Re Artù, l’ultimo generale romano: fermò per una generazione la sostituzione etnica germanica della Britannia

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By V dicembre 6, 2025 19:42

Re Artù, l’ultimo generale romano: fermò per una generazione la sostituzione etnica germanica della Britannia

# Arturius: l’ultimo Romano

Pochi sanno che dietro la figura mitica di Re Artù si cela il capo della disperata resistenza della Britannia celto-romana all’invasione germanica.

L’uomo che fermò per una generazione la sostituzione etnica germanica della Britannia
e che l’Europa intera dovrebbe celebrare come il più puro eroe della resistenza latina

### I. Il vero nemico
Tra il 450 e il 550 d.C. l’Europa occidentale assiste al più grande processo di sostituzione etnico-linguistica della sua storia:
Angli, Sassoni, Iuti, Franchi, Alemanni, Burgundi, Visigoti e Ostrogoti cancellano in pochi secoli intere civiltà romano-celtiche.
La Britannia è il caso più brutale: in meno di centocinquant’anni la popolazione britanno-romana viene sterminata, schiavizzata o ricacciata oltre il Severn.
Il latino e il brittonico scompaiono quasi completamente a est del Galles.
Nasce l’Inghilterra: un paese germanico nel sangue e nella lingua.

In mezzo a questo diluvio un solo uomo riesce a fermare la marea per una generazione intera:
Arturius, dux bellorum dei Britanni.
Oggi lo chiamiamo Re Artù.
È stato l’ultimo generale romano d’Occidente.

### II. Le prove che non si possono più negare
– Gildas (540): una grande vittoria britanna al Mons Badonicus (490–520) ferma i Sassoni per cinquant’anni.
– Nennius (829): dodici battaglie di Arthurus contro i Sassoni, culminanti a Badon.
– Annales Cambriae: Artù porta la croce di Cristo per tre giorni e tre notti sulle spalle e vince.
– Archeologia: pausa di 50–70 anni nell’avanzata sassone tra il 480/500 e il 570 circa.

Un uomo solo, o al massimo un piccolo gruppo di capi con lo stesso nome di battaglia, ha fatto ciò che nessuna altra resistenza romano-celtica è riuscita a fare dopo il 410.

### III. Chi era davvero Arturius
Non un re da fiaba.
Un comandante militare di estrazione romano-britannica, probabilmente:
– un comes Britanniarum rimasto in carica dopo il ritiro delle legioni
– o un discendente delle guarnigioni sarmato-alane del Vallo di Adriano (da qui la cavalleria pesante, la spada nella roccia, il culto della spada)
– o un capo dei Coeling del Nord o dei Cunedda del Galles che ha assunto il titolo romano di dux bellorum.

Combatteva con:
– fortezze romane rioccupate (Cadbury Castle = Camelot)
– cavalleria corazzata in stile tardo-romano
– vessilli con la croce e la Vergine (le prime testimonianze cristiane britanne)

Il suo nemico: Angli, Sassoni e Iuti, i portatori puri della sostituzione etnica germanica.

### IV. L’Europa che vinse e l’Europa che perse





La Grande Guerra Etnica del V–VI secolo d.C.
Chi vinse e chi perse la sostituzione germanica
Territorio Invasori germanici Rapporto numerico
(invasori : autoctoni)
Esito definitivo Resistenza efficace?
Britannia Angli, Sassoni, Iuti 1 : 6–8 Sostituzione quasi totale
→ nasce l’Inghilterra germanica
Sì – Arturius
ritardo di 50–70 anni
Gallia settentrionale Franchi salici e ripuari 1 : 7–10 Casta dominante fino al 1789 No
Gallia meridionale Franchi marginali
Visigoti latinizzati
> 1 : 30 Continuità romanza Non necessaria
Italia Ostrogoti (sterminati 553)
Longobardi (568)
1 : 30–40 Troppo pochi rispetto alla popolazione genera. Assimilazione completa degli invasori
entro l’800
Non necessaria
(grazie a Mario, Marco Aurelio, ecc.)
Spagna e Portogallo Visigoti 1 : 30–50 Latinizzazione totale dei Visigoti Non necessaria


Solo Arturius, tra tutti i capi post-romani del Nord-Ovest, è riuscito a fermare per una generazione la macchina della sostituzione etnica.

### V. L’ultimo generale romano
Mentre in Italia i Longobardi vengono digeriti,
mentre in Spagna i Visigoti si convertono al latino e al cattolicesimo,
mentre in Gallia meridionale i Franchi non arrivano nemmeno,
solo in Britannia la resistenza è così disperata da diventare leggenda.

Artù è l’ultimo uomo che ha combattuto con le insegne romane contro la germanizzazione di massa.
È morto (forse a Camlann nel 537) sapendo che la sua isola sarebbe comunque diventata germanica.
Ma per cinquant’anni ha tenuto viva la fiamma della Britannia romana:
città illuminate, chiese, strade, leggi, lingua latina e brittonica.

### VI. Perché dobbiamo celebrarlo senza vergogna
In un’Europa che affronta una invasione per sostituzione etnica molto simile a quella delle invasioni barbariche, Arturius è il simbolo puro della resistenza che dovremmo mettere in campo. E a differenza sua noi avremmo la quasi certezza di riuscire.

– Mario fermò i Cimbri e salvò l’Italia.
– Marco Aurelio fermò i Marcomanni e salvò l’Italia.
– Arturius fermò i Sassoni e, anche se perse alla fine, salvò l’onore di tutto l’Occidente romano. E se oggi il Galles è ancora celtico lo deve a lui.

Se l’Italia è rimasta latina, lo deve alle legioni che vinsero ad Acqua Sextiae e sul Danubio.
Se per cinquant’anni in più una parte della Britannia è rimasta romana, lo deve a un solo uomo: Arturius.

Egli fu l’ultimo Romano.
E fu il più grande dei suoi tempi.

Perché scelse di combattere fino all’ultimo per impedire che la sua terra diventasse germanica.

Anche se perse,
la sua resistenza fu la più nobile e la più pura di tutta la caduta dell’Impero d’Occidente.

Ave, Arturius, dux bellorum invicti.
L’Europa latina non ti dimenticherà.

Re Artù, l’ultimo generale romano: fermò per una generazione la sostituzione etnica germanica della Britannia ultima modifica: 2025-12-06T19:42:46+00:00 da V
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