Mangiano dita a poliziotte e molestano donne ma i giudici li perdonano
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### Italia 2025: Stupra, Molesta, Morde – Ma se Sei Immigrato, il Giudice Ti Perdona Sempre
Due sentenze in 24 ore.
Due mostri africani.
Due donne italiane mutilate nel corpo e nell’anima.
Un solo risultato: assoluzione o perdono.
Benvenuti nella giustizia italiana pro-immigrati, dove la vittima è sempre italiana e il colpevole sempre intoccabile.
Primo caso: treno regionale Milano-Mantova, 2 dicembre 2025.
Un nigeriano di 31 anni, già noto per reati contro la persona, sale senza biglietto.
La capotreno, una donna italiana che fa solo il suo lavoro, gli chiede il titolo di viaggio.
Lui la aggredisce: la bacia con la forza, le palpeggia il seno, le mette le mani tra le gambe.
Lei urla, spinge via il maiale, chiama i colleghi.
Arriva la Polfer, lo blocca.
Processo per direttissima.
Risultato del giudice? «Reato di lieve entità».
Condanna ridicola, probabilmente sospesa.
Il nigeriano esce dal tribunale ridendo, pronto per la prossima donna italiana.
Secondo caso: Ascoli Piceno, febbraio 2025 (sentenza 2 dicembre).
Un gambiano di 25 anni, trovato senza biglietto su un treno, viene portato in questura.
Si scatena: aggredisce tre agenti.
Morde la mano di una poliziotta con tale violenza da strapparle via una falange del dito.
La donna finisce sotto i ferri, mutilata per sempre: non potrà più impugnare l’arma, carriera distrutta, dolore cronico a vita.
Il gambiano? Assolto.
Motivo? «Totalmente incapace di intendere e di volere».
Una perizia psichiatrica comparsa come per magia, nonostante in precedenza fosse stato sempre considerato perfettamente sano di mente quando commetteva altri reati.
Libero.
Subito libero.
Due donne italiane distrutte.
Due africani delinquenti rimessi in strada in poche ore.
Due giudici che hanno scelto di stare dalla parte dei mostri.
Questa non è giustizia.
È complicità.
È la prova definitiva che in Italia esiste una categoria protetta: l’immigrato delinquente.
Molesta una capotreno? «Lieve entità».
Stacchi un dito a una poliziotta? «Poverino, non capiva quello che faceva».
Se fossi stato un italiano, sarebbero piovuti anni di galera.
Ma se arrivi da Nigeria o Gambia, hai il bonus “incapace” sempre pronto in tasca.
E i numeri urlano:
– Il 35-40% delle aggressioni a pubblici ufficiali è opera di stranieri.
– Il 43% degli atti sessuali violenti è commesso da immigrati.
– Eppure le assoluzioni e le condanne ridicole piovono solo quando l’imputato ha la pelle nera e il passaporto africano.
Basta.
Queste sentenze sono un insulto a ogni donna italiana, a ogni agente che rischia la vita, a ogni cittadino che paga le tasse per mantenere giudici che proteggono i delinquenti invece delle vittime.
Riforma subito:
– Pene triplicate per reati commessi da stranieri irregolari o con precedenti.
– Espulsione automatica dopo la prima condanna, anche se sospesa.
– Divieto assoluto di perizie psichiatriche “last minute” per immigrati con fedina sporca.
– Giudici che assolvono mostri stranieri? Sospensione immediata e processo disciplinare.
Finché non cambierà, ogni capotreno, ogni poliziotta, ogni donna italiana dovrà sapere una cosa:
se ti aggrediscono, lo Stato è contro di te.
Perché per certi giudici, un dito strappato o un bacio violento valgono meno della carriera criminale di un africano.
Vergogna.
Vergogna eterna su questa giustizia che ha scelto da che parte stare.
E la parte scelta non è quella degli italiani.



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