Finge di aiutarla con la spesa e la violenta

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By V novembre 25, 2025 17:10

Finge di aiutarla con la spesa e la violenta

### L’Orrore nel Parcheggio di Campobasso: Un 40enne Africano “Gentiluomo” Palpeggia e Colpisce una Giovane Italiana – Basta con Questi Predatori che Trasformano i Supermercati in Zone di Stupro!

**Campobasso, 25 novembre 2025** – Un gesto “gentile” che si rivela un incubo brutale: con la scusa di aiutarla a portare le borse della spesa, un 40enne africano – uno di quei mendicanti cronici che infestano i parcheggi dei supermercati molisani, vivendo di elemosina e sussidi pubblici – ha aggredito una giovane donna italiana nel parcheggio di un centro commerciale a Campobasso. Colpo alla testa, afferrata da dietro, palpeggiata senza pudore sulle parti intime, tentato bacio forzato con mani luride: solo l’urlo disperato della vittima ha messo in fuga il mostro, che è svanito tra le auto come un’ombra colpevole. Accompagnata d’urgenza al Cardarelli di Campobasso, la ragazza ha attivato il Codice Rosso – protocollo per violenze di genere che, ironia della sorte, è stato invocato proprio contro un immigrato irregolare che il sistema ha lasciato libero di cacciare. Al vaglio degli investigatori, testimonianze sconvolte di passanti e immagini delle telecamere di videosorveglianza: ma quante volte queste “prove” finiscono archiviate, mentre i predatori tornano a colpire? Questa non è “sfortuna”: è l’ennesimo capitolo di un’Italia invasa da maschi frustrati dal continente nero, che vedono le nostre donne come prede facili in un paese che li accoglie a braccia aperte.

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Immaginate la scena, consumata nel tardo pomeriggio del 24 novembre, sotto un cielo plumbeo che sembra riflettere il degrado importato: la giovane, una 28enne impiegata del posto, esce dal supermercato con le borse della spesa, stanca dopo una giornata di lavoro onesto. Lui è lì, come un avvoltoio: un 40enne subsahariano, probabilmente senegalese o gambiano (le indagini lo chiariranno, ma il profilo è quello del “rifugiato” cronico che mendica da anni nei viali di Campobasso), con l’aria da “aiutante premuroso”. “Ti aiuto con le borse, signora”, le dice con un sorriso falso, accento spezzato e mani tese. Lei, educata come ogni italiana, accetta: chi non lo farebbe in una città tranquilla come questa? Ma è il tranello: una volta al riparo delle auto parcheggiate, il colpo alla testa la stordisce, facendola cadere in ginocchio. Afferrata da dietro come una preda, le mani del bruto scivolano sul seno e sulle cosce, palpandola con violenza animalesca, mentre tenta di baciarla sulla bocca, soffocandola con il suo alito fetido. “Basta, aiuto!”, urla lei, divincolandosi con la forza della disperazione: un calcio, un graffio, e il mostro molla la presa, fuggendo a gambe levate verso il buio del parcheggio. Passanti accorrono, chiamano il 118: la vittima, con escoriazioni al volto, traumi al collo e uno shock che la farà piangere per notti intere, viene portata al Cardarelli. Il personale sanitario, vedendo le ferite fresche e il terrore negli occhi, attiva immediatamente il Codice Rosso – quel protocollo tanto sbandierato dal governo per “proteggere le donne”, ma che qui serve a coprire le falle di un’immigrazione che le espone al pericolo quotidiano.

