Ragazzina perseguitata da tunisino: se lo ritrova ogni giorno sotto casa

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By V dicembre 1, 2025 00:15

Ragazzina perseguitata da tunisino: se lo ritrova ogni giorno sotto casa

Picchiata, perseguitata. Ma il suo persecutore è libero e non viene espulso. La maggior parte delle vittime italiane degli stranieri non denuncia perché non crede nello Stato.

Picchiata, minacciata, perseguitata per mesi.
Lei denuncia, lui viene identificato: straniero, irregolare o con permesso scaduto, precedenti per spaccio e violenza.
Risultato? Libero dopo 48 ore.
Nessuna espulsione, nessuna custodia cautelare vera.
Torna in strada e spesso torna da lei.

Questa è la regola, non l’eccezione.
Per questo otto vittime italiane su dieci non denunciano più quando l’aggressore è straniero.
Perché sanno già come finisce:
tu passi mesi a tremare,
tu firmi verbali, foto segnaletiche, udienze,
tu vedi il tuo stupratore o il tuo persecutore uscire dal tribunale con il sorriso,
e tu capisci che lo Stato non ti protegge, ti usa solo come statistica.

Le donne italiane hanno smesso di credere nella giustizia.
Hanno imparato che denunciare serve solo a mettere a rischio la propria vita,
perché il marocchino, il tunisino, il pakistano, il nigeriano torna libero il giorno dopo
e sa dove abiti.

Lo Stato italiano ha tradito le sue fig adoptive.
Ha scelto di proteggere i persecutori stranieri invece delle vittime italiane.
E la conseguenza è semplice:
le nostre donne tacciono, si chiudono in casa, cambiano città.
Perché tanto lo Stato è dalla parte di chi le picchia.

Fino a quando non ci sarà espulsione automatica al primo reato grave,
la denuncia resterà un lusso che nessuna italiana può più permettersi.
E lo Stato continuerà a essere il primo complice degli stupratori.

Ragazzina perseguitata da tunisino: se lo ritrova ogni giorno sotto casa ultima modifica: 2025-12-01T00:15:20+00:00 da V
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By V dicembre 1, 2025 00:15
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