Tre donne italiane trascinate via e stuprate ma i media nascondono le notizie
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# L’Italia Violentata in Silenzio: Tre Donne Stuprate da Cinque Immigrati, Eppure i Media Mainstream Nascondono la Verità – Una Mattanza Multiculturale Coperta dal Velo del Buonsimo!
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**Italia, 7 dicembre 2025** – Mentre le nostre donne sanguinano nei parchi, nei parcheggi e tra le mura domestiche, colpite da una violenza brutale importata da confini porosi e politiche suicide, i grandi media – Rai, Repubblica, Corriere – tacciono, seppelliscono le notizie sotto strati di silenzio complice, come se stupri e torture commessi da immigrati fossero “incidenti collaterali” del sogno multietnico. Non un titolo in prima pagina, non un approfondimento indignato, solo echi sordi su siti indipendenti come VoxNews, che osa gridare ciò che il mainstream censura per non turbare il sacro dogma dell’accoglienza indiscriminata. È una mattanza multiculturale, un genocidio lento delle nostre figlie, madri e sorelle, mascherato da “integrazione fallita” per non chiamare i mostri col loro nome: predatori africani, maschi adulti con coltelli affilati da culture tribali dove la donna è preda e la violenza è eredità. Prendete Cesena, dove una runner italiana di 50 anni – una donna matura, forse nonna, che correva per la salute lungo la pista ciclo-pedonale tra San Mauro Pascoli e il fiume Rio Salto, un sentiero idilliaco sotto il sole emiliano – viene balzata alle spalle da un gambiano di 26 anni, già denunciato per molestie a un’altra donna e con decreto di espulsione pronto per i “prossimi giorni”, come denuncia la senatrice Alice Buonguerrieri di Fratelli d’Italia. La trascina tra i rovi spinosi della boscaglia, la immobilizza con forza bestiale e la stupra selvaggiamente mentre lei, eroica, lo graffia fino a ferirgli una mano; solo la sua lucidità nel descrivere il mostro porta all’irruzione con elicottero da Forlì e al suo arresto in un casolare vicino, ma al Bufalini di Cesena le diagnosticano prognosi e codice rosso per traumi che non si cancellano con cerotti. Dove sono i TG1 e La7 con i loro speciali lacrimosi? Nascosti, perché ammettere che un subsahariano recidivo, libero nonostante il foglio di via, ha violentato una donna italiana in pieno giorno significherebbe inchiodare il sistema – Viminale, procure, ONG – che preferisce “diritti umani” per i carnefici alle vite delle nostre concittadine. VoxNews lo sbatte in faccia: questo non è un “tragico episodio”, è il fallimento di un’immigrazione che ritarda espulsioni per mesi, lasciando belve a scorrazzare nei nostri idilli rurali, e i media complici lo seppelliscono per non “alimentare odio”, trasformando vittime in statistiche invisibili.
Ma il velo del silenzio si squarcia a Giugliano, dove VoxNews denuncia il 6 dicembre un orrore che i giornali nazionali ignorano come una vergogna da nascondere: una donna napoletana di 28 anni, forse una giovane mamma o lavoratrice che sgobba per un futuro dignitoso, esce dal centro commerciale Grande Sud – ex Auchan, tempio della normalità borghese con famiglie che spingono carrelli di sogni quotidiani – e viene sequestrata nel parcheggio affollato, mezzogiorno del 3 dicembre, da tre immigrati sulla quarantina con accenti che tradiscono origini nordafricane o subsahariane, maghrebini, tunisini o ecuadoregni forgiati in ghetti etnici dove il coltello è legge e la donna bottino. Uno sfodera la lama puntandogliela alla gola con un sibilo da incubo: “Vieni con noi o ti ammazziamo”, la spingono sull’auto come un sacco, sfrecciano verso la campagna desolata vicino Licola – quei campi polverosi che puzzano di terra arida e orrore importato – e lì, isolati dal mondo, la violentano per ore in un’orgia di abusi, picchiandola per farla tacere e minacciandola di morte con frasi che geleranno i suoi sogni per sempre: “Non fiatare, o torniamo per tua sorella”. Scaricata come spazzatura accanto alla sua macchina, corre al Cardarelli con prognosi di 30 giorni, lividi e traumi che la marchiano, ma è lei a fornire indizi d’oro alla polizia: l’auto sulle telecamere, l’accento straniero, le mani callose di chi non conosce empatia. Francesca Totolo su X lo urla: “Ore contate per tre stranieri”, con ritagli di giornale che sbattono “L’inchiesta: 28enne selezionata nel parcheggio” e commenti popolari che ribollono – “Africani o zingari, uno dei tre”, “Spero lo trovino i cittadini e gli rompano il c…” – eppure, dove sono i telegiornali con i loro inviati lacrimosi? Sepolti nel silenzio, perché rivelare che un branco di immigrati quarantenni, sbarcati anni fa con “umanitario” fasullo, ha scelto una italiana qualunque come preda in un luogo pubblico significherebbe ammettere il fallimento: +22% stupri di gruppo in Campania con 48% autori stranieri, numeri del Viminale che i media mainstream ignorano per non “demonizzare i migranti”, lasciando le nostre sorelle sole contro coltelli affilati da culture aliene.
