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# “Roma è già conquistata”: l’Islam avanza a passo di carica. Basta immigrazione musulmana regolare – ora!

**Roma, 1 dicembre 2025.** “Roma è già conquistata! Qui pratichiamo il Ramadan senza problemi, meglio che nei nostri Paesi”. Queste parole, pronunciate da un immigrato musulmano intercettato con una telecamera nascosta dalla troupe di “Fuori dal Coro” su Rete 4, non sono un grido di gioia innocente. Sono una dichiarazione di vittoria. Un monito che riecheggia nelle strade della Capitale, dove moschee spuntano come funghi, Chiese vengono vendute dal Vaticano a comunità islamiche e un nuovo partito etnico-religioso, MuRo27 (Musulmani per Roma 2027), si prepara a irrompere nelle comunali del 2027 con un’agenda che profuma di sharia light.

Il video, mandato in onda domenica sera nel programma di Mario Giordano e rilanciato in un tweet virale da @fuoridalcorotv, mostra l’uomo – un immigrato islamico in un quartiere periferico di Roma – esultare per la libertà di imporre riti e costumi che, nei suoi paesi d’origine, sono la norma repressiva. “Se i musulmani che stanno qui a Roma praticano proprio quella legge, nessuno li può fermare, nessuno”, aggiunge, con un ghigno che sa di sfida. Non è un caso isolato: la troupe ha raccolto testimonianze da moschee e centri islamici, dove poligamia e norme coraniche vengono difese apertamente, nonostante il Codice Penale italiano punisca tali pratiche con anni di reclusione. E mentre i residenti italiani lamentano degrado e micro-criminalità, l’espansione è inarrestabile: oltre 100 moschee nella sola regione Lazio, quartieri come Torpignattara che sembrano banlieue parigine e un’immigrazione che non integra, ma colonizza.

Questo non è multiculturalismo. È sostituzione culturale, demografica e politica. Il partito MuRo27 non è un circolo ricreativo: è il primo passo verso un “islamismo politico” in Italia, come denunciato da commentatori su X che invocano Oriana Fallaci e la sua profezia di un’Europa sommersa. Candidati musulmani che raccoglieranno firme nelle moschee per imporre “rappresentanza etnica”, pretendendo deroghe alle leggi laiche su famiglia, eredità e persino alimentazione halal nelle scuole. E Roma? La Città Eterna, culla del Cristianesimo, ridotta a laboratorio di parallelismo: preghiere di massa che bloccano le strade, negozi halal che soffocano i mercati rionali, donne velate che passeggiano mentre le italiane temono di uscire la sera.

Non è allarmismo. È realtà, filmata e documentata. Mentre il governo Meloni promette quote e rimpatri, l’immigrazione regolare da paesi islamici continua a gonfiare le statistiche: oltre 50.000 ingressi l’anno da Maghreb, Turchia e Bangladesh, con permessi di lavoro e ricongiungimenti familiari che aprono le porte a catene familiari interminabili. Risultato? Enclavi dove la Costituzione italiana è carta straccia, sostituita da fatwe e codici tribali. I commenti al tweet di “Fuori dal Coro” esplodono di rabbia: “Espulsioni immediate!”, “Fallaci aveva ragione!”, “Basta buonismo!”. E hanno torto? No.

Per questo chiedo – no, pretendo – lo **stop totale all’immigrazione regolare musulmana**. Immediato, senza se e senza ma. Niente più visti di lavoro per chi viene da Stati dove la sharia umilia le donne, perseguita gli omosessuali e criminalizza la blasfemia. Niente ricongiungimenti familiari che importano interi villaggi, niente permessi umanitari per fingere carità mentre si semina caos.

E per chi è già qui? **Remigrazione incentivata e coatta**. Bonus per chi torna volontariamente nei paesi d’origine, accordi bilaterali seri con Tunisia, Marocco e Bangladesh per rimpatri rapidi. Per i delinquenti, i radicali, chi vive di sussidi senza integrarsi: espulsione senza appello. Funziona in Danimarca e Olanda; perché non in Italia?

Roma non è conquistata. Non ancora. Ma se non agiamo ora, quel migrante avrà ragione: la Capitale diventerà un califfato con vista sul Colosseo. Basta immigrazione musulmana regolare. Difendiamo le nostre radici, o le perderemo per sempre. L’Italia è nostra. E lo resterà solo se lo pretendiamo.