Sbarca a Lampedusa nel 2024 e violenta ragazzina a Padova

V
By V dicembre 3, 2025 19:31

Sbarca a Lampedusa nel 2024 e violenta ragazzina a Padova

I clandestini si rimpatriano quando sbarcano o, ancora meglio, si respingono direttamente in mare. Non si rimpatriano dopo che hanno violentato le ragazzine.

### Padova, il Mostro del Bus: Pakistano Sbarcato a Lampedusa Molesta una 17enne, ma l’Espulsione è l’Confessione di un Fallimento – Dove diavolo è il Blocco Navale?

Padova, 15 novembre 2025.
Una studentessa italiana di 17 anni sale su un autobus di linea urbana, diretta a scuola, con lo stomaco stretto dalla paura del giorno prima.
Il 14 novembre, lo stesso mezzo, lo stesso orario: un 22enne pakistano, richiedente asilo sbarcato a Lampedusa l’8 marzo 2024, la stringe da dietro, le tocca il seno e le parti intime, sussurrando porcherie in urdu.
Lei, terrorizzata, scende alla fermata successiva e corre via.
Il giorno dopo, lo rivede: chiama il 113, la pattuglia delle Volanti arriva in un lampo.
La ragazza indica il mostro: “È lui”.
Fermato, identificato, denunciato per violenza sessuale con il “Codice Rosso” attivato.
Daspo urbano: divieto di accesso ai trasporti pubblici per due anni.
E ora, 2 dicembre: il Questore Marco Odorisio lo spedisce al CPR di Gradisca d’Isonzo, per rimpatrio definitivo.
La Commissione Territoriale ha rigettato l’asilo: “Pericolosità sociale”.
Bene.
Ma questa “vittoria” è una beffa amara, un’ammissione di sconfitta totale.

Perché questo pakistano non sarebbe mai dovuto arrivare qui.
Sbarcato a Lampedusa nel 2024, accolto con vitto, alloggio e “tutela umanitaria” – mentre i nostri marittimi rischiano la vita per salvare questi predatori.
Da lì, trasferimento a Padova, dove ha molestato una bambina italiana su un bus affollato di pendolari innocenti.
Se fosse stato un italiano? Galera immediata, anni di pena.
Lui? Libero per mesi, fino all’espulsione – che, nella prassi italiana, potrebbe slittare per ricorsi, avvocati d’ufficio pagati da noi, e “diritti umani” che proteggono i mostri.
E se scappa? Torna in Pakistan, o si rifugia in un altro CPR, pronto per il bis in un’altra città.

Immagine:
![Articolo Il Mattino di Padova](https://pbs.twimg.com/media/G7R3yZqXEAE4zq.jpg)
*(Il titolo in evidenza: “Molestie a una ragazzina sul bus, ventiduenne espulso dall’Italia”. Sotto, la foto del bus di linea urbana, simbolo di una routine diventata incubo per le nostre figlie.)*

Il problema? È sistemico, e urla ipocrisia.
Il governo Meloni promette “blocco navale” da anni: navi libiche, accordi con Tunisi, hotspot blindati.
Ma nel 2024, oltre 60 mila sbarchi – pakistani, tunisini, egiziani – arrivano via Lampedusa e si disperdono nel Paese come virus.
Da lì a Padova: un molestatore seriale che tocca una 17enne mentre lei pensa ai libri di scuola.
Dati che feriscono: il 40% delle violenze sessuali su minorenni è opera di immigrati (Viminale 2025), che sono solo il 9% della popolazione.
Senza di loro, i bus padovani sarebbero sicuri, non zone di caccia per asiatici con “asilo politico” fasullo.

Basta con queste espulsioni postume, contentini per le vittime.
Il vero rimedio? Blocco navale vero: pattuglie italiane in mare, accordi con Islamabad per rimpatri express, quote zero per Pakistan e simili – paesi che esportano non talenti, ma teppisti.
Revoca immediata di ogni accoglienza per chi delinque: niente CPR, direttamente l’aereo per Lahore.
E per la ragazzina? Supporto psicologico statale, non una pacca sulla spalla.

Questa espulsione è un passo, ma troppo tardi: la 17enne padovana ha già perso l’innocenza su un bus italiano.
L’Italia non è un campo profughi per molestatori pakistani: è casa nostra, e va blindata.
Dove è il blocco navale? Chiedetelo a chi ha promesso mari e monti – letteralmente.
Altrimenti, quante altre studentesse dovranno chiamare il 113 prima di salire sul 113? L’espulsione è giustizia ritardata: è negazione.

Sbarca a Lampedusa nel 2024 e violenta ragazzina a Padova ultima modifica: 2025-12-03T19:31:31+00:00 da V
V
By V dicembre 3, 2025 19:31
Write a comment

No Comments

No Comments Yet!

Let me tell You a sad story ! There are no comments yet, but You can be first one to comment this article.

Write a comment
View comments

Write a comment

Your e-mail address will not be published.
Required fields are marked*

Immagini a presentazione articoli sono illustrative a meno di specifico termine 'FOTO'