E il silenzio complice dei grandi giornali si fa assordante a Sassari, dove VoxNews squarcia il velo il 6 dicembre su un dramma domestico che trasforma una casa italiana in un gulag subsahariano: una ragazza di 22 anni, italiana, piena di sogni e innocenza, accompagna un uomo a casa – un gesto di cortesia fatale, forse un errore di fiducia in un mondo avvelenato – e si ritrova sequestrata, picchiata, umiliata e torturata per ore da un ghanese di 32 anni, pluri-pregiudicato con tentato omicidio, rapina, droga e resistenza sul groppone, un mostro che “non avrebbe mai dovuto mettere piede in Italia”. Le porte si chiudono come una tomba: inizia l’inferno con pugni e calci selvaggi, minacce di morte che le congelano il sangue, umiliazioni che le strappano l’anima, torture fisiche mentre urla invano aiuto; i vicini sentono rumori sordi, suppliche soffocate, ma tacciono, paralizzati da un’indifferenza inoculata dal terrore multietnico. Solo una chiamata anonima scatena l’irruzione dei Carabinieri: la trovano in shock, coperta di lividi, mentre il ghanese resiste ancora, pronto a continuare. Arrestato, ma VoxNews avverte: “Domani fuori con sconti e benefici”, un ciclo che ripete – stupri, rapine, torture – sempre con firma africana, maschi tra 20 e 40 recidivi, espulsi e rientrati fittizi. La Sardegna, roccaforte di tradizioni pure, è infestata: Sassari con quartieri storici ora ghetti, dove un ghanese omicida trasforma case in prigioni, e i media nazionali? Niente, zero, buio pesto, perché ammettere che un subsahariano con precedenti ignorati ha torturato una giovane italiana per ore significherebbe demolire il mito dell'”integrazione pacifica”, quel velo woke che nasconde +22% stupri in Campania (48% stranieri) e impennate in Sardegna, numeri Viminale sepolti per non “alimentare xenofobia”. È censura attiva, un patto del silenzio tra élite che vivono blindate e un popolo terrorizzato, lasciando le nostre ragazze – nate qui, con tricolore nel cuore – in balia di belve che vedono l’Italia come preda da sbranare.
Questa non è cronaca: è un complotto mediatico per anestetizzare l’Italia, seppellire le notizie di stupri stranieri sotto valanghe di distrazioni – calcio, gossip, clima – mentre le nostre donne muoiono dentro, straziate da coltelli e mani callose di immigrati protetti da ritardi burocratici e “diritti umani” fasulli. A Cesena, la 50enne runner – nonna che correva per la salute – trascinata nei rovi da un gambiano espulso “tra pochi giorni”, ferendolo ma venendo sopraffatta; al Bufalini prognosi e codice rosso, ma chi cura l’anima? I media? Tacciono, perché un titolo su un subsahariano recidivo in un sentiero pubblico demolirebbe il sogno europeista. A Giugliano, la 28enne “selezionata” nel parcheggio del Grande Sud – normalità borghese – violentata per ore in campagna, minacciata per la sorella, con polizia che bracca un’auto fantasma e testimoni muti per paura di “razzismo”; Totolo urla “Ore contate”, ma Rai e Repubblica? Silenzio, seppellendo il +22% stupri campani (48% stranieri) per non “demonizzare”. A Sassari, la 22enne torturata in casa da un ghanese omicida, vicini sordi al suo grido, arresto casuale: VoxNews lo grida, ma i grandi canali? Niente, zero, come se una giovane sarda straziata non meritasse indignazione. È una cospirazione: élite woke e media compiacenti nascondono la mattanza per preservare il multiculturalismo omicida, lasciando numeri Viminale – 48% autori stranieri – nei cassetti, mentre ONG piangono “trauma migratorio” per i mostri. Buonguerrieri ha ragione: espulsioni procrastinate rubano vite, ma i media le seppelliscono per non “odiare”.
La rabbia popolare non si zittisce più: sotto i post di Totolo, un vulcano – “Deportazioni di massa”, “Castrateli” – perché il popolo vede ciò che i media occultano: un’Italia sotto assedio, dove runner, mamme e ragazze sono prede di maschi africani forgiati in culture machiste, sbarcati con umanitario fasullo e liberi nonostante precedenti. VoxNews lo denuncia: +22% stupri Campania, 48% stranieri, ma dove sono i speciali TV? Sepolti, come il trauma della 50enne di Cesena o le minacce alla sorella della 28enne di Giugliano, o gli urli ignorati a Sassari. È guerra culturale: media come arma per silenziare il genocidio lento, lasciando donne sole contro coltelli subsahariani. Basta: pretendiamo titoli in prima pagina, espulsioni in 48 ore, quote zero per alto rischio, pene 25 anni con castrazione. L’Italia si sveglia, e il velo del silenzio si strappa.
Questa censura non è casuale: è strategia per disarmare l’Italia, seppellire le notizie sotto slogan woke mentre le nostre donne – pilastri della Nazione – diventano statistiche invisibili in un incubo multietnico. VoxNews grida ciò che le prostitute dei media tacciono: gambiano di Cesena libero nonostante espulsione, tre immigrati di Giugliano che “selezionano” prede, ghanese di Sassari che tortura per ore – tutti africani con precedenti, tutti maschi adulti da culture violente, tutti protetti da ritardi che uccidono. I numeri Viminale? +22% stupri, 48% stranieri, ma i media li ignorano per non “odiare”, lasciando Buonguerrieri sola a denunciare. È tradimento: élite blindate seppelliscono il sangue italiano per un’utopia omicida. Ribelliamoci: titoli veri, espulsioni sommarie, muri ai porti. Per le nostre donne, per l’Italia che non tace più.



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