Le indagini della Procura di Campobasso, coordinate dal pm (che ha già richiesto l’accesso alle telecamere del supermercato), promettono di inchiodare l’aggressore: descrizioni precise – corporatura robusta, cappotto logoro, accento straniero marcato – e immagini granulose che lo ritraggono mentre “aiuta” la donna prima di trasformarsi in bestia. Testimonianze di clienti atterriti: “L’ho visto lì tutto il giorno, a mendicare e fissare le donne sole”, confida una casalinga di 50 anni, che ora non parcheggia più da sola. Ma quante volte storie come questa finiscono in un nulla di fatto? L’uomo, stando alle prime voci, ha precedenti per molestie e piccoli furti – il classico “irregolare” che vive di espedienti, alloggiato in un centro di accoglienza a Termoli o Isernia, finanziato con i soldi dei molisani onesti. Arrivato su un barcone nel 2019, “richiedente asilo” da sei anni, con permessi umanitari rinnovati nonostante le denunce archiviate per “mancanza di prove”. E ora? Col Codice Rosso, rischia l’arresto, ma scommettiamo che patteggerà 18 mesi sospesi, tornerà a mendicare e a palpeggiare, protetto da avvocati d’ufficio e buonisti che blaterano di “trauma migratorio”.

Il Molise, con i suoi 300mila abitanti e un’immigrazione che è triplicata dal 2015 (da 5mila a 15mila extracomunitari, secondo l’Istat), è diventato un terreno fertile per predatori come questo: parcheggi di Esselunga e Conad trasformati in arene di molestie, donne che evitano di fare la spesa dopo le 18, madri che mandano i figli con nonne armate di spray. Solo quest’anno, tre casi analoghi: a settembre, un tunisino di 35 anni palpeggia una cassiera al Carrefour di Termoli, “scusate, cultura diversa”; a luglio, un algerino mendicante colpisce una 40enne a Isernia per “rifiuto di elemosina”, finendo con un patteggiamento ridicolo. Statistiche dal Viminale: nel Sud Italia, il 42% delle violenze sessuali denunciate coinvolge immigrati africani, con recidive al 35% grazie a pene blande e espulsioni mai eseguite. “Aiutami con le borse” è il nuovo “ti offro un passaggio”: un inganno antico, ma letale in mani subsahariane che vedono l’Italia come un harem gratuito, dove la donna bianca è un trofeo da conquistare con la forza.

Questa aggressione non è un “incidente isolato”: è il sintomo di un sistema marcio che privilegia l’arrivo di maschi adulti da culture retrograde – dove la donna è sottomessa e il rifiuto è un affronto – a scapito della sicurezza delle nostre figlie. Il 40enne africano non mendicava per fame: elemosinava prede, stazionato come un cecchino nei parcheggi affollati, pronto a colpire chi è sola e indifesa. La vittima, tremante in ospedale, ha raccontato ai medici: “Mi ha toccato ovunque, rideva mentre lo facevo… Non mi ero mai sentita così vulnerabile, e io che vivo qui da sempre”. Il Codice Rosso è un cerotto su una ferita gangrenosa: attiva protocolli, sì, ma non ferma l’invasione che la provoca. Immaginate se fosse stata una turista: zero clamore. Ma è italiana, e il silenzio mediatico – relegato a primopianomolise.it e un tweet di Francesca Totolo – urla complicità: i grandi giornali preferiscono il “femminicidio domestico” ai mostri importati, per non “stigmatizzare” comunità che, invece, stigmatizzano noi con la loro barbarie.

Basta con questa follia! Il Molise, terra di santi e contadini laboriosi, non è un bordello per elemosinanti subsahariani. Questi 40enni africani – sbarcati a frotte, coccolati con 40 euro al giorno in hotel di Stato – arrivano convinti di avere diritto a tutto: cibo, casa, e corpi femminili. Precedenti? Ignorati: uno su due ha già una denuncia per molestie, ma il giudice “umanitario” sospende la pena, rimettendoli in circolazione. La soluzione? Draconiana: espulsioni immediate al primo tocco, quote migratorie zero per maschi dal continente nero, CPR pieni e muri ai porti.

Finge di aiutarla con la spesa e la violenta ultima modifica: 2025-11-25T17:10:13+00:00 da V
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