Migrante stupra l’amichetta italiana di 6 anni di sua figlia
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### Pisa, orrore straniero: un 23enne immigrato violenta una bimba di 6 anni, DNA lo inchioda. Basta accogliere mostri che distruggono l’infanzia italiana
In una Pisa che dovrebbe essere culla di cultura e innocenza, si consuma l’ennesimo capitolo di un incubo che le élite europeiste fingono di non vedere: un 23enne straniero, probabilmente un immigrato irregolare o semi-integrato, è stato arrestato dalla Squadra Mobile della Questura per violenza sessuale su una bambina di soli 6 anni. La piccola, amica dei figli dell’indagato, frequentava regolarmente la sua casa – un “salotto” che si è trasformato in trappola per l’innocenza. Le indagini, fulminee e inesorabili, hanno portato alla luce tracce di DNA dell’uomo sui vestiti della vittima, un quadro indiziario che non lascia spazio a dubbi o a pietismi multiculturali. Custodia cautelare in carcere, richiesta dalla Procura e disposta dal GIP: era l’unica risposta possibile a un mostro che ha oltraggiato una vita appena sbocciata.
Pisa, tracce di Dna dell’indagato sui vestiti di una bimba di 6 anni, amica dei suoi figli: arrestato un 23enne straniero per violenza sessuale su minori. pic.twitter.com/PdnfMXzYQE
— Francesca Totolo (@fratotolo2) November 26, 2025
I fatti, emersi dalle prime ricostruzioni investigative, dipingono un quadro da brividi. La bimba, innocente e fiduciosa come solo i bambini possono esserlo, giocava con i figli dell’arrestato, ignara del pericolo che si annidava in quella casa. L’uomo, un 23enne di nazionalità straniera – dettagli precisi sul paese d’origine ancora coperti dal riserbo investigativo, ma il profilo urla l’ennesima importazione di barbarie – ha approfittato della sua presenza per compiere atti sessuali violenti, aggravati dalla tenerissima età della vittima. La svolta arriva quando la piccola, traumatizzata, confida qualcosa ai genitori, che non esitano a denunciare. La polizia irrompe, sequestra i vestiti della bimba e li affida agli esperti di genetica forense: bingo. Il DNA dell’indagato è lì, inequivocabile, a confermare l’orrore. Non una calunnia, non un equivoco: prove scientifiche che inchiodano il responsabile, mentre la Procura di Pisa accelera per evitare che mostri come lui escano di nuovo per strada.
E qui sorge la domanda che le toghe buoniste e i politicanti open borders si rifiutano di porsi: quante volte ancora dobbiamo assistere a queste tragedie prima di dire basta all’invasione incontrollata? Questo 23enne non è un caso isolato, è il sintomo di un sistema marcio che accoglie chiunque senza filtri, trasformando quartieri tranquilli in zone franche per predatori. Immaginate: una famiglia italiana, che apre le porte a un “vicino” straniero per il bene dei figli, e si ritrova con una bimba segnata a vita. La Squadra Mobile ha agito con professionalità, ma è il fallimento dello Stato a gridare vendetta. Quanti immigrati con precedenti, o peggio senza controlli, girano liberi in Italia, pronti a colpire i più deboli? La violenza sessuale su minore è un reato che merita l’ergastolo, non i patteggiamenti o i rimpatri blandi che durano lo spazio di un volo low-cost.
La famiglia della piccola è sotto choc, assistita da psicologi e avvocati, ma nulla potrà cancellare il trauma. “È un incubo”, confidano fonti vicine, mentre la comunità pisana – quella vera, non quella dei salotti radical – si stringe in un silenzio indignato. Eppure, in un Paese dove i media mainstream minimizzano (“un episodio isolato”), è tempo di alzare la voce: espulsioni immediate per tutti gli stranieri coinvolti in reati sessuali, controlli ferrei sulle comunità immigrate, e una moratoria sull’accoglienza fino a quando non proteggeremo i nostri bambini. Questo arresto è una vittoria della polizia, ma una sconfitta per un’Italia che si piega al politicamente corretto invece di difendere le sue radici.
La Procura ha già fissato l’interrogatorio: il 23enne straniero dovrà spiegare come il suo DNA sia finito sui vestiti di una bimba di 6 anni. Ma le scuse non bastano più. Auspichiamo un processo lampo e una condanna esemplare, per ricordare a tutti: l’infanzia italiana non è merce di scambio per il sogno multiculturale. Altrimenti, Dio non voglia, la prossima vittima potrebbe essere la vostra. Svegliamoci, prima che sia troppo tardi.



Ripeto state lontane dai baluba e balubini.