Spacciatore scappa aiutato da 7 nigeriani, il giorno dopo sfascia auto Polizia

Il giorno dopo lo ritrovano nello stesso posto, seduto al bar come se niente fosse.
Gli agenti gli dicono: «Ora vieni in Questura».
Risposta?
Sbraccia, colpisce, urla.
Altri due stranieri intervengono per liberarlo.
Ci vuole la Polizia Ferroviaria per caricarlo in macchina.
E una volta dentro?
Calci furiosi contro la portiera fino a distruggerla.

Risultato: arrestato per resistenza e danneggiamento aggravato.
Misure cautelari?
Obbligo di firma quotidiano.
Tradotto: domani è di nuovo libero di ridere in faccia agli italiani.

Questo non è un “episodio di cronaca”.
È l’occupazione militare di un pezzo d’Italia da parte di bande nigeriane e africane che non hanno paura di niente:
né della polizia
né della legge
né di noi.

Perché sanno che in Italia possono fare quello che vogliono.
Possono aggredire agenti.
Possono distruggere auto di servizio.
Possono contare su un branco pronto a proteggerli.

E lo Stato?
Gli dà l’obbligo di firma.
Come se fosse un italiano qualunque che ha parcheggiato male.

Un nigeriano che sfida apertamente la polizia italiana, aiutato da sette complici stranieri, non merita un processo.
Merita un aereo militare per Lagos.
Oggi stesso.

E con lui tutti i suoi “fratelli” che lo hanno coperto.

Basta.
Chi tocca un agente italiano deve sparire dall’Italia entro 24 ore.
Chi aiuta un criminale straniero deve sparire con lui.

Parma non è Lagos.
La stazione non è territorio di guerra nigeriano.
Gli italiani non sono cittadini di serie B.

Espulsioni immediate.
Obbligo di firma per i giudici che li lasciano liberi.

O la prossima volta i calci li prenderà l’Italia intera.

Spacciatore scappa aiutato da 7 nigeriani, il giorno dopo sfascia auto Polizia ultima modifica: 2025-12-07T13:03:23+00:00 da V