Gualtieri, 400mila euro per accogliere gratis i migranti in casa propria
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I soldi vanno all’associazione pro-clandestini.
Il bando del Comune di Roma per l’accoglienza dei #migranti funziona così
👉 gli immigrati verranno accolti gratuitamente nelle case di cittadini romani senza alcun tipo di rimborso
👉 Refugees Welcome Italia si beccherà 400mila euro per l’affidamento del servizio pic.twitter.com/zYvMonOCro
— Francesca Totolo (@fratotolo2) December 3, 2025
### Migranti a casa dei romani, gratis: 400mila euro alle coop mentre le famiglie pagano il conto
Roma, 3 dicembre 2025 – Mentre migliaia di famiglie romane lottano con affitti alle stelle, bollette impazzite e liste d’attesa per l’edilizia popolare che durano anni, il Comune di Roma ha deciso di regalare un altro capitolo del “business dell’accoglienza”: una gara da 400mila euro affidata a Refugees Welcome Italia per piazzare migranti nelle case dei cittadini. Gratis, per carità. Niente rimborsi, niente compensi. Solo generosità coatta, pagata di tasca propria dai romani che già tirano la cinghia.
La notizia, che sta facendo infuriare social e opposizioni, arriva come un pugno nello stomaco in piena crisi abitativa. Il bando, aggiudicato definitivamente nei giorni scorsi, partirà dal 1° gennaio 2026 e durerà tre anni, fino al 31 dicembre 2028. L’idea? Trovare “famiglie accoglienti” o tutor sociali disposti a ospitare – a titolo gratuito – “persone migranti singole o nuclei familiari monogenitoriali” con permesso di soggiorno regolare. Niente hotel di lusso o centri dedicati: no, si va dritti nelle cucine e nei salotti dei romani, che dovranno sborsare vitto, alloggio e bollette extra senza vedere un euro di ritorno.
I 400mila euro? Quelli finiscono dritti nelle tasche dell’associazione vincitrice, Refugees Welcome Italia, per “ricerca e coordinamento delle famiglie”, “percorsi di accompagnamento”, corsi di lingua, orientamento lavorativo e supporto sociale. Zero per le famiglie ospitanti, che – come spiega il bando – partecipano “volontariamente” senza alcun rimborso. Traduzione: i soldi pubblici servono a reclutare santi disposti a fare da balia, mentre i costi reali ricadono su chi apre la porta di casa. E se non si trovano volontari? Il rischio è che il sistema diventi un “obbligo morale” per i più deboli, o un ennesimo flop pagato dai contribuenti.
La polemica è scoppiata come una bomba sui social, con il tweet di Francesca Totolo che ha già raccolto migliaia di like e condivisioni: “#Il bando del Comune di Roma per l’accoglienza dei #migranti funziona così 👉 gli immigrati verranno accolti gratuitamente nelle case di cittadini romani senza alcun tipo di rimborso 👉 Refugees Welcome Italia si beccherà 400mila euro per l’affidamento del servizio”. Totolo, con il suo stile tagliente, ha messo il dito nella piaga: è questo il “modello di inclusione” che Roma si merita? Mentre il Giubileo 2025 porta turisti e caos, e le periferie implorano case popolari, si premiano le ong con appalti miliardari e si scarica il peso sulle spalle dei cittadini.
Non è la prima volta. L’amministrazione Gualtieri, dal centrosinistra, ha già sfornato iniziative simili: dal potenziamento dei centri Sprar ai fondi per l’integrazione, sempre con lo stesso copione. Ma qui si va oltre: si tratta di invadere lo spazio privato delle famiglie, in un momento in cui Roma ha 20mila famiglie in lista per l’alloggio sociale e i prezzi delle case sono schizzati del 15% in un anno. “Roma non può diventare il laboratorio ideologico della sinistra pagato dai contribuenti – tuona Fabrizio Santori, capogruppo della Lega in Campidoglio – mentre migliaia di cittadini sono in emergenza abitativa. I fondi vanno all’operatore esterno, non alle famiglie, e mancano trasparenza e controlli”. Santori non è solo: Fratelli d’Italia, con il consigliere Federico Rocca, ha già annunciato una commissione trasparenza per scavare nelle procedure della gara. “Molto perplessi – dice Rocca – affidare quasi 400mila euro a un soggetto esterno senza garanzie. Dove finiscono i soldi? E chi controlla che non sia l’ennesimo regalo alle cooperative?”
Dall’altra parte, i difensori del progetto – come i rappresentanti del centrosinistra – parlano di “solidarietà concreta” e “esperienze quotidiane” per favorire l’autonomia dei migranti. L’associazione Refugees Welcome Italia, che si è aggiudicata l’appalto, enfatizza il modello “diffuso” contro le strutture collettive: “Vogliamo creare legami affettivi, non solo logistici”. Ma la domanda sorge spontanea: e se una famiglia si pente dopo un mese, con un ospite che non parla la lingua e non contribuisce alle spese? O peggio, se emergono problemi di sicurezza? Il bando prevede “assicurazioni” e “supporto psicologico”, ma zero dettagli su responsabilità e uscite di emergenza. E i romani? Quelli che non possono permettersi di ospitare un extra perché già faticano con i propri figli?
Questa storia è l’emblema di un’Italia al rovescio: si spende per accogliere chi arriva, si ignora chi c’è già. Mentre il governo nazionale discute di decreti flussi e rimpatri, i sindaci come Gualtieri trasformano le città in cavie di esperimenti sociali. Basta con i radical chic che aprono le case altrui, non le loro. I 400mila euro dovevano andare a case popolari per italiani in difficoltà, non a un “servizio di reclutamento” per ong. Roma merita di meglio: meno ideologia, più concretezza. Altrimenti, il prossimo cartello di protesta non sarà “We need a home”, ma “Basta, dateci i nostri soldi”.



Ma come, non forniscono agli accoglioni romani nemmeno un Goniometro per mettersi esattamente a 90° e prenderlo in culo bene? 😁