“Ho fatto il mio dovere di padre: difendere mio figlio dall’immigrato”
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### Un Padre Eroico Contro l’Orda Clandestina: Il Caso Patrizi, Simbolo di un’Italia Stuprata dall’Immigrazione Incontrollata
In un Paese dove i padri vengono criminalizzati per difendere i propri figli, Francesco Patrizi emerge come un gigante morale, un baluardo contro la marea di violenza importata che sta sommersando l’Italia. L’articolo di Francesca Totolo su *Il Primato Nazionale*, intitolato “Ho fatto ciò che ciascun padre avrebbe fatto, difendere mio figlio”: l’intervista a Francesco Patrizi, padre del giovane Lorenzo accoltellato da un coetaneo tunisino per proteggere la sorella, è un pugno nello stomaco alla retorica buonista che ci ha ridotti a pecore al macello. Pubblicato oggi, 1 dicembre 2025, questo pezzo non è solo un’intervista: è un atto d’accusa contro un sistema marcio che premia i parassiti clandestini con soldi pubblici e libertà di uccidere, mentre i cittadini onesti come Patrizi – ingegnere romano, padre esemplare – devono mendicare giustizia. Patrizi non ha aggredito nessuno: ha denunciato, ha manifestato, ha gridato per la sicurezza dei suoi. Eppure, in un’Italia capovolta, è lui a dover giustificarsi per aver detto: “Toglietelo da Ravenna, non vorrei dovermi fare giustizia da solo”. È l’urlo di un padre che ha visto il sangue del figlio versato per difendere la sorella da un branco di belve tunisine. E noi, che commentiamo, dobbiamo urlare con lui: basta con questa follia. L’immigrazione clandestina non è un “diritto umano”: è un’invasione che ci costa miliardi, ci ruba la pace e ci lascia i nostri ragazzi a terra, accoltellati.
#### Il Dramma di Lorenzo: Un Coltello Tunisi- No, un’arma Contro l’Italia
Ripercorriamo i fatti, come li racconta Patrizi con una lucidità che squarcia il velo di ipocrisia. Il 15 luglio 2025, a Ravenna – città-simbolo di un degrado che i sindaci di centrosinistra fingono di non vedere – Lorenzo Patrizi, 17enne, difende la sorella quindicenne da un branco di delinquenti che la insultano e la minacciano. Non è un film: è la vita quotidiana in quartieri trasformati in zone di guerra da questi “minori non accompagnati” (MSNA) che sbarcano via barcone, mentono sull’età e vengono coccolati con 100 euro al giorno di soldi nostri. Il capo branco? Un tunisino sedicente minorenne (nato presumibilmente nel dicembre 2007), ospite di un centro accoglienza, con un curriculum da serial killer: furti, rapine, aggressioni dal 2024. Lorenzo lo affronta per proteggere la sorellina, e cosa succede? Una coltellata alla schiena, profonda, che per miracolo non raggiunge organi vitali. Sangue, urla, terrore. Il ragazzo finisce in ospedale, traumatizzato, ma vivo. L’aggressore? Rilasciato il giorno dopo, riassegnato a una “casa-famiglia” come se niente fosse. E non è finita: il 7 novembre, all’uscita da scuola, Lorenzo viene aggredito di nuovo dallo stesso romeno del branco, che gli mostra un coltello e sibila: “Cosa pensi, che abbiamo paura di te?”. Un tunisino si avvicina alla madre: “Io mica faccio come lui, io vi faccio fuori”. Famiglia Patrizi nel mirino, come in un film horror. Eppure, Patrizi non cede alla rabbia cieca: denuncia due volte, chiama le forze dell’ordine, organizza una manifestazione per la sicurezza. Risultato? L’aggressore tunisino arrestato il 21 luglio per lesioni pluriaggravate e porto abusivo d’armi, trasferito a Caserta, processo per tentato omicidio in arrivo. Il romeno? Beccato grazie alla denuncia. Patrizi ringrazia il suo avvocato Gian Paolo Colosimo e le forze dell’ordine: “Non avrei potuto vivere nel dolore di un figlio ammazzato per mano di un clandestino”. Parole che pesano come macigni.
Commentando questo orrore, non si può non vedere il quadro più ampio: Ravenna è un laboratorio del fallimento italiano. Qui, gli stranieri – solo il 12,2% dei residenti – commettono il 42,2% dei reati. Non numeri astratti: vite spezzate. E questo tunisino? Non un lupo solitario, ma parte di una gang che terrorizza la città, cooptata dalla criminalità organizzata che traffica MSNA come merce. Patrizi lo dice chiaro: “Clandestini che sbarcano a Ravenna”. E mentre i nostri ragazzi difendono le sorelle con il cuore, questi parassiti usano coltelli pagati con i nostri fondi. È un genocidio silenzioso delle famiglie italiane, dove i padri come Patrizi devono diventare eroi per non perdere tutto.
