Vogliono dare 11 anni di galera all’assessore eroe che ha ucciso l’immigrato che voleva uccidere lui

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By V novembre 26, 2025 14:05

Vogliono dare 11 anni di galera all’assessore eroe che ha ucciso l’immigrato che voleva uccidere lui

### Voghera, la procura chiede 11 anni per Adriatici: un’ingiustizia contro chi difende la propria città

In un’aula di Pavia che puzza di ipocrisia giudiziaria, la procura ha osato chiedere 11 anni e 4 mesi di reclusione per Massimo Adriatici, l’ex assessore leghista alla Sicurezza di Voghera, accusato di omicidio volontario per aver sparato – in un momento di caos e pericolo – a Youns El Boussettaoui, un 39enne marocchino pluripregiudicato noto in città per molestie e piccoli furti. Il processo si svolge con rito abbreviato, chiesto proprio da Adriatici il 23 ottobre, che in caso di condanna ridurrebbe la pena a poco più di 9 anni. Ma parliamoci chiaro: questa non è giustizia, è un attacco frontale a un uomo che, come assessore, aveva il compito di proteggere i cittadini da personaggi come El Boussettaoui, un senzatetto ubriaco e violento che terrorizzava piazza Meardi come un’ombra inarrestabile.

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Ricordiamo i fatti, quelli veri, non la narrazione distorta delle toghe rosse. Era la sera del 20 luglio 2021, Voghera sotto il sole cocente dell’estate post-lockdown. El Boussettaoui, già noto alle forze dell’ordine per comportamenti molesti – rubava bottiglie, infastidiva clienti dei bar, infilava mani nei capelli delle persone – stava importunando ospiti del bar Cervinia. Il titolare chiamò proprio Adriatici, l’assessore “sceriffo” come lo chiamavano i suoi detrattori, per segnalare il problema. Adriatici, ex poliziotto e avvocato, armato legalmente con una Beretta calibro 22, si recò sul posto per una ronda informale, chiamò la polizia e tentò di calmare la situazione. Ma il delinquente marocchino non si fermò: lo colpì con una violenta manata al volto, facendolo cadere a terra, stordito, con occhiali volati via e la nuca sbattuta. In quel parapiglia, mentre El Boussettaoui si chinava per infierire di nuovo – pronto a continuare l’aggressione senza freni – partì il colpo. Un solo colpo, fatale, al petto.

E qui emerge la “verità” di Adriatici, cristallizzata nei verbali dell’interrogatorio del 2021, che smontano l’accusa di premeditazione come un castello di carte. “Se avessi voluto colpirlo volontariamente, avrei sparato più colpi, sfruttando le caratteristiche dell’arma che consente di sparare in rapida successione”, ha dichiarato Adriatici al pm, con la lucidità di chi ha anni di addestramento nelle forze dell’ordine alle spalle. Non un omicidio freddo, ma una reazione istintiva, un “vuoto di memoria” causato dal trauma della caduta, come ha ammesso lui stesso: “Ricordo che avevo il braccio teso con la pistola stretta nella mano. Per istinto, per non far partire il colpo e non perdere l’arma, preservavo il braccio destro”. Estratta solo per dissuadere, non per uccidere. Se fosse stato un sicario, non sarebbe bastato un colpo solo. E invece, la procura – capitanata dal procuratore Fabio Napoleone – insiste su un omicidio volontario, ignorando che l’ex pm Roberto Valli, nel primo processo, aveva contestato solo un “eccesso colposo di legittima difesa”, chiedendo una pena ridicola di 3 anni e 6 mesi. Una pena che rifletteva la realtà: Adriatici aggredito, costretto a difendersi da un pericolo attuale e ingiusto.

Ma tutto da rifare, grazie a una giudice come Valentina Nevoso, che il 6 novembre 2024 ha rinviato gli atti alla procura, cambiando il capo d’accusa in omicidio volontario con dolo eventuale. Motivo? “Non si può parlare di legittima difesa perché fu lui a creare ed accettare una situazione di pericolo”, ha sentenziato, ignorando video e testimonianze che mostrano Adriatici vittima, non aggressore. E qui si vede la mano della solita toga ideologizzata: per costoro, l’assessore doveva farsi ammazzare da un immigrato irregolare, un “delinquente marocchino” come lo definiscono senza giri di parole le cronache, piuttosto che reagire. El Boussettaoui non era una vittima innocente: senzatetto con problemi mentali e dipendenze, sì, ma anche un molestatore seriale che aveva reso piazza Meardi un inferno per i vogheresi. Chat della giunta – emerse in seguito – parlano di “mega assembramenti con bottiglie in mano” davanti all’Africa Market, e frasi come “Finché non si comincerà a sparare, sarà sempre peggio”. Non propaganda, ma la cruda realtà di una città soffocata dall’illegalità immigrata, che Adriatici combatteva da amministratore.

La famiglia di El Boussettaoui, costituitasi parte civile, ha rifiutato persino i 220mila euro di risarcimento offerti da Adriatici all’udienza preliminare dell’11 settembre: “Vogliamo giustizia”, dicono. Giustizia per chi? Per un morto che seminava paura, o per un assessore che ha perso tutto – dimissioni immediate, carriera macchiata – per aver difeso se stesso e la sua comunità? La procura parla di “condotte alternative” possibili, come sparare alle gambe, ma dimentica: Adriatici era a terra, stordito, con un aggressore a un passo. “Si potevano attuare condotte alternative”, tuona Napoleone. Facile dirlo dal banco degli imputati, con il senno di poi. Difficile viverlo, con un pugno in faccia e la vita in pericolo.

Questo processo non è solo contro Adriatici: è contro tutti i cittadini italiani che si sentono abbandonati da un sistema giudiziario che protegge i delinquenti e punisce chi osa reagire. Ricordate? La procura iniziale riconosceva l’aggressione: “Violenta manata al volto”, “perdita degli occhiali”, “si avvicinava ulteriormente chinando il busto per colpirlo di nuovo”. Eppure, per le toghe sorosiane, dovevi farti ammazzare, Massimo. Dovevi lasciare che il “problema di Voghera” – come lo chiamavano – continuasse a infierire. È tempo di normalizzare la magistratura: troppi giudici difendono solo i delinquenti, una minoranza che va licenziata prima che sia troppo tardi.

La sentenza è attesa per il 30 gennaio. Auspichiamo un’assoluzione o almeno una pena simbolica: Adriatici non è un assassino, è un eroe involontario di una Italia che ha bisogno di più “sceriffi” come lui. Altrimenti, che Dio aiuti i prossimi assessori che osano pattugliare le loro piazze.

Vogliono dare 11 anni di galera all’assessore eroe che ha ucciso l’immigrato che voleva uccidere lui ultima modifica: 2025-11-26T14:05:13+00:00 da V
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