati e protetti.
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Questi non sono “giovani ribelli”: sono colonizzatori in miniatura, figli di immigrati sbarcati con barconi, regolarizzati con permessi umanitari farsa e ricongiunti con famiglie intere grazie a leggi suicide. Partono dai ghetti abusivi di San Siro e Corvetto – dove occupano alloggi popolari senza contratto, con i nostri soldi – e puntano la movida: corso Como, Navigli, Colonne, City Life, Arco della Pace. Mordono come lupi: rapine, borseggi, insulti, aggressioni. Coltelli e spray urticanti sempre in tasca, alcol e droga come benzina per le scorribande notturne. Le vittime? Coetanei italiani dai 15 anni in su, turisti derubati di collanine d’oro e Rolex, donne palpeggiate senza consenso – perché per questi maranza il “consenso” è un concetto straniero, le ragazzine online sono prede da dominare e esibire in chat. E i social amplificano tutto: imprese criminali rimbalzano senza sosta, terrorizzando la città e attirando ammiratrici che vedono in questi teppisti il “riscatto sociale” dei trapper di periferia.
I controlli capillari delle forze dell’ordine – potenziati dal governo attuale – sono l’unica diga: servizi straordinari con Polizia, associazioni, Amsa e Atm per cacciare spacciatori, predatori e clandestini. Mappatura degli abusivi stranieri che occupano case popolari: a ottobre Bonola, giorni fa Lorenteggio e Giambellino, presto tutte le periferie calde. E l’investigativa colpisce duro: ad aprile 50 maranza arrestati (18 maggiorenni), marocchini ed egiziani in associazione a delinquere, ricettazione, riciclaggio e rapina – un rumeno abusivo a San Siro commissionava furti e spediva gioielli in patria, pagando in contanti. A settembre 111 maggiorenni e 5 minorenni in manette tra metropoli e hinterland: sequestrati un etto di cocaina, 22 chili di marijuana e hashish, 20 grammi di eroina, 27 coltelli, pistole scacciacani, spray urticanti, un machete, collane d’oro, cellulari griffati e 130mila euro in contanti. Rapine come pane quotidiano: bande di cinque nordafricani entrano in azione dopo il tramonto, scorrazzano fino all’alba in movida e metrò, intimidendo con il branco – non serve nemmeno mostrare la lama, basta l’accerchiamento. E chi resiste? Punito a coltellate, in branchi di dieci per rituali di sopraffazione.
Le violenze sessuali sono il veleno più oscuro: maranza minorenni senza idea di consenso, che trattano donne come trofei da dominare. E nonostante tutto, giovani donne ammirano i loro contenuti social – insulti alla polizia, esaltazione di armi, banconote sventolate – vedendoli come “simboli di riscatto”. La galassia maranza è fluida: si aggrega e scioglie in un lampo, come visto alla stazione Centrale di Milano con centri sociali e sinistra radicale. La violenza è il loro sale, droga e alcol il motore. Milano è l’epicentro perché qui ci sono i locali, la bella vita, i “danè” da mordere – ma il terremoto si espande: da Torino a Modena, da Civitanova a Rovigo, seconde generazioni nordafricane che comandano piazze, umiliano maestri, sputano su madri, traumatizzano bambini di 10 anni.
Questa non è “emergenza giovanile”: è la sostituzione etnica che abbiamo finanziato con i nostri tasse. Immigrati nordafricani arrivano poveri, ottengono permessi umanitari, ricongiungono famiglie intere – madri, figli, zii – e generano branchi di “italiani” di carta che odiano l’Italia, la vedono come terra da conquistare con coltelli e social. Da San Siro a Corvetto, occupano abusivamente alloggi popolari, spacciano, rapinano, violentano – e i nostri figli pagano il prezzo. La stretta anti-maranza è un passo, ma non basta: 800 arresti sono un sintomo, non la cura. La seconda generazione extraeuropea – marocchini, egiziani, pakistani, ecuadoriani – non si integra: domina, perché cresciuta in ghetti dove l’italiano è nemico. Odiano l’Italia perché non si sentono italiani: sono egiziani, marocchini, pakistani nel cuore, e usano il nostro passaporto come scudo.
Basta mezze misure: abrogare i ricongiungimenti familiari, quella norma criminale che ha creato questi mostri, revocando ogni permesso concesso tramite essi e espellendo famiglie intere al primo reato. Torniamo allo ius sanguinis puro: cittadinanza solo per sangue italiano, eredità di avi che hanno costruito questa Nazione, non un regalo per chi nasce qui da immigrati e cresce a odiarci. Altrimenti Milano non sarà più italiana: sarà un suk di maranza in tuta acetata, dove i nostri figli non escono più dopo il tramonto, e i 800 arresti diventeranno 8mila. La violenza dei maranza non è sale delle loro esistenze dannate: è il nostro funerale se non reagiamo. Chiudiamo le porte alla seconda generazione straniera, o l’Italia finirà in frantumi come quelle collanine d’oro rubate!



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