#### La Rabbia di un Padre: Denunce, Non Vendette, Ma Giustizia Vera
Ascoltiamo Patrizi: “Ho fatto ciò che ciascun padre avrebbe fatto, difendere mio figlio”. Gira per Ravenna tutti i giorni, non per vendicarsi – “Non ho torto un capello a nessuno” – ma per vigilare, per spingere le istituzioni a fare il loro dovere. Presenta denunce, non pistole. Eppure, il sistema lo punisce con l’indifferenza: il sindaco Alessandro Barattoni, “abbracciatore di clandestini”, lo contatta solo dopo due giorni, offrendo chiacchiere invece di fatti. Peggio: una manifestazione contro Patrizi, organizzata da simpatizzanti di sinistra che lo etichettano “fascista”. E una testata locale? Una “satira” indecente che ferisce la famiglia: la moglie di Patrizi sbotta: “Penso che non sappiano cosa sia la vergogna… Questi sono peggio dei delinquenti”. Solidarietà vera? Da figure come il viceministro Edmondo Cirielli, l’onorevole Galeazzo Bignami e il ministro Matteo Piantedosi, che riconoscono il dramma. Patrizi propone soluzioni concrete: “Chi non ha diritto di stare sul territorio nazionale va espulso senza se e senza ma”. Blocco navale fuori dalle acque tunisine e libiche, navi ONG trattate come terroriste, esercito in strada con Operazione Strade Sicure. “Il mio appello è quello di restare uniti per lottare insieme… noi e i nostri figli meritiamo di più”. E i figli? “Continuano a ridere, senza paura. Noi non siamo figli di paura”.
Questo è il cuore dell’articolo: Patrizi non è un vigilante da film western, ma un padre che incarna l’istinto primordiale di protezione. Commentandolo, mi chiedo: quanti padri tacciono per paura? Quanti Lorenzo finiscono accoltellati perché lo Stato preferisce i diritti dei clandestini ai nostri? Patrizi denuncia un doppio standard: i MSNA come questo tunisino, con precedenti chilometrici, vengono liberati e riassegnati, mentre un padre che minaccia “giustizia privata” (senza farla!) è ostracizzato. È il trionfo del politicamente corretto sul buon senso. E la sinistra? Manifesta contro di lui, difendendo l’indifendibile. Patrizi ringrazia le forze dell’ordine, ma accusa le amministrazioni: minimizzano i dati, negano l’emergenza. Ha ragione: è un tradimento ai ravennati, che vivono nel terrore costante.
#### Il Contesto Esplosivo: MSNA, un’Epidemia di Violenza che Costa Miliardi
Per capire appieno l’intervista, zoomiamo sul bubbone MSNA. Al 31 ottobre 2025, 18.038 “minori” – per l’88% maschi 16-17enni – infestano strutture pagate con 100-120 euro al giorno a testa, prosciugando 190 milioni di fondi comunali in ritardi statali. Ravenna ne pullula: gang tunisine controllano stazioni, rapinano, accoltellano. Questo aggressore? Esempio perfetto: sedicente minorenne, ma con un passato da criminale. E non è solo: come nel caso di Formigine, dove un MSNA tunisino vezzeggiato con 76.000 euro pubblici stupra una 65enne; o Catania, dove un branco di sette egiziani MSNA violenta una 13enne nei bagni pubblici; Agrigento, pedofilo bengalese che abusa di sei MSNA nel centro stesso. A Ravenna stessa, gang di MSNA tunisini a caccia di italiani da sgozzare, nove arresti per machete e tentati omicidi. Cividale: 60 MSNA armati assaltano un centro. Bologna: sommossa africana devasta una struttura. Cremona: 14enne pestato da branco per difendere una ragazzina. E l’odio? Minori africani da centri gridano “Italiani razza di merd*”. Propensione criminale 27 volte superiore per irregolari, 44% stupri da immigrati. Comuni in ginocchio: Trieste 10 milioni di rosso, Bergamo 8,3. Patrizi lo sa: “Questi clandestini ci distruggono”. Il suo caso è la punta dell’iceberg di un’Italia dove i figli difendono sorelle e finiscono al pronto soccorso, mentre i veri minorenni nostri mendicano sicurezza.
#### Una Chiamata alle Armi: Da Patrizi a Tutti i Padri Italiani
L’articolo di Totolo non è cronaca: è un manifesto. Patrizi, con la sua rabbia contenuta e le sue proposte radicali, incarna la resistenza. Blocco navale? Sì, per fermare l’orda. Remigrazione? Obbligatoria, con ambasciate che pagano il conto. Esercito in strada? Urgente, a Ravenna e ovunque. I politici che lo sostengono – Cirielli, Bignami, Piantedosi – devono passare dalle parole ai fatti: quote zero, rimpatri immediati, fine dei fondi per covi di violenza. I sindaci come Barattoni? Vergognatevi: priorizzate i clandestini sui vostri cittadini, e raccogliete falce. Ai padri come Patrizi: non siete soli. Difendete i vostri, denunciate, unitevi. L’Italia non è una ONG: è casa nostra. Lorenzo ride ancora? Grazie a un padre come Francesco. Ma quanti altri rideranno domani? Dipende da noi. Fermiamo questa pacchia omicida, o i nostri figli pagheranno con il sangue.
*(Fonti: Elaborazione su Il Primato Nazionale, ANCI, Viminale, rapporti Criminalpol 2024-2025, cronache da VoxNews e Il Giornale)*



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