Gesù decapitato nel presepe islamofilo di Bruxelles
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# Bruxelles, decapitato Gesù nel presepe “senza volti”: l’inclusione che uccide le nostre radici. Italia, non ripetiamo l’errore
**Bruxelles, 30 novembre 2025.** Un gesto di “inclusione” che si trasforma in profanazione: nella Gran Place, cuore pulsante della capitale belga e simbolo dell’Europa unita, il presepe “Stoffe della Natività” – opera della stilista Victoria-Maria Geyer – ha già fatto storia. Figure di Maria, Giuseppe, Gesù Bambino e Re Magi realizzate con tessuti riciclati, senza volti, senza genere, senza etnia: sfere di stoffa al posto dei lineamenti umani, per non “escludere” nessuno. Costo? 65mila euro di fondi pubblici. Risultato? Polemiche furibonde sui social, accuse di “presepe sharia” e, ciliegina sulla torta, il furto della testa di Gesù Bambino – una semplice palla di stoffa – avvenuto poche ore dopo l’inaugurazione.
«Posso confermare che è stata rubata la palla di stoffa che fungeva da testa del bambino Gesù», ha dichiarato con nonchalance il portavoce Victor Kanyanzira, annunciando una rapida sostituzione. La statuina è ora sorvegliata da security privata, ma il danno è fatto: un’icona cristiana “decapitata” nel nome del multiculturalismo. Non è la prima volta: nel 2014 attivisti di sinistra rimasero la testa di Gesù in protesta politica; nel 2015 vandali distrussero l’intera struttura. Eppure, Bruxelles – con il 30% di residenti musulmani e quartieri come Molenbeek che sembrano enclavi islamiche – insiste su scelte che neutralizzano il Natale cristiano.
Carlo Fidanza, capodelegazione Fdi al Parlamento Ue, non ha dubbi: «Raffigurare la Sacra Famiglia con il volto sfregiato, forse per compiacere qualche islamico, non è inclusione: è l’ennesimo schifoso tentativo di cancellare le nostre radici e la nostra identità». E ha ragione. Questo “presepe woke” non celebra la Natività: la annacqua, la svuota, la rende innocua per non urtare sensibilità importate con l’immigrazione di massa. In Belgio, come in Francia o Svezia, l’islamizzazione avanza: moschee che sostituiscono chiese, feste cristiane depurate, donne velate che passeggiano mentre le autoctone temono aggressioni.
Italia, questo è un monito. A Genova stop al presepe comunale per “inclusività”; a Bergamo canti di Natale censurati da Gesù e cometa; a Roma quartieri come Torpignattara già “conquistati”. Se non azzeriamo ora l’immigrazione regolare islamica – stop a visti, ricongiungimenti e permessi per chi viene da regimi shariatici – tra un anno i nostri presepi saranno sfere di stoffa, o peggio, niente. Difendiamo il Bambin Gesù: remigrazione per i radicali, confini blindati, tradizioni intatte. Altrimenti, l’Europa finirà senza volto. E senza anima.



Statuina sorvegliata da security privata? Basterebbe una buona e sana reimigrazione oppure un bravo cecchino a sorvegliare.