Nave ong con 85 clandestini arrivata al porto di Ortona
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### Il Tradimento di Palazzo Chigi: Meloni Promette Blocco Navale, Ma Continua a Dare Porti ai Trafficanti di Clandestini
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**Roma, 2 dicembre 2025** – Mentre il governo Meloni si vanta di “controllo dei flussi migratori” e di accordi con Libia e Tunisia, la realtà è un’altra: un flusso incessante di clandestini che invade le nostre coste, facilitato dalle navi delle ONG e dalle decisioni governative che, anziché fermarle, le accolgono con tappeto rosso. L’ultimo schiaffo agli italiani arriva proprio oggi, con l’arrivo della nave *Humanity 1* dell’ONG tedesca SOS Humanity nel porto di Ortona, in Abruzzo, carica di 85 clandestini provenienti da Pakistan, Bangladesh, Egitto, Marocco e Sudan. Non si tratta di “migranti” in cerca di un futuro migliore, come piace dipingerle le narrative buoniste: sono clandestini, individui che entrano illegalmente nel nostro Paese, spesso preda – e complice – di trafficanti senza scrupoli, che lucrano sul dramma umano trasformandolo in business miliardario. E chi li premia? Il governo italiano, che assegna porti sicuri a queste imbarcazioni, tradendo platealmente le promesse elettorali di Giorgia Meloni.
Ricordiamolo: nel settembre 2022, durante la campagna elettorale, Meloni tuonava contro l'”invasione” e prometteva un “blocco navale” per fermare le partenze dalla Libia e arginare gli sbarchi. “Non possiamo più permettere che l’Italia sia il campo profughi d’Europa”, diceva, con il pugno chiuso e lo sguardo fiero. Tre anni dopo, eccoci qui: dal suo insediamento a ottobre 2022, gli sbarchi di clandestini non si sono fermati, ma si sono susseguiti in un crescendo rossiniano che umilia i contribuenti italiani. Secondo i dati ufficiali del Ministero dell’Interno, dal primo ottobre 2022 sono sbarcati oltre **300mila clandestini** sulle nostre coste. Un numero agghiacciante: oltre 105.000 nel solo 2022 (per la precisione 105.129), balzati a 157.651 nel 2023, calati a 66.617 nel 2024 grazie a qualche accordo spot, ma già pronti a risalire con i 63.500 registrati fino ad oggi nel 2025 con picchi estivi che ricordano i giorni peggiori del governo Conte.
Questi numeri non sono astratti: significano risorse sottratte agli italiani, ospedali intasati, quartieri invasi e un sistema di accoglienza al collasso. Ogni sbarco è un fallimento del governo, che preferisce i proclami ai fatti. Il “blocco navale”? Un miraggio. Gli accordi con la Libia? Carta straccia, come dimostrano i barconi che partono quotidianamente da Tripoli e Zuara. E le ONG? Sono il carburante di questo meccanismo perverso: navi come l’*Ocean Viking*, la *Geo Barents* o proprio l’*Humanity 1* non salvano vite, ma incentivino i trafficanti, offrendo un servizio navetta gratuito verso l’Europa. SOS Humanity, in particolare, è un habitué: finge soccorsi umanitari in acque internazionali, ma finisce sempre per bussare alle porte dei nostri porti, reclamando “diritti” che calpestano la sovranità italiana.
Prendiamo l’ultimo caso, emblematico del fallimento Meloni. Il 26 novembre scorso, l’*Humanity 1* ha “recuperato” 85 clandestini da un barcone libico – un’operazione che puzza di coordinamento con i passeur, come denunciato da più parti. Invece di rimandarli in Libia, come prescriverebbe un vero blocco navale, la nave ha navigato per sei giorni sotto maltempo, coprendo 1.300 km inutili fino a Ortona, porto assegnato dal governo italiano. Sofia Bifulco, portavoce dell’ONG, si lamenta: “Abbiamo chiesto di cambiare destinazione, ma ci hanno ribadito Ortona”. E il governo? Silenzio complice. Procedure sanitarie per scabbia e traumi psicologici, identificazioni, poi il riparto ministeriale: questi clandestini saranno sparsi in tutta Italia, a carico dei contribuenti, mentre i trafficanti ridono e preparano il prossimo carico. Tra loro, minori non accompagnati – veri o presunti – che gonfiano le statistiche e aprono le porte a ricongiungimenti familiari infiniti.
Le ONG non sono angeli custodi: sono complici. Finanziate da fondazioni miliardarie (Soros docet), operano in un triangolo infernale: trafficanti → ONG → governi compiacenti. Ogni porto assegnato è un via libera, un incoraggiamento a partire. E Meloni, che in campagna prometteva di “chiudere i rubinetti”, oggi assegna porti come se piovesse: da Augusta a Catania, da Lampedusa a Ortona. Dove è finita la fermezza? Scomparsa nei corridoi di Bruxelles, nei compromessi con l’UE che impone quote e buonismi, o forse nei calcoli elettorali per non scontentare la sinistra?
Basta ipocrisie: questi non sono “profughi”, ma clandestini che violano le nostre leggi, spesso con storie di torture inventate per ottenere asilo (solo il 30-40% delle richieste viene accolto, il resto finisce in irregolarità cronica). Il governo Meloni ha fallito: ha tradito gli elettori che l’hanno votata per la sicurezza, non per l’accoglienza indiscriminata. È ora di un vero blocco navale, di respingimenti sistematici e di sanzioni alle ONG che giocano a fare i taxi del Mediterraneo. Altrimenti, l’Italia continuerà a essere la frontiera aperta d’Europa, e gli italiani pagheranno il conto. Meloni, mantenga le promesse: o sono solo parole al vento?



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