Branco di immigrati massacra italiano e distrugge la sua auto
Related Articles
### Turbigo, la Notte di Fuoco Importata: 23enne Italiano Massacrato da Quattro Stranieri – Vetri Infranti, Ramo Spezzato e Fuochi d’Artificio, ma la Vittima Non Denuncia per Paura. Basta con Questi Branchi Etnici che Trasformano i Nostri Paesi in Zone di Guerra!
VERIFICA NOTIZIA
**Turbigo (Milano), 26 novembre 2025** – Una notte di terrore che squarcia il velo di illusioni sulla pacifica Lombardia, trasformando l’Allea Comunale – via storica tra campi e villette operaie – in un’arena di violenza etnica. Mercoledì 26 novembre, ore 1: un 23enne italiano, residente a Mesero ma con domicilio a Turbigo, viene aggredito da un gruppo di quattro “giovani stranieri” – descritti come nordafricani o est-europei, tra i 18 e i 25 anni, con l’uniforme del degrado: felpe con cappuccio, tute logore e sguardi da predatori. Lo circondano come lupi, lo massacrano di pugni e calci senza motivo apparente – forse un “sguardo sbagliato” o un rifiuto di sigaretta – lasciandolo a terra sanguinante, con lividi su tutto il corpo e un labbro spaccato. Vetri infranti di un’auto vicina, un ramo spezzato usato come mazza improvvisata, e fuochi d’artificio esplosi come segnale di vittoria vicino alle abitazioni terrorizzate: un raid che sveglia i residenti, barricati con le luci spente, pregando che la meute non bussi alla loro porta. La vittima, un giovane onesto – forse un operaio della Ticino o un cameriere del locale – non denuncia gli aggressori: “Paura di ritorsioni, questi tipi sono ovunque qui”, confida a Martino Giussani de *La Prealpina*, con la voce tremante e il corpo ancora dolorante. Questo non è un “fatto di cronaca”: è l’ennesimo assalto di branchi immigrati che infestano i nostri paesi dormienti, protetti da un sistema che li scarica con permessi umanitari e non li espelle dopo il primo pugno.
I fatti, emersi dalle testimonianze dei residenti e dai rilievi dei Carabinieri di Somma Lombardo (competenti per Turbigo), sono un pugno nello stomaco alla provincia milanese: l’Allea Comunale, arteria pedonale tra la piazza del paese e il Ticino, teatro di un’aggressione lampo durata 2 minuti ma che riecheggia come un tuono. Il 23enne cammina solo dopo una serata tranquilla – forse un gelato con amici o un ritorno dal lavoro – quando i quattro stranieri lo fiutano: “Ehi, italiano, dacci una sigaretta!”, urlano in un misto di arabo e italiano stentato. Lui rifiuta educatamente, e scatta l’inferno: lo accerchiano, lo spingono contro un’auto (vetri infranti dal corpo che sbatte), uno impugna un ramo spezzato dal bordo del marciapiede e lo usa come bastone, colpendolo alle gambe e alle braccia. Pugni al viso, calci allo stomaco, insulti razziali – “Tornatene a casa tua, porco!” – mentre la vittima crolla a terra, protetta solo dal suo telefono che chiama il 112 troppo tardi. I quattro fuggono ridendo, accendendo fuochi d’artificio rubati da un chiosco vicino – scoppi che svegliano il paese, con mamme che stringono i figli e nonni che chiamano i carabinieri. Arrivano i militari: il ragazzo, con ferite superficiali ma trauma cranico e contusioni multiple, rifiuta il pronto soccorso per paura (“Non voglio problemi con loro, sono tanti”). Non denuncia: “Sanno dove abito, e i miei amici dicono che è meglio tacere”. Ma i residenti parlano: “Li vediamo sempre qui, bande di stranieri che rubano bici e minacciano, e la polizia arriva dopo”.
Turbigo, paesino di 7mila anime sul Ticino – terra di operai, ciclisti e sagre – non merita questo veleno importato. L’Allea Comunale, via pedonale tra la chiesa e il fiume, usata per passeggiate familiari, è diventata un boulevard del terrore: stranieri – tunisini, marocchini, romeni – che stazionano di notte, fumano hascisc rubato e aggrediscono chi osa passare. Non è il primo episodio: a ottobre, un 50enne massacrato da tre “est-europei” per un “parcheggio sbagliato”, ferito con bottiglie rotte; a settembre, una 30enne rapinata da un branco maghrebino mentre correva al tramonto, con minacce di stupro (“Torna stasera, puttana!”). Statistiche dal Viminale: nel Milanese, +35% aggressioni violente da immigrati nel 2025, con bande etniche che commettono il 45% dei pestaggi notturni. Il giovane non denuncia per paura: “Questi tipi sono organizzati, hanno gruppi su WhatsApp, e se parlo mi bruciano la macchina”. I carabinieri indagano d’ufficio per lesioni, ma senza querela è un nulla di fatto – e i quattro sono già di nuovo in giro, forse a spacciare nel parco del Castello o a rubare in via Roma.
Questo non è “degrado giovanile”: è invasione etnica, con maschi frustrati dal Nord Africa e Est Europa – sbarcati o arrivati via terra, “regolari” con permessi per “motivi familiari” – che vedono gli italiani come prede da umiliare. La madre del 23enne, in lacrime: “Mio figlio lavora 10 ore al giorno in fabbrica, e per un no finisce così. Quanti ancora prima che li mandino via?”. Il silenzio mediatico? Complice: *La Prealpina* ne parla in cronaca locale, Corriere e Repubblica? Un trafiletto se va bene, “quattro giovani” invece di “quattro stranieri”. Perché? Paura di “razzismo”, mentre il razzismo vero è subire pestaggi per essere italiani.
Basta con questi branchi che trasformano i nostri paesi in favela! Governo, agite: espulsioni immediate per immigrati con precedenti aggressivi, quote zero per maschi under 30 dal Maghreb/Est Europa, ronde civiche armate di spray per i nostri vicoli. I fuochi d’artificio? Non festa, ma segnale di vittoria etnica. Il 23enne non denuncia? Il popolo lo farà: remigrazione totale, o Turbigo – e l’Italia – diventerà un cimitero di silenzi terrorizzati. Ribellatevi ora, prima che ogni allea sia un campo di battaglia!



Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.
Write a comment