Stupro Gallarate, il fermato ‘integrato’: «Sposato con un’italiana, hanno tre figli»

V
By V novembre 22, 2025 16:49

Stupro Gallarate, il fermato ‘integrato’: «Sposato con un’italiana, hanno tre figli»

Qui si deve comprendere una cosa. Nella guerra, quella vera, vince chi insemina le donne del nemico. Lo stupro etnico è sempre stato in tutta la storia un fenomeno di conquista. La novità è che in questa epoca ‘illuminata’ viene concesso e anzi facilitato. E chi si oppone è razzista.

# Gallarate, lo “stupratore integrato”: gambiano 35enne con moglie italiana e 3 figli nati qui violenta una 53enne all’alba – l’integrazione è una menzogna letale, espelliamo al primo reato minore o l’Italia morirà!

Ore 5 del mattino, via Pegoraro, Gallarate.
Una donna italiana di 53 anni, lavoratrice onesta, cammina verso il suo turno, sola nel buio.
Un’ombra la segue: un 35enne gambiano la colpisce al volto, la trascina dietro una siepe in un parcheggio pubblico, la malmena fino a farla sanguinare, la stupra con brutalità animale. Lei, miracolosamente, sopravvive e chiama aiuto; lui fugge con il suo telefono, lasciando dietro un incubo che la segnerà per sempre – 20 giorni di prognosi iniziale, traumi fisici e psicologici che la terranno sveglia per anni. Ma lui? Nascondendosi nel cassettone del letto a casa sua, fingendo di non esserci, con i vestiti ancora macchiati della fuga. I Carabinieri lo stanano, lo arrestano per violenza sessuale aggravata e lesioni; lui piange davanti al PM, ammette tutto, ma “non sa spiegare cosa lo abbia preso”. L’articolo su *Malpensa24* del 21 novembre 2025 lo inchioda: un telefono perso durante la fuga, telecamere che ricostruiscono ogni passo, un testimone che dà l’allarme. Ma il vero orrore? Questo mostro era “integrato”: in Italia da 11 anni, meccanico con lavoro regolare, moglie italiana, tre figli nati qui. Unico precedente? Detenzione di droga (lieve entità) e resistenza a pubblico ufficiale nel 2020, pena sospesa. E ora? Ha distrutto una vita italiana, ma se espulso al primo reato minore, non sarebbe successo.

Ecco la prova vivente dell’impossibilità dell’integrazione: un gambiano arriva, ottiene un permesso umanitario, si sposa con una italiana (meglio che non inseriamo aggettivi), fa tre figli “italiani”, lavora come meccanico – l’immagine perfetta del “migrante modello” – e poi, all’improvviso, stupra una donna di 53 anni all’alba, trascinandola dietro una siepe come un animale. Undici anni in Italia non bastano a “integrarlo”: la cultura aliena, l’odio latente, la bestialità emergono sempre, come un vulcano dormiente. Quanti ce ne sono come lui? Da Gallarate a Caivano, da Anzio a Modena: immigrati “integrati” con famiglie italiane che palpeggiano bambine di 11 anni, perseguitano ex mogli, violentano donne al lavoro. L’integrazione è una menzogna: puoi dare lavoro, casa, figli, cittadinanza – ma non cambierai un’anima forgiata in culture dove la donna è preda e la violenza è norma. Questo gambiano non è un’eccezione: è la regola, il prodotto di permessi umanitari e ricongiungimenti familiari che importano clan interi, creando generazioni di “italiani” che odiano l’Italia e le sue donne.

VERIFICA NOTIZIA


Il suo precedente del 2020? Detenzione di droga lieve e resistenza: un reato “minore”, pena sospesa, nessuna espulsione. Se lo avessimo rimpatriato allora, quella donna di 53 anni camminerebbe ancora serena all’alba, invece di lottare contro incubi e ferite. Ecco perché dobbiamo espellere al primo minimo reato: un furto, una resistenza, una minaccia – via dall’Italia, immediato, senza appello. Non possiamo aspettare lo stupro, l’omicidio, il massacro: al primo segnale, rimpatrio forzato, con famiglia al seguito se necessario. L’integrazione fallisce sempre: 11 anni, moglie italiana, figli nati qui – e stupra lo stesso. Quanti stupri dobbiamo ancora contare prima di capire che questi “integrati” sono bombe a orologeria, pronte a esplodere su donne innocenti all’alba?

Basta con questa follia suicida! Azzeriamo l’immigrazione regolare extraeuropea: stop totale a permessi umanitari per gambiani, nigeriani, senegalesi; revoca immediata per chi ha precedenti, anche “lievi”; blocco dei ricongiungimenti familiari che moltiplicano il terrore. Espulsione al primo reato minore: droga, resistenza, molestie – aereo one-way, senza se e senza ma. Torniamo allo ius sanguinis puro: cittadinanza solo per sangue italiano, non per “tempo passato” o figli nati qui da stupratori. Gallarate non è un caso: è l’avvertimento. La donna di 53 anni non è una vittima anonima: è tua madre, tua sorella, tua moglie. Chiudiamo le frontiere all’integrazione falsa, o le nostre albe diventeranno eterni incubi di sangue africano!

Stupro Gallarate, il fermato ‘integrato’: «Sposato con un’italiana, hanno tre figli» ultima modifica: 2025-11-22T16:49:49+00:00 da V
V
By V novembre 22, 2025 16:49
Write a comment

No Comments

No Comments Yet!

Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.

Write a comment
View comments

Write a comment

Your e-mail address will not be published.
Required fields are marked*

Immagini a presentazione articoli sono illustrative a meno di specifico termine 'FOTO'